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Fertilità e batteri: quando il microbiota fa la differenza

microbiota fertilità
Adyen Articolo
Velasco25

Sono davvero interessanti i risultati delle ricerche sul microbiota. Via via che vanno avanti, scopriamo i molti, anche insospettabili, effetti dei miliardi di batteri, funghi e microrganismi che abitano nel nostro intestino. E ora apprendiamo che potrebbero influire persino sul futuro della nostra specie. O, meglio, sulla fertilità umana.

Stando a una ricerca pubblicata su Scientific Reports da studiosi dell’Università di Pechino, all’interno del microbiota intestinale sono stati identificati 15 gruppi di batteri alleati della fertilità maschile e femminile. E questo è un bene. Ma anche due ceppi ‘cattivi’, ovvero nemici della capacità riproduttiva. Che cosa vuol dire?

Fertilità e microbiota: i batteri che insidiano quella di lui

Questione di coppia (e batteri)

Iniziamo col dare qualche numero: nel 2024 in Italia sono nati appena 370mila bebè, il 2,6% in meno rispetto al 2023. Come ha segnalato l’Istat, siamo di fronte a un nuovo minimo storico in termini di fecondità, complice la trappola demografica che ha portato progressivamente alla riduzione dei potenziali genitori

“L’infertilità ha non solo un profondo impatto sulla coppia, ma rappresenta una sfida, sia a livello nazionale che internazionale, anche dal punto di vista economico e sociale. Nonostante su scala globale colpisca 186milioni di persone e in Italia riguardi quasi 2 coppie su 5, i fattori di rischio dell’infertilità sono ancora poco noti ed esplorati”, commenta Linda Vignozzi, presidente della Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità e ordinaria di Endocrinologia all’Università di Firenze, a margine del Congresso organizzato dalla Società Italiana dAndrologia e Medicina della Sessualità (SIAMS), in corso a Firenze.

Ecco allora che lo squilibrio del microbiota intestinale può essere un fattore cruciale nell’insorgenza dell’infertilitàI ricercatori dell’Università di Pechino hanno usato dati genetici per determinarne la composizione. Lo studio ha analizzato le informazioni derivate da campioni raccolti su oltre 18mila persone provenienti da vari Paesi, tra cui Stati Uniti, Israele, Corea del Sud, Germania e Regno Unito, tra i 50 e i 62 anni. Questi dati sono stati poi combinati con quelli relativi a un campione di 994 uomini infertili e 9.831 donne con lo stesso problema. 

Fertilità: a caccia di buoni e cattivi

I ricercatori cinesi hanno studiato 196 tipologie di batteri per valutarne l’impatto sulla capacità riproduttiva maschile e femminile. In questo modo hanno scoperto i 17 che sembrerebbero influenzare la fertilità

“Per quanto riguarda gli uomini – dice Vignozzi – sono stati identificati 5 gruppi di batteri con effetto protettivo,come quelli appartenenti ai gruppi Bacteroidaceae e Enterobacteriales, tra i quali l’Escherichia coliÈ stata, invece, collegata a un rischio maggiore di infertilità maschile, la presenza deibatteri del genere Allisonella che, promuovendo lo stress ossidativo, favoriscono un microambiente infiammatorio danneggiano il Dna degli spermatozoi, riducendone numero e motilità”. 

Per le donne invece solo un gruppo batterico ha mostrato uninfluenza negativa sulla fertilità, “alterando la concentrazione di estrogeni circolanti, che può provocare ovaio policistico ed endometriosi. Gli altri 10 tipi tra cui, ad esempio, quelli appartenenti al gruppo Bifidobacterialessono stati associati a una migliore capacità riproduttiva femminile.

Siamo ancora all’inzio, ma questi studi potrebbero migliorare la comprensione delle forme cosiddette idiopatiche, ovvero apparentemente senza una causa, aprendo la strada a nuove strategie per migliorare la fertilità, secondo la presidente SIAMS.

Microbiota in salute

Ma allora, se i batteri che vivono nel nostro intestino sono importanti anche per la fertilità, come assicurarci un microbiota sano? “È fondamentale è una dieta equilibrata con alimenti ricchi di fibre prebiotiche, attraverso frutta, verdura e cereali integrali, l’assunzione di probiotici naturali come lo yogurt e optare per grassi sani, come gli omega3 del pesce azzurro, l’olio di oliva e le noci”, conclude Vignozzi, suggerendo anche di limitare il consumo di zuccheri e di alimenti trasformati, ridurre fumo e alcol, ed evitare l’uso eccessivo di antibiotici.

La ‘dieta’ del microbiota, come alimentare i batteri buoni

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