Non abbiamo ancora archiviato influenza e virus cugini. A confermarlo è l’ultimo bollettino dei medici sentinella diffuso dall’Istituto superiore di sanità. Dal 19 al 25 febbraio i casi stimati di sindrome similinfluenzale in Italia sono stati circa 394.000, che fanno salire a 11.851.000 i contagiati dall’inizio della sorveglianza.
Fra loro anche Papa Francesco, che nei giorni scorsi – dopo lievi sintomi influenzali – si è recato al Gemelli – Isola Tiberina “per alcuni accertamenti diagnostici”.
Cosa sta succedendo
Certo, nel nostro Paese il trend appare in “lieve diminuzione”, dicono gli esperti dell’Iss. Ma, complice anche l’altalena delle temperature, “la coda si trascinerà ancora per qualche settimana”, ha detto a Fortune Italia il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore della Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva all’Università degli Studi di Milano.
Nei dettagli, l’incidenza di influenza e virus ‘cugini’ è pari a 6,7 casi per mille assistiti (contro 6,9 nella settimana precedente, secondo l’ultimo aggiornamento). Si riducono i casi di influenza vera e propria sul totale dei campioni analizzati (5,9% contro 7,9%).
Chi sono i soggetti più colpiti
Ancora una volta i bambini sotto i cinque anni restano i più bersagliati dai virus di stagione: l’incidenza è ancora pari a 19,4 casi per mille in questa fascia d’età, contro 8,09 tra 5-14 anni, 6,45 a 15-64 anni e appena 3,28 contagiati su mille tra gli over 65.
A livello di territori, tutte le regioni registrano un livello di incidenza delle sindromi simil-influenzali sopra la soglia basale tranne il Molise e la Basilicata, tornate al livello di base.
I virus in circolazione
Considerata la grande varietà di sintomi registrati in queste settimane, non stupirà come a minacciare la salute degli italiani sia un coacervo di patogeni. Tra i campioni positivi il 20% lo è per Sars-CoV-2, il 17% per RSV, il 38% per influenza A, il 9% per Rhinovirus. Tra i virus influenzali, quelli di tipo A risultano largamente prevalenti (96%).
