Tumori: fanno sempre più paura ma si possono prevenire

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Finalmente abbiamo smesso di chiamarlo ‘brutto male’: i tumori da sempre fanno paura, ma faticosamente con il passare degli anni hanno trovato spazio sulla stampa. Anche grazie ai tanti personaggi famosi che hanno condiviso la propria malattia. Che si parli di neoplasia (dal greco nèos, ‘nuovo’, e plásis, ‘formazione’), cancro (dal greco karkìnos, granchio) o tumore (dal latino tumor, ‘rigonfiamento’), il 70,8% dei genitori italiani li teme più di ogni altra patologia.

Ma, un po’ a sorpresa, è in calo il numero di chi pensa che i tumori si possano prevenire: dal 69,1% nel 2022 al 65,1%. Il nuovo Rapporto del Censis (realizzato con il supporto di Msd Italia),  analizza in particolare la percezione del rischio di tumore da Hpv e le strategie di prevenzione adottate attraverso un’indagine su due campioni: genitori e donne.

“La vaccinazione anti-Hpv rappresenta una della più efficaci forme di prevenzione del cancro“, ricorda  Francesco Perrone, presidente Aiom (Associazione italiana di oncologia medica). “Sulla prevenzione, sia primaria che secondaria, bisogna tenere alta la sensibilità dei cittadini, particolarmente di quelli con un livello sociale e di istruzione più basso, tra i quali si nota una concentrazione sia dei fattori di rischio sia della scarsa adesione alle campagne vaccinali e di screening”.

I numeri

Solo nel 2022 in Italia si sono registrati 2.479 nuovi casi di tumore della cervice uterina causati dal Papillomavirus, con circa 1.156 donne decedute per questa patologia. Ebbene, i tumori risultano le malattie più temute in assoluto sia dai genitori (70,8%), che dalle donne (72,4%), con percentuali sempre in crescita.

Per avere un’idea, le demenze sono temute dal 41,2% dei genitori e dal 45,7% delle donne e malattie che causano la non autosufficienza fisica rispettivamente dal 29,5% e 30,5%. Forse quelle che spaventano meno (e anche questo dovrebbe spingerci a qualche considerazione) sono le malattie cardiovascolari (il 15,5% dei genitori le teme, ma è più alto per i padri con il 22%).

Prevenzione possibile

Se il 65,1% dei genitori e il 60,9% delle donne sono del parere che i tumori si possano prevenire, davvero pochi pensano ai vaccini. Tra le strategie ‘chiave’ vengono segnalati prima di tutto i controlli medici e diagnostici (indicati dall’80,6% dei genitori e dall’84,7% delle donne). Mentre la vaccinazione perde terreno: nel 2022 la citava il 39,1% dei genitori, oggi solo il 22,8%.

Hpv, questo sconosciuto

In particolare, sono sempre meno i genitori che sanno cosa è il Papillomavirus e conoscono la relativa vaccinazione: rispettivamente l’84,1% e il 74,8%, contro l’88,9% e il 79,4% del 2022. E questo anche tra le mamme (erano il 95,5%, ora sono il 91,7%) e i genitori con un livello d’istruzione superiore (erano il 94,0% nel 2022, ora sono l’87,7%).

Si abbassa anche la quota (77,5% rispetto all’82,4% del 2022) di chi sa che l’Hpv causa diverse patologie dell’apparato genitale, rimanendo spesso completamente asintomatico. Infine una buona notizia: si riduce significativamente (passando dal 24,8% al 13,0%) chi lo ritiene erroneamente un virus che colpisce solo le donne.

Se ne parla meno col medico

Curiosamente, tra le fonti d’informazione emerge il ruolo preminente assunto dai media: il 29,1% indica le campagne di comunicazione, il 20,5% materiali come dépliant e manifesti, il 25,4% i siti web e solo a seguire il medico di medicina generale (23,1%), il servizio vaccinale della Asl (20,9%) e il ginecologo (20,2%). Evidentemente però c’è spazio per fare di più.

Italiani e prevenzione post Covid

In ogni caso il 58,7% dei genitori e il 62,2% delle donne afferma che i comportamenti di prevenzione che adotta maggiormente sono screening e controlli diagnostici in assenza di sintomi (e già questo non sarebbe male). Solo il 16,1% (che sale al 23,6% nelle più giovani) negli ultimi tre anni non ha effettuato alcuna attività di prevenzione.

Gli screening per il tumore della cervice (Pap-test e Hpv-test) sono i controlli che le donne hanno dichiarato di aver effettuato di più negli ultimi tre anni (54,9%), anche se il dato è in calo rispetto al 2022. Un numero importante riguarda gli esami diagnostici preventivi di propria iniziativa: negli ultimi tre anni ad averli fatti, anche integrando gli screening, sono il 48,0% dei genitori ed il 62,9% delle donne.

Le donne poi si vaccinano di più. E i genitori sono sempre più convinti di vaccinare i figli (erano il 46,1% nel 2022 e oggi sono il 56,1%). Alla scelta dei genitori ha contribuito anche la ripresa dell’operatività dei servizi vaccinali delle Asl dopo Covid.

Ma c’è ancora molto da fare: “Nonostante siamo stati tra i primi, già nel 2007, a proporre la vaccinazione anti-Hpv, le coperture tra gli adolescenti e i giovani adulti rimangono molto basse, così come è insufficiente l’adesione allo screening oncologico”, chiosa Enrico Di Rosa, vicepresidente Siti. Insomma, la paura dei tumori è tanta, ma mancano ancora degli ‘ingredienti’ chiave per favorire la prevenzione. E la stanchezza post-Covid, che ha allontanato gli italiani anche da altri vaccini, rischia di pesare sulle scelte dei connazionali. 

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