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Sms Covid tra von der Leyen e il Ceo Pfizer, addio al segreto

Pfizergate Ursula von der Leyen sms
Adyen Articolo
Velasco25

Novità sul caso degli sms tra la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il Ceo di Pfizer Albert Bourla in epoca Covid. Il Tribunale dell’Unione europea ha accolto il ricorso presentato dal quotidiano statunitense ‘New York Times’ e dalla giornalista Matina Stevis-Gridneff, annullando così la decisione con cui la Commissione aveva negato l’accesso ai messaggi. Dunque i fantomatici sms dovrebbero (o potrebbero) diventare pubblici.

Ma di che si tratta? Per gli appassionati del complotto, il cosiddetto caso Pfizergate è irresistibile: personaggi di spicco coinvolti tra Europa e America, sms spariti, miliardi di euro spesi (e incassati) per i tanto detestati (ma all’epoca desiderati) vaccini anti-Covid.

Dobbiamo fare un passo indietro e tornare con la memoria al periodo tra il 1 gennaio 2021 e l’11 maggio 2022, quando tutti volevano i vaccini a mRna e la produzione faticava a stare al passo.

Pfizergate e il ‘giallo’ degli sms di Ursula von der Leyen, le novità

L’origine delle indagini

Il Pfizergate si era aperto a Liegi, dopo una denuncia penale presentata dal lobbista Frédéric Baldan. A lui si sono aggiunti in seguito i governi ungherese e polacco. La denuncia di Baldan poggiava sul presunto scambio di sms tra von der Leyen e Bourla subito prima del più grande accordo sui vaccini dell’Ue, in piena pandemia Covid-19, dal valore stimato in oltre 20 miliardi di euro.

Il tema è finito nel tempo al centro di una serie di interrogazioni al Parlamento europeo e il ‘New York Times’, che per primo aveva rivelato il presunto scambio, aveva avviato una causa parallela contro la Commissione europea, dopo che questa si era rifiutata di rivelare il contenuto dei messaggi in seguito a una richiesta di accesso ai documenti.

La stoccata del Tribunale

Il rifiuto era stato motivato dall’esecutivo Ue con l’asserita mancanza di tali documenti. Ma secondo il Tribunale la Commissione non ha fornito spiegazioni credibili né dettagliate sulle ricerche effettuate per individuare gli eventuali sms, né sui criteri adottati per considerare irrilevanti i messaggi nell’ambito dell’approvvigionamento dei vaccini contro Covid-19. “Le risposte fornite dalla Commissione durante l’intera procedura si basano su ipotesi o su informazioni imprecise e variabili. Al contrario, Stevis-Gridneff e il New York Times hanno fornito elementi coerenti e rilevanti a sostegno dell’esistenza degli scambi, in particolare tramite sms”, tra von der Leyen e Bourla.

Come riferisce Adnkronos, secondo la sentenza “la Commissione non può semplicemente affermare di non possedere i documenti, ma deve fornire spiegazioni credibili che permettano al pubblico e al Tribunale di comprendere perché quei documenti non si trovano”.

La replica della Commissione

La Commissione “prende atto della decisione odierna del Tribunale dell’Unione europea”, che ha annullato la decisione con cui l’esecutivo Ue aveva negato alla stampa l’accesso al possibile scambio di sms tra la presidente Ursula von der Leyen e l’amministratore delegato di Pfizer. E annuncia in una nota che “esaminerà attentamente la decisione del Tribunale e deciderà i prossimi passi”, anticipando che “a tal fine adotterà una nuova decisione con una spiegazione più dettagliata”.

Ma i documenti restano uccel di bosco. “Non è stato possibile identificare documenti che rientrino nell’ambito della richiesta”, ribadisce infatti la portavoce della Commissione Ue durante il briefing giornaliero con la stampa.

“Si trattava di una richiesta di accesso ai documenti”, sottolinea la portavoce, procedendo con la spiegazione operativa di cosa sia la procedura standard in questo caso. “La prima cosa che fa la Commissione è verificare se i documenti registrati che rientrano nell’ambito dell’inchiesta siano disponibili. La Commissione ha effettuato questo primo controllo e non ne ha trovati. Successivamente, si procede a verificare se il documento possa esistere ma non sia stato registrato”, continua, nel qual caso “si verifica e si chiede ai colleghi interessati se ci sono tali documenti. Questo è ciò che è stato fatto. E non è stato possibile identificare documenti che rientrino nell’ambito della richiesta”.

Di solito, la maniera di registrare uno scambio di messaggi come quello al centro del cosiddetto caso Pfizergate è copiare il testo in una email, oppure scansionare la schermata e salvarla negli spazi digitali appositi, chiarisce sempre la portavoce dell’esecutivo Ue. Dunque gli sms, che potrebbero essere svelati, sembrano ancora introvabili.

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