“L’ottimismo è il profumo della vita”. Chi non ricorda la celebre frase di Tonino Guerra, divenuta anche uno spot di successo? Forse però bisognerebbe aggiungere un ulteriore tassello in chiave economica a questo stimolo a pensare positivo. Perché, a differenza di quanto molti credono, essere ottimisti per gli anni che verranno non significa essere “cicale” spendendo e spandendo con la certezza di continuare ad incrementare i guadagni, ma piuttosto comportarsi da “formichine”.
Tanto da sfruttare il vedere rosa nel futuro per mettere da parte risorse. A segnalare come essere ottimisti sul futuro possa favorire la propensione al risparmio, soprattutto per chi non ha grandi disponibilità economiche, è uno studio coordinato da Joe Gladstone dell’Università del Colorado Boulder e Justin Pomerance dell’Università del New Hampshire, apparso su ‘Journal of Personality and Social Psychology’.
Come si legge in una nota dell’American Psychological Association, insomma, l’ottimismo potrebbe diventare il sale del risparmio. “Pensiamo spesso all’ottimismo come a degli occhiali rosa che potrebbero portare le persone a risparmiare meno per il futuro – segnala Gladstone – Ma la nostra ricerca suggerisce che l’ottimismo potrebbe in realtà essere un’importante risorsa psicologica che aiuta le persone a risparmiare, soprattutto quando si trovano ad affrontare difficoltà economiche”.
I dettagli
Lo studio, per la cronaca, ha preso in esame le informazioni derivanti da otto grandi sondaggi sulla popolazione negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in 14 Paesi europei, con oltre 140.000 partecipanti totali. I sondaggi includevano una qualche misura dell’ottimismo dei partecipanti oltre a chiedere dati sul reddito, sui risparmi e, in alcuni casi, sulle attività in generale. Tre dei sondaggi erano trasversali, il che significa che i partecipanti sono stati intervistati in un momento specifico. Cinque erano longitudinali, in cui i partecipanti sono stati intervistati più di una volta nell’arco di anni.
In tutte le rilevazioni si è scoperto che i partecipanti più ottimisti hanno dichiarato di avere più risparmi, in media. Ad esempio, un aumento di una deviazione standard nell’ottimismo è correlato a un aumento di 1.352 dollari nei risparmi per le famiglie con un saldo di risparmio mediano di 8.000 dollari. Il tutto, indipendentemente da variabili demografiche ed altri elementi che potrebbero influenzare sia i risparmi che l’ottimismo, come età, sesso, stato della relazione, stato genitoriale, stato socioeconomico infantile, salute, stato occupazionale e i tratti della personalità “Big Five” (coscienziosità, estroversione, gradevolezza, tendenza al nevroticismo e apertura all’esperienza).
Gli ottimisti e il risparmio
Risultato: l’ottimismo sembra anche esercitare un’influenza leggermente più forte sul comportamento di risparmio rispetto all’alfabetizzazione finanziaria e alla tolleranza al rischio. L’effetto dell’ottimismo inoltre è stato più forte per le persone con redditi più bassi. Secondo Gladstone, si tratta di una osservazione attesa: con redditi più elevati, le persone spesso hanno più modi per risparmiare automaticamente, come attraverso i pagamenti del mutuo (che contribuiscono al capitale della casa) e i contributi pensionistici. Oppure possono semplicemente essere in grado di risparmiare perché non hanno bisogno di spendere tutti i soldi che guadagnano.
“Per qualcuno che vive di stipendio in stipendio, risparmiare può sembrare inutile – commenta l’esperto – Ma una prospettiva ottimistica può fornire la motivazione per mettere da parte denaro nonostante le sfide attuali”. Insomma, speriamo nel futuro. E magari anche il conto in banca crescerà!
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