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Inquinamento, l’effetto sulla salute mentale

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La celebrazione della Giornata mondiale della Terra 2024 è stata un’occasione per dimostrare l’impegno nel proteggere e rispettare il nostro pianeta. La tradizione e’ iniziata nel 1970, quando negli Stati Uniti fu organizzata una manifestazione per protestare contro la presenza di sostanze chimiche tossiche nell’acqua potabile, l’inquinamento atmosferico e gli effetti dei pesticidi. Come risultato in molti Paesi furono creati degli enti governativi per la protezione dell’ambiente. Sfortunatamente 54 anni dopo, molti degli stessi problemi sono ancora presenti, tra questi uno in praticolare, l’inquinamento atmosferico, che oggi è considerato un’emergenza sanitaria a livello mondiale.

L’esposizione agli inquinanti atmosferici è un problema serio per la salute pubblica, in quanto è correlata all’insorgenza di malattie croniche come l’asma, il cancro ai polmoni e le patologie cardiovascolari. Si calcola che l’inquinamento atmosferico uccida circa 9 milioni di persone ogni anno, e non a caso l’Organizzazione Mondiale della Sanità lo ha definito come uno dei più grandi problemi per la salute ambientale.

Da notare sono alcuni studi che suggeriscono un legame tra l’esposizione a piccoli inquinanti atmosferici, noti come PM 2,5, e lo sviluppo delle demenze: vi è un aumento del 17% nell’incidenza della demenza per ogni 2 microgrammi in piùnell’esposizione annuale a queste particelle.

Ancora più inquietante è un altro studio recente, in cui gli autori hanno esaminato l’effetto che l’esposizione agli inquinanti atmosferici ha sulla salute del cervello in tenera età. I risultati dimostrano che nei soggetti esposti a tali inquinanti il danno cerebrale inizia nell’utero e continua in età pediatrica, e che quando l’individuo raggiunge la metà o la fine dei vent’anni il cervello ha accumulato una quantità di patologie e danni irreversibili che tipicamente si riscontrano in soggetti adulti con malattia dell’Alzheimer o il Parkinson.

Mentre alcuni Paesi come gli Stati Uniti hanno annunciato un nuovo e più basso standard annuale di qualità dell’aria ambiente per le Pm 2,5 da 12,0 mg/m3 a 9,0 mg/m3, si stima che quasi il 90-95% la popolazione mondiale è o è già stata esposta da decenni a livelli dannosi di queste particelle. Sebbene i meccanismi attraverso i quali questi inquinanti influenzino il rischio di demenza non siano del tutto noti, poiché essi attraversano facilmente la placenta e la barriera ematoencefalica, possono esercitare un impatto deleterio sul cervello a qualsiasi età.

Questi nuovi dati dovrebbero convincere i governi che una ridotta esposizione all’inquinamento atmosferico può avere un’influenza positiva sulla salute pubblica, contribuendo a ridurre l’incidenza di molte malattie tra cui la demenza sia nei giovani che negli adulti. È imperativo lavorare per un futuro migliore per noi stessi e per le generazioni che verranno adottando azioni individuali e collettive come camminare, andare in bicicletta o prendere i mezzi pubblici invece di guidare, con l’obiettivo di contribuire a ridurre l’inquinamento.

Per finire vorrei accennare ad un’altra fonte, spesso trascurata, di PM 2.5: gli incendi boschivi. Studi hanno dimostrato che in quasi il 90% di questi casi gli esseri umani ne sono responsabili. Questa è un’altra area in cui tutti possiamo avere un impatto seguendo alcune regole volte a ridurne il rischio: accendere un falò sempre in un luogo aperto e lontano da sostanze infiammabili, oppure tenere i veicoli lontani dall’erba secca, o provocare scintille il piu’ lontano possibile dalla vegetazione secca.

Non c’è dubbio che tutti noi possiamo e dobbiamo adottare misure volte a proteggere, rispettare, e amare l’unica casa che abbiamo per noi stessi e per le generazioni future: il pianeta Terra. Insieme possiamo raggiungere questo obiettivo con il goal di ridurre l’incidenza di malattie croniche come la demenza, ma anche, e soprattutto, con l’impegno di lasciare alla prossima generazione questo pianeta in una condizione migliore di quella che ci è stata lasciata dalla generazione che ci ha preceduto.

*Domenico Praticò, Direttore dell’Alzheimer’s Center at Temple e professore di Scienze Neurali presso la Lewis Katz School of Medicine, Temple University, Philadelphia.

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