Arianna Gregis (Bayer): “Anticipare i tempi grazie a innovazione e AI”

Arianna Gregis Bayer
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Una pipeline che conta oltre 30 progetti in varie fasi di sviluppo clinico, di cui sette nelle terapie geniche e cellulari, per un’azienda con oltre 160 anni di storia orientata alla ricerca, che in questa fase punta forte su collaborazioni strategiche, ma anche sulle nuove tecnologie come i Big data e l’intelligenza artificiale. A illustrare a Fortune Italia i progetti di Bayer anche nel nostro Paese è una donna della finanza ‘rapita’ dal pharma: Arianna Gregis, dal gennaio 2023 Country Division Head Pharmaceuticals di Bayer Italia. 

‘Cacciatori’ d’innovazione

Colosso del pharma da 100mila collaboratori con un fatturato da 47,6 mld di euro, Bayer è ancora oggi famosa nel mondo per la sua aspirina, che quest’anno compie 125 anni. Nel 2023 ha investito 5,8 mld di euro in R&S, ma se fino a tempi recenti il gruppo puntava su una ricerca ‘fatta in casa’, qualche anno fa è iniziato un nuovo approccio: “Vogliamo scoprire dove si fanno gli studi più innovativi, per portare idee di tutto il mondo nella pratica clinica”.

Un’operazione “che ci spinge a collaborare con università, startup e centri all’avanguardia. Un esempio tangibile – spiega Gregis – è il programma di investimenti ‘Leaps’, che ha destinato 1,9 miliardi di dollari in oltre 60 startup tra il 2015 e il 2023. Anziché concentrare gli investimenti in poche aree specifiche, Leaps esplora opportunità più ampie per affrontare le maggiori sfide di agricoltura, salute e benessere attraverso le scoperte scientifiche, seguendo la logica del venture capital”.

“Abbiamo oltre 100 ‘alleanze strategiche’, fra cui cito quelle con le biotech BlueRock e AskBio, che poi abbiamo acquisito al 100% senza però  inglobarle, ma lasciandole indipendenti in modo che possano lavorare in modo flessibile e dinamico. Un modello innovativo per il pharma, che ci sta dando grandi risultati”.

Il futuro è nelle terapie geniche e cellulari

“La sfida è anticipare i tempi. E ne è prova la nostra pipeline, che al momento comprende oltre 30 progetti in varie fasi di sviluppo clinico, di cui sette nelle terapie geniche e cellulari. Vogliamo portare un’innovazione dirompente sul mercato, cambiando il corso delle malattie. Dal 2020 abbiamo investito oltre 3,5 mld di euro nella costruzione della nostra piattaforma CGT (cell and gene therapies). Un altro esempio del nostro investimento in questo settore è stata la recente inaugurazione della prima struttura di terapie cellulari a Berkley, in California. L’investimento di 250 mln di dollari consente capacità di produzione flessibili e di alta qualità per terapie future. Inoltra supporta la produzione di terapie necessarie per studi clinici e il potenziale lancio del nostro candidato farmaco nel trattamento del morbo di Parkinson (l’anno scorso sono stati presentati dati di fase I estremamente positivi, confermando i piani di iniziare uno studio di Fase II nel 2024). Inoltre, un’altra terapia genica candidata al trattamento dei pazienti con Parkinson dovrebbe iniziare la Fase II entro la fine dell’anno”.

Medicina di precisione

In questo caso parliamo soprattutto di oncologia. “Stiamo sviluppando farmaci per trattare i pazienti in base al profilo genomico dei loro tumori – dice Gregis – ma approcci personalizzati simili vengono applicati per affrontare sfide complesse in cardiologia, nefrologia e malattie cardiorenali. Oggi – ricorda la manager – sappiamo che c’è una grande variabilità tra i pazienti affetti dalla stessa tipologia di cancro. L’ambizione è trattare ogni paziente in base alle caratteristiche genomiche del suo tumore. Ma affinchè la  medicina di precisione diventi realtà, occorrono test molecolari che determinino l’idoneità di un paziente ai trattamenti. Un’offerta che – sottolinea la manager – deve essere uniforme a livello di Paese”.

Insomma, non mancano le sfide, ma “l’obiettivo finale è offrire la terapia corretta alla persona giusta, al momento giusto”. Proprio il 20 marzo scorso Bayer AG e Thermo Fisher Scientific Inc. hanno annunciato una collaborazione per lo sviluppo congiunto di test diagnostici complementari basati sul sequenziamento di nuova generazione. Ma Bayer ha in programma lanci anche in oftalmologia e nella terapia non ormonale della menopausa.

AI per i clinici e per nuovi farmaci

AI fa rima con ricerca. “Stiamo lavorando sull’intelligenza artificiale su un doppio binario: per i clinici e per la farmaceutica”, puntualizza Gregis. Nel gennaio 2023 è stato firmato un accordo con Google Cloud con cui, grazie all’intelligenza artificiale e alla fisica quantistica, è possibile modellare in silico i sistemi biologici e chimici e, quindi, accelerare la scoperta di nuovi farmaci.

“L’accordo con Calantic Digital Solutions punta invece a semplificare e a rendere più veloce e accurato il lavoro dei clinici radiologi che devono interpretare le immagini diagnostiche: abbiamo creato Calantic Digital Solution, una piattaforma digitale in cloud che sfrutta deep e machine learning applicati alla diagnostica per immagini. Il paziente così potrà avere diagnosi sempre più precise e nel minor tempo possibile. C’è grande attesa nella comunità scientifica per questa novità che promette di ridurre sensibilmente il rischio di errore e il carico di lavoro del medico”, sottolinea. E i tempi? “Siamo ancora in fase di sperimentazione, ma aspettiamo l’arrivo di Calantic in Italia nel 2024”.

C’è poi TeraPiù, “un progetto totalmente made in Italy: si tratta di una app per smartphone che sfrutta sofisticati algoritmi di AI, con all’attivo oltre 190mila download, concepita per ottimizzarel’aderenza terapeutica: perchè i farmaci sono efficaci se vengono utilizzati in modo adeguato”, ricorda.

Una storia particolare

Gregis vanta un curriculum peculiare: prima gli studi di Economia negli Usa, poi una carriera in finanza presso Merrill Lynch International di New York, quindi 20 anni come Executive Manager nel pharma. Dal 2006 Gregis fa parte del Gruppo Bayer dove ha maturato solide competenze, ricoprendo posizioni di crescente responsabilità. Ma come mai dalla finanza il salto nel pharma? “Ho iniziato col sogno di lavorare a Wall Street, e l’ho fatto con passione per poi accorgermi che mi mancava quello che chiameremmo oggi ‘purpose'”.

“Così ho iniziato a guardarmi intorno e, grazie a un programma accelerato per talenti sono stata scelta per lavorare nel marketing in oncologia. Un incontro con una persona visionaria, che mi ha portato a dover dimostrare un valore aggiunto, ma mi ha anche profondamente arricchito grazie al contatto con i pazienti. Quello che mi ispira è l’obiettivo di avere un impatto positivo e concreto nella vita delle persone. Per questo mi sono mossa di area terapeutica in area terapeutica e di Paese in Paese, negli ultimi anni tra Svizzera e Inghilterra. Due anni fa poi sono diventata mamma, e questo è diventato ancor più importante”.

Ma la vita è fatta anche di sliding doors. “Mentre cercavo lavoro – continua Gregis – sono andata in una fiera proprio allo stand Bayer, che conoscevo per l’aspirina, e ho cercato di lasciare il curriculum, ma mi hanno detto: ‘No, col tuo background non ci servi’. All’epoca sono rimasta malissimo, poi ho trovato un altro lavoro, ci hanno acquisito e sono arrivata in Bayer. Ecco, il mio consiglio ai giovani è di mantenere la barra dritta e impegnarsi in quelle che sono le nostre aspirazioni, anche se arriva qualche no”, conclude la manager.

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