Pancreas, l’effetto di dieta ipoproteica e terapia target contro il tumore

Rampioni Vinciguerra
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Sfruttare un meccanismo che il tumore del pancreas utilizza per difendersi dagli attacchi dell’organismo ospite, come quelli ad esempio del sistema immunitario, per dare scacco alla malattia. Il tutto abbinando la dieta ipoproteica a una terapia a bersaglio molecolare. È estremamente interessante e innovativo l’approccio studiato da un team di ricercatori italiani nel laboratorio del celebre oncologo Carlo Maria Croce, presso The Ohio State University. A raccontarlo a Fortune Italia è uno degli autori, Gian Luca Rampioni Vinciguerra, oggi ricercatore al Dipartimento di Medicina clinica e molecolare della Sapienza di Roma.

Dall’Italia agli Stati Uniti (e ritorno)

Classe 1986, lo scienziato è un ‘cervello di ritorno’: Rampioni Vinciguerra, infatti, dopo la laurea in Medicina a Roma e la specializzazione in Anatomia Patologica, nel 2020 è partito per gli Stati Uniti come ‘post doc’ e ha lavorato nel laboratorio di Carlo Maria Croce in Ohio. A novembre 2023 è rientrato in Italia e l’articolo che descrive questo nuovo approccio contro il tumore del pancreas, da poco pubblicato su ‘Signal Transduction and Targeted Therapy’ (Gruppo Nature), è frutto del lavoro fatto negli Usa.

La sfida

“Il tumore del pancreas – ricorda – è una malattia molto aggressiva e sembra destinata a diventare la seconda causa di morte per tumore nei prossimi anni, con un’incidenza in netta crescita, a fronte di una capacità terapeutica rimasta sostanzialmente invariata. A dispetto di questa aggressività, le cellule neoplastiche del pancreas si sviluppano in un contesto estremamente svantaggioso: l’ambiente tumorale è costellato di minacce, a partire da quelle del sistema immunitario”.

L’idea di partenza

Cosa sapevano gli studiosi? “Il tumore del pancreas si confronta con un ambiente povero di nutrienti e di ossigeno. Ma come fanno le cellule tumorali proliferare in queste condizioni? Ci siamo focalizzati proprio sull’assenza di nutrienti: abbiamo visto che queste cellule riescono ad attivare un meccanismo di sopravvivenza mediato da un fattore di trascrizione – Fra-2 – che risulta overstimolato quando le cellule vengono coltivate in assenza di proteine”. Una sorta di ‘meccanismo d’emergenza’, che scatta proprio quando le cose si fanno più difficili. In pratica, si attiva un asse che manda un messaggio alle cellule, spingendole a proliferare.

Dalle cellule al modello di malattia

A questo punto Rampioni Vinciguerra e i suoi colleghi hanno creato un topo modello del tumore al pancreas: se veniva nutrito con una dieta povera di proteine ma con lo stesso numero di calorie rispetto alla dieta di controllo, nelle cellule tumorali si attivava il fattore di trascrizione. E queste iniziavano a proliferare. 

Ma allora come intervenire contro il tumore? “Ci siamo chiesti – racconta il ricercatore – in che modo ‘spegnere’ questo asse molecolare” chiave. Ebbene, il fattore di trascrizione messo in luce dal team attiva un gene particolare, IGF1R: la buona notizia è che esistono già dei farmaci inibitori di IGF1R. “Nel nostro topo modello sottoposto a dieta ipocalorica,  le cellule neoplastiche iperattivate da Fra-2 e IGF1R risultavano molto più sensibili agli inibitori. Che si sono rivelati in grado di bloccare la crescita del tumore“.

Cosa hanno concluso i ricercatori? “I meccanismi di risposta allo stress – sottolinea Rampioni Vinciguerra  – sono importantissimi da studiare per comprendere meglio cosa favorisce il tumore del pancreas. Inoltre questo asse molecolare si è rivelato estremamente interessante dal punto di vista farmacologico”. Può essere infatti colpito in modo mirato. Attenzione, però: “Non deve passare il messaggio che fare la dieta ipoproteica aiuta contro il tumore – sottolinea il ricercatore – perché sarebbe del tutto sbagliato. Inoltre prima di passare da quello che abbiamo visto nel topolino all’uomo occorrono numerosi altri passaggi”.

Le prospettive

Questo studio comunque non finisce qui. “Stiamo presentando domanda di finanziamento per continuare la ricerca. L’obiettivo – conclude lo scienziato – è portare avanti questo approccio, che potrebbe rivelarsi davvero interessante contro un tumore insidioso come quello del pancreas. Inoltre se farmaci specifici contro IGF1R esistono già, non ci sono ancora molecole mirate a Fra-2: sarebbe estremamente interessante sviluppare un inibitore selettivo ad hoc”. In grado di bloccare il cammino di questa neoplasia.

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