Pillola contraccettiva gratis, cosa sta succedendo

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La notizia ha fatto il giro del web: la pillola contraccettiva sarà gratuita per le donne italiane. Ma attenzione: oggi non è ancora così. E in ballo sembra esserci (anche) una questione economica. Ma riassumiamo un po’ la vicenda.

La gratuità ha incassato il 21 aprile scorso il sì del Comitato prezzi e rimborsi (Cpr) dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), ma manca ancora il via libera finale dell’Agenzia di via del Tritone. Il costo totale per le casse dello Stato è stimato in circa 140 milioni di euro l’anno. 

La decisione sulla pillola non è ancora effettiva: mancano il sì del Consiglio di amministrazione dell’Agenzia, atteso nel mese di maggio, e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale che renderà il tutto operativo a livello nazionale.

“Le valutazioni e gli approfondimenti che il Consiglio di amministrazione dell’Aifa è chiamato a svolgere in questi giorni, nel rispetto delle funzioni e prerogative allo stesso attribuite dal vigente ordinamento, sono finalizzati a garantire che la scelta tecnica operata dalle Commissioni consultive sia in linea con il tetto programmato della spesa farmaceutica e non concorra ad alcuno sfondamento del medesimo”, ha precisato al Question Time alla Camera il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani rispondendo, per il ministro della Sanità, ad una interrogazione di AVS.

C’è dunque ancora una questione di costi, al di là del parere positivo del Comitato che in Aifa si occupa proprio di queste valutazioni. Inoltre la gratuità non riguarderà tutte le pillole contraccettive, ma solo alcune di quelle disponibili sul mercato, che passeranno  in fascia A.

A rallentare le cose, potrebbe contribuire anche la riforma dell’Aifa, che entro giugno rivoluzionerà la governance dell’Agenzia, ridisegnandone vertici, composizione e commissioni. E che di certo avrà un impatto sui ‘lavori in corso’.

Nell’attesa, la Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (Sigo), che vede riunita tutte le componenti della ginecologia italiana, universitaria, ospedaliera, territoriale, ci ha ricordato che l’Italia è il Paese europeo con la più bassa utilizzazione di contraccezione di elezione. E che i maggiori determinanti di tale situazione “non sono gli aspetti economici, ma il timore delle donne che “gli ormoni” siano dannosi per il loro benessere, per cui c’è una ritrosia sostanziale alla sua assunzione, preferendo metodi naturali meno sicuri, che espongono ad un  numero maggiore di rapporti a rischio e di gravidanze indesiderate”. Insomma, la questione ‘pillola’ è ancora aperta, ma c’è in gioco anche un tema di salute e informazione. Non ci resta che attendere.

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