Melanoma, per Covid ‘bruciati’ in Italia 15mila anni di vita. Il corto

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Non abbiamo ancora idea del reale impatto di Covid-19: nel caso del melanoma, tra mancati controlli e terapie, tra il 2020 e il 2021 solo in Italia per questo tumore della pelle sono andati persi 15mila anni di vita. A fare i conti su Jama Network Open è uno studio internazionale firmato anche dai ricercatori dell’Istituto Nazionale Tumori Fondazione Pascale di Napoli.

Ebbene, a conti fatti controlli ‘saltati’, ritardi diagnostici e cure rinviate hanno bruciato qualcosa come 111.464 anni di vita in 31 Paesi in Europa, con un costo complessivo pari a 7,1 miliardi di euro. Ecco perchè quando vediamo un nuovo neo ‘strano’, dobbiamo fare come Anna e non come Teresa, protagoniste del nuovo cortometraggio “Su noi due”, lanciato dalla Fondazione Melanoma e l’Istituto Tumori Pascale di Napoli e realizzato negli ambulatori dell’Istituto dei tumori e nel presidio ospedaliero Ascalesi.

L’approccio giusto

Nel mini-film due volti della soap “Un posto al Sole”, Lara Sansone e Miriam Candurro, che questa volta sono insieme a Gigi & Ross. Il corto, che dura poco più di dieci minuti, è diretto dal giovane Alessandro Montali e scritto da Chiara Macor (direttore artistico Romano Montesarchio).

Prodotto da Bronx Film, il corto racconta la storia di due amiche: Anna (interpretata da Miriam Candurro), che scopre di avere un melanoma nelle prime fasi della malattia e Teresa (che ha il volto di Lara Sansone). Quest’ultima, meno attenta alla prevenzione, si rende conto di avere la stessa malattia dell’amica quando ormai il cancro aveva già iniziato a diffondersi. Quando Anna manifesta i suoi timori per un neo sulla sua coscia, l’amica le consiglia sorridendo di “non pensarci”.

Il messaggio dell’oncologo

Ebbene, “pensarci è proprio quello che dobbiamo fare noi tutti. Anche per il melanoma, infatti, prevenire è meglio che curare”, ricorda Paolo Ascierto, presidente Fondazione Melanoma e direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Pascale. “Nonostante questo tumore non ci spaventi più come in passato grazie alla disponibilità di farmaci innovativi, in primis l’immunoterapia che è in grado di guarire il 50% dei pazienti con malattia metastatica, la prevenzione e la diagnosi precoce restano le nostre migliori armi”.

La testimonianza delle attrici

E nella realtà come si comportano le due attrici? “Sono sincera, ho iniziato a fare prevenzione dopo i 40 anni – racconta Miriam Candurro – faccio ogni anno mammografia e pap test. Alla prevenzione dei nei mi sono avvicinata da poco, avendo pochi nei ero convinta che quelli preesistenti non potessero trasformarsi mai in tumori, grazie ad Ascierto ho scoperto che non è così e quindi nella mia agenda ho fissato anche la visita annuale di controllo dei nei per me e la mia famiglia”.

“Un mio zio, anni fa scoprì di avere un neo sospetto, lo tolse in tempo. Ora sta bene”, racconta l’attrice, che crede “nella medicina narrativa. Ben vengano iniziative come questa e complimenti al professore Ascierto che, al di là di quello che fa nel campo scientifico, si adopera tantissimo anche per la prevenzione, prima arma per sconfiggere i tumori”.

Dal canto suo Lara Sansone racconta:“Ho una cura quasi ipocondriaca della mia salute. Mi sottopongo continuamente a controlli, la prevenzione – aggiunge – posso dire che mi ha salvato la vita. Ho già tolto tre nei sospetti, con la salute non si scherza”.

Prima è meglio

Anche nel caso del melanoma, più tardi si arriva alla diagnosi, più diventa più complicato curarlo. “Il nostro studio – continua Ascierto – basato sui dati di 50.072 pazienti europei, stima che in circa il 17% delle persone con melanoma il cancro sarebbe progredito a uno stadio più alto a causa di soli 2 o 3 mesi di ritardi nella diagnosi o nel trattamento. Ci deve allarmare il fatto che, per una sola malattia, si siano persi così tanti anni di vita e che migliaia di pazienti abbiano subito un peggioramento della qualità della vita”.

Questo, poi, è il periodo dell’anno ‘ideale’ per agire: l’estate è ancora lontana ma non troppo. “Marzo e aprile possono essere i mesi ‘perfetti’ per sottoporsi alla mappatura dei nei, un esame diagnostico non invasivo che consente di individuare anomalie e irregolarità, eventualmente diagnosticando tumori benigni, o maligni, come il melanoma”, ammonisce l’oncologo. Anche perché una diagnosi precoce fa la differenza. “L’aspettativa di vita per i pazienti con melanoma in stadio iniziale – ricorda Ascierto – raggiunge il 95% a 10 anni dalla diagnosi. Per cui ‘pensiamo’ alla prevenzione”. Ma soprattutto facciamoci controllare. Lo dice anche Miriam Candurro: “Controllatevi, almeno una volta l’anno. La prevenzione non solo vi salva la vita, ma fa vivere anche più sereni”.

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