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Farmaceutica del futuro: tra robot e AI, ecco come cambierà

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Velasco25 Articolo
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La ricerca farmaceutica corre veloce, con soluzioni sempre più tech. Uno sguardo al futuro tra molte luci e qualche ombra.

Digital therapy, device intelligenti e farmaci viventi: la medicina sta cambiando molto in fretta. Ma quali sono le innovazioni destinate a fare davvero la differenza? “La medicina sta vivendo una trasformazione senza precedenti, grazie all’integrazione di tecnologie avanzate e approcci innovativi”, ci spiega Carlo Centemeri, farmacologo e tossicologo clinico dell’Università di Milano.

“Pensiamo solo all’impatto di intelligenza artificiale e machine learning. L’AI è in grado di analizzare grandi quantità di dati medici, dalle immagini diagnostiche agli esami del Dna, per rilevare malattie in fase precoce e con maggiore precisione. Ma ci aiuta anche a sviluppare trattamenti su misura per ogni paziente, basati sulle caratteristiche genetiche e cliniche. Inoltre sta accelerando la scoperta di nuovi farmaci e la previsione della loro efficacia. Non solo: dispositivi indossabili e sensori già consentono di monitorare i parametri vitali dei pazienti a distanza, migliorando la gestione delle malattie croniche. Mentre le app forniscono un supporto per i pazienti, il monitoraggio dell’attività fisica e la promozione di stili di vita sani. E le terapie digitali? Ormai vengono utilizzate per trattare disturbi mentali, dipendenze e altre condizioni, offrendo un’alternativa o un complemento alle terapie tradizionali”.

Contro le anomalie genetiche

C’è poi tutto il capitolo delle strategie che “mirano a correggere difetti genetici alla base di malattie ereditarie, offrendo potenzialmente cure definitive. Mentre la medicina rigenerativa si concentra sulla riparazione o sostituzione di tessuti e organi danneggiati, utilizzando cellule staminali e altre tecnologie – continua il farmacologo – ingegneria genetica e biologia sintetica permettono la creazione di cellule viventi modificate, che si comportano come minuscole fabbriche di farmaci, attive all’interno del corpo umano”.

Robot in sala operatoria e nanorobot per la farmaceutica

Nel frattempo i robot hanno conquistato le sale operatorie. “Offrono maggiore precisione e controllo durante gli interventi, riducendo il trauma per i pazienti. Ma ci sono anche gli esoscheletri che supportano la riabilitazione di persone con disabilità motorie e migliorano la mobilità. E i nanobot: una frontiera rivoluzionaria per la somministrazione mirata di farmaci e la diagnosi precoce di malattie”, continua Carlo Centemeri.

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La rivoluzione è in corso

Molte innovazioni sono già disponibili: “La stampa 3D consente di creare tessuti e organi artificiali per trapianti, offrendo nuove speranze a chi è in attesa di un donatore”. Idem per le protesi: è possibile in teoria stamparle su misura per il singolo paziente, migliorando la funzionalità e il comfort. “La stampa 3D crea anche modelli anatomici dettagliati per la pianificazione di interventi chirurgici complessi. Queste innovazioni, insieme a molte altre in fase di sviluppo, stanno aprendo nuove frontiere nella medicina, promettendo di migliorare la prevenzione, la diagnosi e il trattamento delle malattie, e di offrire una vita più lunga e sana per tutti”.

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A proposito di longevità

C’è tutto un filone della ricerca concentrato sulla lotta all’invecchiamento: parliamo di molecole, ma anche di sensori indossabili.

“La lotta all’invecchiamento è in rapida evoluzione e abbraccia diverse discipline, dalla biologia molecolare all’ingegneria biomedica. Questo settore mira non solo a prolungare la durata della vita, ma anche a migliorare la qualità dell’invecchiamento, promuovendo una vita sana e attiva il più a lungo possibile. Le molecole senolitiche – precisa il farmacologo – hanno la capacità di eliminare le cellule senescenti, ovvero quelle che hanno smesso di dividersi e che contribuiscono all’invecchiamento e alle malattie correlate all’età. Ma sono in fase di studio anche diverse sostanze, come la metformina e il resveratrolo, dai potenziali effetti anti-età. Intanto i sensori indossabili, come smartwatch e braccialetti fitness, permettono già il monitoraggio continuo di parametri vitali come la frequenza cardiaca, la pressione sanguigna e la qualità del sonno. Questi dispositivi, combinati con algoritmi di intelligenza artificiale, possono rilevare precocemente segni di declino cognitivo o fisico, consentendo interventi tempestivi. Il monitoraggio a distanza, invece, consente ai medici di seguire i pazienti anziani in tempo reale, migliorando la gestione delle malattie croniche e riducendo il rischio di ospedalizzazioni. La ricerca sull’invecchiamento – avverte però lo specialista – solleva importanti questioni etiche e sociali, come quella relativa all’accesso equo alle terapie o all’impatto dell’esercito dei senior sull’economia e sulla società”.

Farmaceutica: un’eccellenza europea

In questo panorama in forte evoluzione, la farmaceutica rappresenta un’eccellenza a livello europeo e mondiale, caratterizzata da punti di forza significativi, ma anche da alcune criticità, che per Centemeri richiedono attenzione.

“L’Italia è uno dei principali produttori di farmaci in Europa, con un’elevata quota di export che contribuisce in modo significativo all’economia nazionale. La produzione farmaceutica Made in Italy ha registrato una crescita significativa, con valori record negli ultimi anni. Quindi più occupazione e più capitale umano. Ma, nonostante gli investimenti, l’Italia rimane indietro rispetto ad altri Paesi europei in termini di spesa per ricerca e sviluppo nel settore. Anche la governance del pharma e il controllo della spesa sanitaria rappresentano una criticità, con tetti di spesa e meccanismi di payback che possono generare squilibri. Inoltre le differenze regionali nell’accesso ai farmaci e alle cure innovative creano disparità tra i cittadini”.

Fra le ombre che incombono sulla farmaceutica, dazi a parte, Centemeri vede il “rischio di delocalizzazione e di disinvestimenti, a causa del riposizionamento globale delle imprese e delle politiche di contenimento della spesa. Insomma, l’industria farmaceutica italiana è un settore strategico con un forte potenziale, ma è necessario affrontare le criticità esistenti per garantirne competitività e sostenibilità nel lungo periodo”. Anche per assicurare agli italiani un accesso rapido alle cure di domani.

L’articolo originale è stato pubblicato sul numero di Fortune Italia del maggio 2025 (numero 4, anno 8)

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