Alzheimer, l’effetto protettivo dei vaccini

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E’ possible che i vaccini proteggano anche contro la malattia dell’Alzheimer? Di solito, quando pensiamo a un vaccino, immaginiamo una sostanza che viene somministrata per stimolare la risposta immunitaria di un individuo verso un particolare microrganismo infettivo con l’obiettivo di proteggerlo contro la malattia causata da quell’agente.

Uno studio recente ha fornito nuove evidenze in favore dell’ipotesi che le vaccinazioni contro alcune delle piu comuni malattie infettive proteggerebbero anche contro la malattia dell’Alzheimer (JAD 2023;95(2):703-718).

E’ importante notare che da qualche anno esistevano osservazioni empiriche in supporto dell’idea che l’attivazione del sistema immunitario potrebbe prevenire o rallentare l’esordio della malattia di Alzheimer. Infatti in precedenza alcuni studi, condotti su un numero limitato di pazienti, avevano presentato dati incoraggianti su una posibile relazione tra le vaccinazioni e il rischio di demenza.

In questo studio, gli autori hanno valutato più di 200.000 adulti che avevano ricevuto le comuni vaccinazioni normalmente raccomandate negli Stati Uniti dal Centro Nazionale di Prevenzione e Controllo delle malattie (CDC), come ad esempio il vaccino contro la difterite, il tetano, e lo pneumococco, paragonandoli ad un gruppo che non aveva ricevuto alcun vaccino.

Al momento dell’arruolamento nello studio, nessun individuo presentava segni clinici di demenza per almeno due anni prima della vaccinazione. Tutti avevano almeno 65 anni all’inizio del lavoro e sono stati seguiti per 8 anni. Alla fine di tale periodo è stato rilevato il numero di casi di Alzheimer in ognuno dei due gruppi.

Così si è visto che, messi a confronto con i non vaccinati, gli individui che avevano ricevuto uno o più vaccini avevano una riduzione del rischio di sviluppare l’Alzheimer tra il 25 e il 30%.

Uno studio importante, non solo perchè conferma le osservazioni preliminari sui vaccini e il rischio di demenza, ma anche perche è in linea con alcune osservazioni molto recenti che hanno indicato come l’esposizione ad agenti infettivi (quali il virus dell’herpes) potrebbe essere considerato un nuovo fattore di rischio per l’Alzheimer.

La domanda a cui non c’è ancora una risposta è la seguente: quale è il meccanismo attarverso il quale i vaccini proteggerebbero contro la malattia di Alzheimer? Una risposta possible a questa domanda è che i vaccini, fornendo le istruzioni al sistema immunitario per rispondere ad un particolare agente infettivo, indirettamente preparerebbero le cellule immunologiche a reagire più efficacemente ad un insulto o a un danno al cervello.

Un’altra ipotesi è che i vaccini preparerebbero le cellule immunitare del cervello a produrre una risposta infiammatoria solo protettiva, senza gli aspetti negativi, e quindi capace di rimuovere eventuali agenti dannosi senza creare danno.

*Domenico Praticò, Direttore dell’Alzheimer’s Center at Temple e professore di Scienze Neurali presso la Lewis Katz School of Medicine, Temple University, Philadelphia.

 

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