Uno studio condotto dalla Monash University su oltre due milioni di nascite a Sydney nell’arco di 20 anni ha messo in luce un legame significativo tra l’esposizione delle donne incinte a temperature estreme e il rischio di parto prematuro. I risultati, appena pubblicati sulla rivista Jama Pediatrics, hanno rivelato che l’esposizione a temperature estreme nel terzo trimestre aumenta fino al 61% il rischio di nascita prematura.
Il professor Yuming Guo, responsabile dello studio e docente di salute ambientale globale e biostatistica, ha sottolineato l’importanza dell’accesso a spazi verdi per mitigare gli effetti del cambiamento climatico sulla salute materna e neonatale. Secondo Guo, le donne che vivono in sobborghi con maggiore accesso a spazi verdi presentano un rischio ridotto di parto prematuro.
Durante la gravidanza, i cambiamenti fisiologici nel corpo della donna possono rendere più difficile la termoregolazione, soprattutto in caso di temperature elevate. L’aumento della massa corporea e l’energia extra richiesta dal feto possono compromettere il flusso di sangue alla placenta, privando il nascituro di nutrienti e ossigeno essenziali per lo sviluppo.
Guo spiega che la placenta è fondamentale per il benessere del feto e che qualsiasi compromissione della sua funzione può innescare il lavoro di parto prematuro come risposta naturale del corpo per proteggere il bambino da un ambiente uterino compromesso.
L’importanza di comprendere gli impatti del cambiamento climatico sulla salute materno-infantile è cruciale, soprattutto considerando che le nascite premature rappresentano una delle principali cause di mortalità neonatale e infantile a livello globale. I bambini nati prematuri possono affrontare problemi di salute a lungo termine, quindi è essenziale adottare misure per proteggere le donne incinte dall’esposizione a temperature estreme.
Lo studio sottolinea l’urgente necessità per i governi e gli urbanisti di investire nella creazione di spazi verdi accessibili nelle aree urbane, al fine di proteggere la salute delle donne incinte e dei loro bambini durante la gravidanza e oltre.
