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Diventare mamma dopo un tumore al seno

mamma che allatta
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Marzia Salgarello

Marzia Salgarello, chirurgo plastico ricostruttivo presso la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, Presidente Beautiful After Breast Cancer (BABC) Italia Onlus

La diagnosi di tumore al seno può coinvolgere anche donne molto giovani che, una volta affrontato il percorso oncologico, spesso si domandano se sia possibile intraprendere una gravidanza. Negli ultimi anni la letteratura scientifica ha supportato l’idea che diventare mamma dopo essere guarita da un tumore al seno è solitamente possibile. Ma come cambia in gravidanza il corpo di una donna ricostruita con la protesi mammaria?

A differenza delle altre donne, la paziente che ha fatto la mastectomia e la ricostruzione con la protesi mammaria non vedrà aumentare il volume del seno ricostruito, poiché questo è costituito interamente dalla protesi. Infatti, anche se l’aspetto esterno è apparentemente normale, perché è presente l’areola e il capezzolo, come accade nella mastectomia nipple-sparing, la ghiandola mammaria è stata asportata e quindi non può crescere sotto lo stimolo degli ormoni della gravidanza.

Oppure può trattarsi di una donna che ha fatto la ricostruzione con i propri tessuti e non con la protesi, un tipo di intervento che dà risultati molto più stabili e naturali nel tempo, ma che necessita di “attingere” tessuto, principalmente dall’addome.

Questo tipo di ricostruzione, infatti, permette al seno ricostruito di modificarsi nel tempo, seguendo i cambiamenti fisiologici del corpo: il seno ricostruito ingrassa se la paziente prende peso, invecchia con la paziente e dunque scende come fa il seno originario. In questo caso in gravidanza il seno ricostruito con i lembi di pancia si modifica, ovvero può aumentare di volume per l’ingrassamento della paziente, ma certamente non può allattare, poiché il seno è costituito di tessuto adiposo addominale e non di tessuto ghiandolare.

Bisogna inoltre sottolineare che dopo la ricostruzione con il tessuto addominale è opportuno aspettare la stabilizzazione delle cicatrici e dei tessuti per circa un paio d’anni prima di pensare ad intraprendere la gravidanza.

A fronte di una maggiore sopravvivenza nelle donne con tumore al seno, è davvero importante occuparsi della vita dopo la malattia. E la maternità è di certo una tappa della vita cui anche coloro che hanno superato una diagnosi di tumore al seno oggi non devono rinunciare.

È il caso di Luciana, che ha ricevuto la diagnosi di tumore al seno a soli 26 anni. Al Policlinico Gemelli è stata sottoposta a una mastectomia sinistra e ad una ricostruzione immediata con protesi, durante la quale siamo intervenuti con una piccola protesi anche sull’altro seno, quello sano, per un risultato estetico più simmetrico. Luciana oggi ha 39 anni ed è mamma di una bimba nata tre anni fa. Ha avuto non solo la possibilità di realizzare il suo sogno di maternità, ma anche di allattare sua figlia dal seno destro, quello sottoposto a un intervento per renderlo più simile a quello ricostruito.

*Marzia Salgarello, chirurgo plastico ricostruttivo presso la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs, Presidente Beautiful After Breast Cancer (BABC) Italia Onlus.

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