Polifarma, nel 2019 fatturato atteso 55 mln

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Centosettanta dipendenti in Italia, il 35% dei quali under 35, sviluppo sul mercato mondiale e una previsione di crescita del 30%, per un fatturato di oltre 55 mln di euro atteso nel 2019, di cui il 50% destinato a nuovi progetti con un approccio digital oriented. Questi i numeri che fotografano la realtà di Polifarma. A 100 anni dalla sua fondazione, è una delle aziende farmaceutiche più antiche d’Italia.

Il fatturato di Polifarma è cresciuto del 41,8%, passando dai 29,6 milioni del 2014 ai 42 milioni nel 2018, con previsioni di ulteriore crescita per il 2019 (+30% rispetto al 2018). Tra i fattori di successo è stata la creazione di un ecosistema digitale integrato a tutte le funzioni e i progetti aziendali, sviluppato con investimento iniziale molto rilevante in tre anni. “Polifarma fa parte di quelle Aziende che hanno individuato nel digitale una leva strategica per la crescita, testimoniata dal fatto che ogni Business Unit investe nel digitale il 40% del proprio budget”, afferma l’ad dell’azienda Andrea Bracci. Tra le altre cose, “stiamo lavorando ad un progetto di intelligenza artificiale per aiutare i pazienti affetti da patologie croniche a gestire al meglio la preparazione ad alcuni esami diagnostici. In definitiva, stiamo realizzando ciò che la signora Angelini, imprenditore illuminato come pochi, aveva già in mente quando in un’intervista rilasciata nel 1999 affermava che il futuro sarebbe stato il web”. Oltre al completamento della digital transformation, la strategia di crescita di Polifarma punta al consolidamento nel mercato nazionale attraverso il lancio di nuovi progetti e l’acquisizione e il licencing di nuovi prodotti, e all’espansione all’estero, in particolare nell’Europa dell’Est, Asia e Africa.

Tra i momenti storici che hanno dato una svolta al percorso dell’azienda, nel 1999 c’è l’acquisizione di Polifarma da parte del Gruppo Final, società finanziaria fondata dalla signora Luisa Angelini che ha impostato una strategia imprenditoriale volta a promuovere la crescita del valore dell’azienda e dei posti di lavoro. E il 2008, quando l’azienda, a seguito di un momento di crisi – con conseguente perdita di oltre il 40% del fatturato – dovuto a scadenze brevettuali e alla perdita di prodotti in licenza in area cardiovascolare, ha avviato un processo di change management che ha coinvolto le risorse umane, l’organizzazione e il modello di business, a cui si è aggiunto un forte investimento in innovazione in ambito digitale. Un cambiamento costruito intorno alle persone e fondato sulla diffusione, a tutti i livelli, di una cultura dell’innovazione come opportunità per gestire la complessità del mercato e di un rinnovato portfolio prodotti, esteso alle aree gastroenterologica, del sistema nervoso centrale e oftalmologica (oggi area di punta, che assorbe il 39% del fatturato totale).

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