Più di 150 casi di morbillo da gennaio: quando si dice: un tuffo nella realtà. L’epidemia in Texas continua a preoccupare e il segretario alla Sanità Robert Kennedy – noto per le sue posizioni no-vax – è costretto a rivedere le sue posizioni sui vaccini. “Riconosco il grave impatto del focolaio sulle famiglie, i bambini e gli operatori sanitari”, ha detto. Ebbene, dalla ricerca italiana arriva uno strumento tech prezioso per la lotta a questa malattia esantematica.
Parliamo del Measles Tracker, una piattaforma innovativa progettata dai “tre moschettieri dell’epidemiologia” Francesco Branda, Massimo Ciccozzi (Università Campus Bio-Medico di Roma) e Fabio Scarpa (Università di Sassari). Uno strumento agile ed efficace, pensato per migliorare la conoscenza e la risposta alle malattie infettive. Anche nell’ottica del Giubileo.
I precedenti
Il gruppo di ricerca non è nuovo a questo tipo di iniziative, come dimostra il caso di ArboItaly, una piattaforma per la sorveglianza degli arbovirus in Italia, e il database di monitoraggio per l’influenza aviaria, solo per citarne alcuni, con l’obiettivo di migliorare la comprensione e la gestione delle malattie infettive emergenti.
Il nuova Measles Tracker è nato per colmare le lacune nella raccolta e nell’analisi dei dati sulle epidemie di morbillo negli Stati Uniti, e non solo. Il morbillo è una delle malattie più contagiose conosciute, con un tasso di riproduzione (R₀) stimato tra 12 e 18, il che significa che una persona infetta può contagiare fino a 18 individui. Per prevenire focolai, è necessaria una copertura vaccinale di almeno il 95% della popolazione, ma in molte aree del pianeta i tassi di vaccinazione sono inferiori a questa soglia, aumentando il rischio di diffusione della malattia.
“Uno dei principali ostacoli alla gestione efficace delle epidemie di morbillo è la frammentazione dei dati. Le informazioni su casi, tassi di vaccinazione e focolai sono spesso sparse tra istituzioni diverse: dipartimenti sanitari locali, ospedali e organizzazioni internazionali. Questa dispersione rende difficile l’analisi dei trend epidemiologici e la pianificazione di interventi mirati”, dice Branda a Fortune Italia.
La soluzione per una strategia anti-morbillo (e non solo)
Il Measles Tracker risolve questo problema aggregando dati da più fonti e standardizzandoli in un unico spazio digitale accessibile in tempo reale. Il database include dettagli su: numero di casi segnalati per Stato e contea; copertura vaccinale della popolazione suddivisa per età e area geografica; andamento temporale delle epidemie, con aggiornamenti settimanali.
“Oltre alla raccolta dati, un obiettivo fondamentale del Measles Tracker è la sensibilizzazione dell’opinione pubblica. Il calo delle vaccinazioni negli Stati Uniti e in altri Paesi è spesso legato alla diffusione di disinformazione e scetticismo nei confronti dei vaccini. Grazie alla piattaforma, cittadini, giornalisti e operatori sanitari possono accedere a dati aggiornati e trasparenti sulla diffusione della malattia, aumentando la consapevolezza sui rischi del morbillo”, scrivono i tre epidemiologi.
L’efficacia della piattaforma è stata dimostrata durante il monitoraggio dell’epidemia di morbillo negli Stati Uniti nel 2025 attraverso la creazione di mappe interattive e dashboard pubbliche, come quella relativa alla situazione in Texas, che consente di visualizzare il numero di casi per contea, lo stato delle vaccinazioni e le tendenze temporali dell’epidemia.
La lezione della storia e la tecnologia
“Se c’è una lezione che la storia delle malattie infettive ci ha insegnato – spiega Branda – è che prevenzione e informazione sono armi essenziali per proteggere la salute pubblica. La tecnologia ci offre oggi strumenti senza precedenti per anticipare e contenere le epidemie, ma la loro efficacia dipende dalla nostra capacità di utilizzarli in modo tempestivo e responsabile. Il Measles Tracker non è solo un archivio di dati, ma un ponte tra scienza e società, un esempio concreto di come la ricerca possa tradursi in un impatto reale sulla salute delle persone”.
“La sfida che abbiamo di fronte non è solo quella di raccogliere dati, ma di trasformarli in conoscenza accessibile e comprensibile a tutti. Perché la scienza non deve restare confinata nei laboratori o nei modelli matematici: deve parlare a tutti, con parole semplici e chiare”, conclude Francesco Branda. Per costruire insieme, grazie alla conoscenza, un futuro più sicuro per tutti gli abitanti del pianeta.