Mentre l’Italia fa i conti con un clima pazzerello, che alterna giornate quasi estive a rigurgiti d’inverno, la curva dell’influenza si avvicina ai livelli di base.
Ma, se facciamo due conti, scopriremo che i numeri della stagione sono diventati importanti: tra virus ‘cugini’ e vera e propria influenza nella settimana dal 17 al 23 marzo sono stati circa 431.000 gli italiani finiti a letto. Salgono così a 14,5 mln i connazionali colpiti dall’inizio della sorveglianza, come spiegano i medici sentinella dell’Istituto superiore di sanità (Iss) nel loro ultimo report.
I numeri
Il virologo Fabrizio Pregliasco e l’epidemiologo Massimo Ciccozzi l’avevano previsto. E, complice il meteo, la ‘coda’ dei virus anche quest’anno rischia di rivelarsi piuttosto lunga.
La buona notizia è che l’incidenza dell’influenza e dei patogeni affini nel nostro Paese è scesa a 7,3 casi per mille assistiti (erano 8,3 nella settimana precedente). Il dato è in netta diminuzione in tutte le fasce di età, anche se i bimbi sotto i 5 anni sono ancora i più bersagliati, con 20,5 casi per mille assistiti (contro 22,2 nella settimana precedente).
Insomma, febbre, tosse e dolori alle ossa non sono stati archiviati, almeno per il momento. E spesso gli untori sono ancora una volta i più piccini.
Ma che virus circolano adesso?
Mentre continua a diminuire la percentuale dei campioni risultati positivi all’influenza (15,5%), rispetto alla settimana precedente (21,2%), le analisi hanno rivelato la presenza di virus respiratorio sinciziale e altri patogeni respiratori fra cui rhinovirus, metapneumovirus, coronavirus umani diversi da Sars-CoV-2, adenovirus, bocavirus, Sars-CoV-2 e virus parainfluenzali.
Quanto durerà ancora l’influenza?
Mentre cresce l’attenzione sull’aviaria, che ha colpito anche la prima pecora in (Gran Bretagna), guardando alla salute umana il confronto con gli anni precedenti mostra che la curva del 2024-25 si trova a un livello più elevato rispetto alle altre: la stagione influenzale è partita un po’ più tardi ma non si è ancora conclusa.
Anche se in sette Regioni (Valle d’Aosta, PA di Bolzano, PA di Trento, Veneto, Toscana, Umbria e Molise) l’incidenza è tornata ai livelli di base. Mentre la regione più colpita è la Campania.