Pharma e salute, le 4 lezioni del Forum Health 

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Dopo la pandemia, sanità e pharma si trovano davanti a sfide da ‘anno zero’, inclusi l’aumento dei costi delle materie prime e  dell’energia. L’Italia è già un hub innovativo e industriale di primo livello, come è emerso anche nella IV edizione del Forum Health di Fortune Italia. Ma il settore si trova di fronte a una tempesta perfetta.

Ecco le quattro lezioni per il settore messe in luce dai protagonisti della due giorni dedicata a farmaceutica, ricerca e salute:

1.   Il pharma è in pericolo

I protagonisti del mondo farmaceutico si sono ritrovati d’accordo sul fatto che questo sia un momento delicato per il pharma. Il settore, riconosciuto come strategico in pandemia, va tutelato e il nuovo governo deve intervenire sulla programmazione e sulla governance. Nei prossimi 5 anni le industrie farmaceutiche investiranno 1400 miliardi di dollari. L’Italia sarà pronta ad attirare questi investimenti? È partita da questa domanda, posta dalla vicepresidente di Farmindustria Lucia Aleotti, la tavola dedicata al futuro del pharma nel secondo giorno del Forum Health.

Per Umberto Comberiati, Amministratore Delegato Teva Italia, “la cosa più importante per l’industria è fare comparto, e insieme veicolare ai decisori politici l’importanza del valore del farmaco, che sia esso innovativo o maturo. L’industria ha dimostrato di saper innovare, pensiamo ai vaccini. Occorre insieme alla classe politica lavorare su come stimolare l’innovazione. Se quei 1400 mld di investimenti” dice Comberiati riferendosi alle parole di Aleotti, “diventeranno farmaci e terapie, allora dovremo pensare a creare dei percorsi per far sì che gli italiani abbiano accesso a queste cure, altrimenti avremo fallito. Come Teva siamo orgogliosi di poter contribuire all’eccellenza del nostro Servizio Sanitario Nazionale grazie alla nostra duplice anima: l’impegno nello sviluppo di farmaci innovativi e un ampio portfolio di farmaci maturi equivalenti che curano milioni di italiani e allo stesso tempo consentono al SSN di poter liberare risorse, auspicabilmente da poter reinvestire.  L’auspicio è che le autorità riconoscano, sempre più, il valore dell’industria del farmaco e si aprano a un dialogo per poter affrontare insieme le sfide del futuro”.

Secondo Fabio Torriglia, vice presidente Egualia, sull’industria del farmaco aleggia “una tempesta perfetta dove si sono incrociati tutti i fenomeni che la stanno mettendo a dura prova il lavoro, indipendentemente dallo sviluppo del singolo farmaco: il fenomeno ha origine lontana”. Torriglia si riferisce alla “regolamentazione del prezzo dei farmaci: siamo impotenti davanti a qualunque incremento dei costi (materie prime, alluminio, acqua, energia, imballaggi, i materiali per le fiale e i macchinari) che assorbiamo con le nostre catene produttive. È un momento drammatico. Ottimismo significa lavorare, non solo a parole, ma sedendoci a un tavolo per trovare soluzioni. Io propongo di prendere l’agenda in mano e di incontrare le istituzioni per parlarne”. Dall’incontro è emerso l’appello di tutta la filiera del farmaco dagli innovativi agli equivalenti per una cabina di regia sotto l’ombrello della Presidenza del Consiglio, con il coinvolgimento del ministero della Salute, dell’Economia e dello Sviluppo economico.

2.   Come cambia la sanità

Durante il Forum si è parlato di innovazione, e sono stati premiati alcuni giovani protagonisti. Ma gli ostacoli affrontati da chi vuole fare innovazione nel nostro Paese sono tanti, e per superarli serve una risposta di sistema: dalla formazione al ruolo dei territori, fino al sistema regolatorio. L’innovazione va guidata, anche nel settore sanitario e dell’assistenza ai pazienti, dove la novità principale dei prossimi anni sarà probabilmente quella del telemonitoraggio. Secondo Domenico Mantoan, direttore generale Agenas, il nuovo ministro della Salute Orazio Schillaci si trova a iniziare il suo mandato con delle risorse preziose. “Da qualche tempo abbiamo un Dm 77 che definisce l’organizzazione del territorio e che fa un grande investimento su telemedicina e teleassistenza, un investimento anche di tipo strutturale. Con i fondi del Pnrr ci sono quasi due miliardi tra fascicolo sanitario elettronico e teleassistenza. E per dare organicità agli interventi è stata identificata l’Agenas come agenzia di sanità digitale che va a dettare le regole. Ci sono tutte le opportunità per un grande investimento e una grande riforma della sanità”.

Una rivoluzione, dice Mantoan, “che parte dalla valorizzazione del territorio e dalla presa in carico del cittadino, con l’obiettivo futuro del telemonitoraggio. La pandemia ha insegnato alla politica che non vanno lesinate risorse alla sanità. In questi anni la sanità si è ripresa e qualche soldo in più c’è. Ma c’è anche la necessità di andare a definire meglio come vanno spesi. Non dobbiamo aver paura dell’innovazione come in passato, quando voleva solo dire maggiori costi”.

3. Far arrivare l’innovazione al paziente

Al centro del dibattito le terapie avanzate, come ha spiegato durante l’evento Rosanna Sovani, Partner di LS Cube: “Hanno un forte impatto sul sistema clinico ma anche, dal punto di vista economico, sul sistema sanitario”. Ci sono tre passaggi da tenere in considerazione: “La fase valutativa, in cui capire quanto valgono le terapie avanzate”. La fase della sostenibilità: “Molte di queste hanno costi molto elevati, dobbiamo capire come devono essere affrontate dal punto di vista economico”. L’arrivo al “letto del paziente: abbiamo tutti lo stesso accesso a questi farmaci? O si creano dei bias nel percorso e alcuni non riescono ad accedere all’innovazione?”. Domande simili la stessa Sovani le ha rivolte, a Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di Sanità.

“Pochi dubbi che questo sia una periodo connotato da una forte rivoluzione biotecnologica e da opportunità terapeutiche mai viste prima in termini di medicina di precisione e personalizzata”, ha detto Locatelli. La sostenibilità per Locatelli è un punto nodale: “Ci sono opportunità terapeutiche importanti, ma anche costi non irrilevanti per i quali bisogna sviluppare modelli che contestualizzino i benefici terapeutici proiettati nel tempo. Sono terapie somministrate one-shot, ma che hanno riverberi per un certo numero di anni”.

Bisognerebbe “anche pensare a modelli innovativi di pagamento che potrebbero contribuire a garantire miglior sostenibilità”. 

4. Tra la minaccia superbug e la necessità di dati di qualità

A lanciare i primi allarmi sull’apocalisse antimicrobica è stata l’Oms, che ha individuato nel 2050 la data da tenere a mente. Oggi l’Italia è tra i Paesi europei con la più elevata prevalenza di microrganismi multiresistenti. Un focus del Forum Health è stato dedicato proprio ai rischi dell’antimicrobicoresistenza e alle strategie del sistema. Annalisa Mandorino, segretario generale Cittadinanzattiva, ha posto però un problema di fondo: per una valutazione delle performance del sistema sanitario, servono dati di qualità, anche per valutare come rispondiamo a un problema come le infezioni.

Parlando delle informazioni raccolte dall’osservatorio di Cittadinanzattiva, Mandorino ha detto che “il tema delle infezioni è un tema che si mantiene stabile nelle segnalazioni dei cittadini. Sono diminuite le segnalazioni di altri ambiti come l’accesso e l’assistenza territoriali. Quello relativo alle infezioni si è mantenuto sempre stabile. All’interno di questo dato la classificazione è variata nel tempo: il tema dei comportamenti è stato meno sentito in alcuni periodi ma ultimamente è aumentato”. Servono dati di qualità, dice Mandorino, per affrontare questi problemi con un approccio integrato. 

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