La passione per gli integratori potrebbe rivelarsi alleata della longevità. Questa volta parliamo di vitamina D, sostanza che aiuta a mantenere sano il sistema immunitario, le ossa, i muscoli e il cuore. Ora un nuovo studio rileva che l’integrazione di questa vitamina può svolgere un ruolo significativo nell’invecchiamento.
Il lavoro, pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition, mostra che coloro che hanno assunto integratori di vitamina D per oltre quattro anni hanno sperimentato un rallentamento dell’accorciamento dei telomeri (si tratta delle estremità dei cromosomi, che si accorciano con l’età).
“La scoperta che i telomeri sembrano essere protetti e la loro lunghezza viene preservata dall’integrazione di vitamina D, suggerisce che questa sostanza potrebbe avere un ruolo nel rallentare l’invecchiamento biologico“, afferma JoAnn Manson, coautrice dello studio e responsabile della Divisione di Medicina Preventiva del Brigham and Women’s Hospital.
Come l’estremità in plastica dei lacci delle scarpe aiuta a proteggeli dallo sfilacciamento, i telomeri svolgono un ruolo simile per i cromosomi, spiega Manson. Lo studio clinico randomizzato ha coinvolto circa 1.000 persone di età pari o superiore a 50 anni, che avevano una lunghezza telomerica basale all’inizio e sono state monitorate tramite test dei globuli bianchi a due e quattro anni, sia nel gruppo trattato con gli integratori (per 2.000 UI al giorno), sia nel gruppo placebo.
Un freno all’invecchiamento
“Il gruppo trattato con vitamina D ha mostrato l’accorciamento dei telomeri che ci si aspetterebbe con circa un anno di invecchiamento“, afferma Manson a Fortune, spiegando che questo è il primo studio randomizzato su larga scala sui benefici di integratori a base di questa sostanza per l’invecchiamento biologico. “Quasi tre anni di invecchiamento venivano eliminati con l’integrazione di vitamina D”.
Non solo. Nello studio principale, che ha coinvolto quasi 26.000 partecipanti, i ricercatori hanno scoperto che la sostanza era associata a una riduzione dell’infiammazione, delle malattie autoimmuni e dei tumori in stadio avanzato, tutti fattori che contribuiscono all’invecchiamento. Altre ricerche hanno scoperto che questa vitamina può migliorare la salute del cervello e la memoria.
Come agisce la vitamina D
Sebbene i risultati mostrino un legame tra invecchiamento biologico e integrazione di vitamina D, Manson invita alla cautela, spiegando che sono necessari ulteriori studi per chiarire l’azione di questa sostanza.
I gruppi ad alto rischio, come gli over 75, le persone con osteoporosi o che espongono poco alla luce solare, possono trarre beneficio dall’integrazione di vitamina D. Ma è consigliabile consultare il medico prima di assumerla.
Il messaggio che emerge dalla ricerca sulla vitamina D
Come regolarsi? Innanzitutto, assicuratevi di assumerne a sufficienza attraverso lo stile di vita, ad esempio uscendo all’aria aperta e mangiando cibi ricchi di questa sostanza. Inoltre la dose giornaliera raccomandata di vitamina D è di 600 UI per le persone tra 1 e 70 anni e di 800 UI per gli over 70.
La stessa Manson avverte che esiste il rischio di esagerare con gli integratori o di assumere “mega-dosi”, che possono portare a tossicità ed effetti collaterali. “Seguire una dieta sana, trascorrere del tempo all’aria aperta ed essere fisicamente attivi sarà sufficiente per garantire alla maggior parte della popolazione un livello adeguato di vitamina D”, conclude.
L’articolo completo è su Fortune.com