Donald Trump ne è sempre stato convinto: la pandemia di Covid è partita dal famoso Institute of virology di Wuhan. Una fuoriuscita che, anche secondo alcune agenzie federali Usa, è il risultato delle ricerche ‘gain of function’ effettuate nel laboratorio – un tipo di ricerca sui patogeni molto discusso nella comunità scientifica per i rischi potenziali che presenta. Per questo il presidente Usa ha firmato un ordine esecutivo lunedì per limitare ulteriormente gli esperimenti che possono rendere più dannosi agenti patogeni e tossine.
La firma segna la fine dei finanziamenti federali Usa per alcuni programmi di ricerca all’estero che prevedono la modifica di agenti patogeni (soprattutto in Paesi considerati rischiosi, come la Cina e l’Iran), ma chiede anche nuove regole per supervisionare esperimenti su suolo americano che non siano stati finanziati direttamente dagli Usa.
La teoria del laboratorio di Wuhan
La teoria che il Sars-CoV-2 sia fuoriuscito da un laboratorio cinese esiste dal 2020 e con il secondo mandato di Trump alla Casa Bianca ha preso sempre più piede, anche tra le agenzie governative. Firmando l’ordine esecutivo Trump ha ricordato che dall’inizio della pandemia ha sostenuto che dal laboratorio di Wuhan “uno scienziato è uscito per andare a pranzo con la sua ragazza o con altre persone – ed è così secondo me che è fuoriuscito” il virus.
La decisione di Trump è arrivata nello stesso giorno in cui l’Europa cerca di attirare i ricercatori Usa con un piano da 500 milioni di euro approfittando del rapporto sempre più difficile tra Casa Bianca e scienziati, anche dopo il taglio dei fondi di Harvard deciso dal presidente. Ma, al di là delle tempistiche, le radici dell’ordine esecutivo di Trump sono più profonde.
Cosa è la ricerca ‘gain of function’
La ricerca ‘gain of function’, letteralmente ‘guadagno di funzione’, prevede di fatto di aggiungere funzioni a virus o batteri. Questo può servire ad esempio a capire quali mutazioni di un determinato virus, come quello dell’influenza aviaria, potrebbero provocare una pandemia. Di conseguenza, l’obiettivo è lo sviluppo di vaccini. Secondo chi critica questo tipo di ricerca, semplicemente, il gioco non vale la candela.
Quando gli Usa finanziavano Wuhan
Secondo quanto ricostruisce il New York Times, i finanziamenti federali a questo tipo di esperimenti erano già stati interrotti nel 2014. Il divieto è stato tolto sotto la prima amministrazione Trump, che ha istituito una nuova procedura d’esame per questo tipo di ricerca. Inoltre va ricordato che nella scorsa decade il governo americano aveva finanziato proprio il Wuhan Institute attraverso una no profit, EcoHealth Alliance. Il grant in questione è stato tagliato durante la prima amministrazione Trump e reintrodotto, in maniera parziale, alla fine del suo mandato.
Ap ha ricostruito che la re-introduzione del grant avvenne durante il primo mandato dell’attuale presidente Usa. Lo scorso anno, stavolta con Joe Biden alla Casa Bianca, il finanziamento è stato definitivamente cancellato per preoccupazioni relative alla mancata supervisione delle attività di ricerca a Wuhan. A complicare le cose, negli scorsi anni Anthony Fauci ha definito inadatta la definizione di gain of function per descrivere il lavoro di ricerca del laboratorio di Wuhan finanziato dagli Stati Uniti.
L’origine della pandemia e l’opinione di Fbi e Cia
Sull’origine della pandemia del 2020 ci sono stati tanti studi, molti dei quali hanno sostenuto come l’origine del virus fosse proprio il mercato degli animali di Wuhan individuato all’inizio della crisi sanitaria.
Ma a favore della teoria del ‘leak’ da laboratorio si sono schierate diverse agenzie federali Usa: il Dipartimento dell’Energia e l’FBI, ad esempio. Il National Intelligence council propende invece per la tesi opposta. Dopo aver detto durante gli anni dell’amministrazione Biden che non c’erano prove sufficienti per individuare l’origine della pandemia, con la nuova amministrazione Trump e il nuovo direttore John Ratcliffe anche la Cia ha detto di propendere per la fuga di laboratorio, nonostante non siano state presentate nuove prove di intelligence. Il giudizio si basa però su un’analisi più approfondita delle condizioni di sicurezza del laboratorio nel 2019.
Prima del cambio di opinione, il nuovo direttore aveva annunciato di volere una Cia meno ‘defilata’ riguardo l’origine della pandemia. Anche il direttore precedente, William J. Burns, spingeva perché la Cia arrivasse a una conclusione più netta, nonostante rispetto al successore non abbia mai favorito una teoria piuttosto che un’altra.
Cosa prevede l’ordine esecutivo
L’ultima modifica al modo in cui il governo Usa controlla gli esperimenti considerati pericolosi è arrivata sotto l’amministrazione Biden, nel 2023, ma l’ordine esecutivo di Trump la definisce un’iniziativa debole, con livelli di supervisione “insufficienti”. E impone all’Office of Science and Technology Policy di stabilire nuove regole, non solo per la ricerca effettuata in Paesi esteri. Tra l’altro, nello stesso ordine esecutivo si chiede di controllare anche gli esperimenti effettuati senza il contributo dei fondi federali Usa.
La nuova piattaforma per i vaccini
Nello stesso giorno dello stopo di Donald Trump alla ricerca considerata più “rischiosa”, il Governo Usa ha lanciato una piattaforma di nuova generazione per vaccini universali contro i virus a rischio pandemia.
È l’iniziativa lanciata dal Dipartimento Salute e Servizi umani (Hhs) e dai National Institutes of Health (Nih) americani. “Un passo avanti decisivo verso la trasparenza, l’efficacia e per una preparazione completa”, viene definito in una nota. Obiettivo è finanziare lo sviluppo interno ai Nih di “vaccini universali contro influenza e coronavirus, inclusi i candidati BPL-1357 e BPL-24910. Questi vaccini mirano a fornire una protezione ad ampio spettro contro diversi ceppi di virus pandemici come l’influenza aviaria H5N1 e coronavirus tra cui Sars-CoV-2, Sars e Mers”.
“Il nostro impegno è chiaro – afferma il segretario dell’Hhs Robert F. Kennedy Jr – Ogni innovazione nello sviluppo di vaccini deve basarsi su standard di eccellenza scientifici e di trasparenza e sottoporsi ai più elevati standard di test di sicurezza ed efficacia”. Il programma riallinea le attività della Barda (Biomedical Advanced Research and Development Authority) con la sua missione statutaria ai sensi del Public Health Service Act: prepararsi a tutte le minacce virali influenzali, non solo a quelle attualmente in circolazione, si legge nella nota. “Generation Gold Standard rappresenta un cambio di paradigma”, spiega il direttore dei Nih, Jay Bhattacharya. “Estende la protezione vaccinale oltre i limiti specifici di ogni ceppo e prepara alle minacce virali influenzali – non solo quelle di oggi, ma anche quelle di domani – utilizzando la tecnologia vaccinale tradizionale, portata nel XXI secolo”.