Psittacosi, che cos’è la malattia che preoccupa l’Europa

pappagalli psittacosi
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Una malattia dal nome insolito preoccupa le autorità sanitarie europee, e questa volta l’insidia arriva da un batterio. Si tratta della psittacosi,  determinata da un microrganismo, la Chlamydia psittaci, facilmente trasmissibile all’uomo dal pappagallo (o da altri volatili). E proprio al pappagallo la patologia deve il suo nome (dal greco ψιττακός ‘pappagallo’, col suff. medico ‘osi’, come si legge sulla Treccani).

“Il batterio si trova nei pappagallini e nei volatili in generale, tra cui tacchini, piccioni e anatre”, spiega a Fortune Italia l’epidemiologo Massimo Ciccozzi. Ebbene, ad accendere i riflettori sull’aumento di casi di psittacosi nel Vecchio Continente è l’Organizzazione mondiale della sanità, che riporta anche 5 morti.

I Paesi coinvolti

In febbraio Austria, Danimarca, Germania, Svezia e Paesi Bassi hanno segnalato, attraverso il sistema di allarme rapido dell’Unione Europea, un aumento dei casi di psittacosi osservato nel 2023 e all’inizio del 2024, particolarmente marcato da novembre-dicembre scorsi. Nella maggior parte dei casi l’infezione è stata collegata all’esposizione a uccelli selvatici o domestici.

Di che si tratta

La psittacosi è un’infezione respiratoria causata, come abbiamo detto, da un batterio che spesso infetta gli uccelli. Le infezioni nell’uomo si verificano principalmente attraverso il contatto con le secrezioni di uccelli infetti, per lo più in coloro che lavorano con uccelli da compagnia, dipendenti di allevamenti di pollame, veterinari, proprietari di volatili da compagnia e giardinieri. “Quando si pulisce la gabbia dalle feci, si inala polvere e così si rischia il contagio. Un pericolo anche per chi alleva qiuesti uccelli, o li cura, come i veterinari”, aggiunge Ciccozzi.

I sintomi

Ma quali sono i sintomi della psittacosi? “Febbre e tosse arrivano dopo un paio di settimane – avverte lo specialista – poi c’è un espettorato di muco denso. I sintomi possono essere molto variabili, arrivando fino alla polmonite. E nei casi gravi la mortalità può arrivare al 30%. Insomma, è un evento raro, ma può accadere. E occorre tempo alla terapia antibiotica con tetracicline per essere efficace”.

I numeri

Ma vediamo qualche dettaglio: in Austria nel 2023 sono stati segnalati 14 casi confermati di psittacosi in cinque dei nove stati federali, rispetto alla media di due casi l’anno negli otto anni precedenti. Con quattro nuovi casi al 4 marzo di quest’anno. Situazione più preoccupante in Danimarca: al 27 febbraio 2024 ben 23 persone sono risultate positive a C. psittaci, 17 pazienti (74%) sono stati ricoverati in ospedale e quattro sono morti.

In Germania le autorità hanno individuato 14 casi confermati nel 2023 e altri cinque nel 2024. La Svezia ha segnalato un numero insolitamente elevato di casi di psittacosi tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre 2023: rispettivamente 7 e 19 contagi. Tra gennaio e febbraio di quest’anno il Paese riporta altri 13 pazienti contagiati. Infine in Olanda tra dicembre e fine febbraio 21 persone sono risultate positive per C. psittaci.

La strategia

“I pericolo legato alla polverizzazione delle feci di pappagalli, uccellini e piccioni è spesso sottovalutato”, avverte Ciccozzi ricordando a tutti di rispettare le norme igieniche quando si puliscono le gabbie o le feci dai balconi.

“I Paesi interessati – sottolinea l’Oms – hanno rafforzato le indagini epidemiologiche per identificare potenziali esposizioni e cluster di casi. Potenziando anche l’analisi di campioni di uccelli selvatici sottoposti a test sull’influenza aviaria per verificare la prevalenza di C. psittaci”. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, sulla base delle informazioni disponibili, valuta comunque “basso il rischio rappresentato da questo evento”.

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