Mini-neuroni su chip per far luce sulle malattie

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Mini-neuroni su chip per far luce sulle malattie neuromuscolari. E, si spera, trovare nuove terapie mirate. E’ stato infatti sviluppato dalla ricerca italiana un sistema miniaturizzato capace di far crescere selettivamente e di differenziare neuroni e cellule di Schwann.

Lo studio, condotto dall’Istituto di nanotecnologia del Cnr di Lecce, in collaborazione con l’Irccs Ospedale San Raffele di Milano e l’Università di Maastricht, potrà aiutare la comprensione delle malattie neuromuscolari.

Il team ha condotto una ricerca che ha portato allo sviluppo di una piattaforma microfluidica, fondamentale per studiare la comunicazione cellula-cellula e l’interazione cellula-microambiente extracellulare in maniera altamente precisa e con possibili applicazioni in campo neurologico.

In particolare, i ricercatori hanno dimostrato come poter selettivamente far crescere e differenziare neuroni e cellule di Schwann all’interno di comparti cellulari miniaturizzati, permettendo una separazione fisica tra tali comparti e al contempo non alterando la comunicazione cellulare. I risultati sono stati pubblicati su ‘Scientific Reports’, e “rappresentano il primo passo verso l’individuazione dei meccanismi alla base delle malattie neurodegenerative”.

“Comprendere la comunicazione tra diverse popolazioni cellulari e la loro interazione con il microambiente extracellulare nel sistema nervoso centrale e periferico è un passo fondamentale nella ricerca neuroscientifica”, afferma Alessandro Polini, ricercatore del Cnr-Nanotec e autore dello studio.

“Lo sviluppo di approcci e strumenti “in vitro” in grado di analizzare e/o sondare selettivamente cellule e porzioni cellulari specifiche (ad esempio, assoni e corpi cellulari nei neuroni) guidando la loro differenziazione in fenotipi cellulari specifici, è diventato quindi cruciale”.

Si tratta di “un risultato importante nel campo delle neuroscienze, perché la piattaforma microfluidica così costruita consentirà di compiere progressi significativi per la comprensione della patologia nelle malattie neuromuscolari come le neuropatie periferiche e la sclerosi laterale amiotrofica. Potenzialmente potrà rappresentare un efficace sistema di screening farmacologico”, conferma Angelo Quattrini, neurologo dell’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano.

Ma la ricerca sarà utile anche nella sperimentazione di terapie personalizzate. “Grazie a questi modelli è possibile ricostruire in vitro piccoli comparti di organo al fine di studiare i meccanismi fisiologici che sottendono le diverse patologie”, conclude Giuseppe Gigli, direttore del Cnr-Nanotec e coordinatore del Tecnopolo per la Medicina di Precisone. “In un prossimo futuro riteniamo ragionevole ipotizzare che organ-on-chip ottenuti utilizzando cellule del paziente possano fungere da modelli realistici per il test di farmaci prima dell’infusione nel paziente. Un passo importante verso una medicina sempre più personalizzata”.

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