A insidiare la salute dei giovanissimi italiani c’è anche l’obesità. E i risultati del Progetto Scuola della Fondazione Foresta ETS accendono i riflettori sul problema. Lo studio, partito lo scorso ottobre a Padova, ha coinvolto quasi seimila studenti delle scuole superiori. Stando al lavoro, l’obesità è in crescita soprattutto fra gli adolescenti maschi. Moltiplicando i rischi di sviluppare patologie cardiovascolari prima dell’età adulta.
“L’obesità in adolescenza non è solo un problema estetico o momentaneo”, ha detto Carlo Foresta, andrologo ed endocrinologo presidente della Fondazione omonima e promotore da vent’anni del ‘Progetto Scuola’ di prevenzione andrologica.
L’eccesso di peso, infatti, “comporta conseguenze dirette sul metabolismo, sulla fertilità, sulla sessualità, e rappresenta un predittore importante di rischio cardiovascolare”. Se ne parlerà a Lecce il 9 e 10 maggio, all’interno del XVIII convegno di endocrinologia e medicina della sessualità su ‘Obesità, osteoporosi, infertilità: un complesso sindromico dilagante’. Ma vediamo meglio qualche dato sui giovanissimi.
I dati sugli adolescenti italiani
Stando agli ultimi report dell’Istituto Superiore di Sanità, oltre il 22% degli adolescenti italiani presenta un eccesso ponderale. Tra i maschi di 17 anni, la quota sale a quasi il 24%, con un 3,9% classificato come obeso. C’è, inoltre, un chiaro gradiente Nord-Sud: regioni meridionali come la Campania presentano tassi di adolescenti sovrappeso/obesi superiori al 25-30%, con la Puglia al 27%; in alcune regioni del Nord (come il Trentino Alto Adige) i valori scendono sotto il 15%.
In generale, almeno 1 adolescente su 4 nel Mezzogiorno risulta in eccesso di peso, a fronte di quote sensibilmente inferiori nelle regioni settentrionali.
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La forbice che si allarga e l’effetto vitamina D
E la ‘fotografia’ dello studio di Padova non attenua le preoccupazioni. I giovanissimi maschi sono più spesso afflitti da obesità rispetto alle coetanee (18% contro 12%), con una forbice sempre più ampia rispetto a 8 anni fa, quando la differenza era di due punti percentuali.
Le conseguenze sulla salute includono disfunzioni sessuali (già il 20% degli obesi dichiara di averne almeno una già a 18 anni, contro meno del 10% dei coetanei normopeso), ma anche i tipici fattori di rischio cardiovascolare dell’adulto, come ipertensione, iperglicemia e ipercolesterolemia.
A tutto ciò si somma lo studio condotto dall’equipe di Foresta, in collaborazione con Andrea Di Nisio dell’Università Pegaso, su oltre 100 ragazzi italiani tra 11 e 14 anni, nell’ambito di un progetto di prevenzione dell’obesità e della salute andrologica e pubblicato sulla rivista internazionale Endocrine. Quasi la metà del campione era in sovrappeso o obeso. Inoltre il 92% dei ragazzi obesi e il 76% dei normopeso risultavano avere livelli insufficienti di vitamina D.
Il rischio cardiometabolico
Una carenza che si è rivelata un indicatore indipendente di accumulo di fattori di rischio cardiovascolare, anche nei soggetti normopeso.
“Questo dimostra che l’obesità adolescenziale espone i ragazzi, già in tenera età, a fattori di rischio cardiometabolico, che se non corretti nell’adulto – avverte Foresta – possono svilupparsi precocemente in patologie cardiovascolari severe. Per non parlare del rischio di ipogonadismo ed infertilità, confermato già da diversi studi che mostrano come la funzionalità testicolare del giovane obeso sia già alterata e si mantenga tale durante tutto la fase di sviluppo sessuale dell’adolescenza”.
Queste tre patologie sono spesso interconnesse, soprattutto nel maschio infertile: quasi il 50% dei giovani infertili è obeso, ipogonadico e presenta una ridotta densità dell’osso, prodromica all’osteoporosi.