Così Amazon, Google, Microsoft e Apple puntano sulla salute

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Ecco i piani Amazon, Google, Microsoft e Apple nella salute digitale. Vogliono guidare la rivoluzione tecnologica nel settore: moltiplicano le assunzioni mirate, registrano centinaia di brevetti e stringono partnership con le grandi farmaceutiche. Di Morena Pivetti.

Basta scorrere i titoli dei grandi network economici e delle testate tecnologiche e mediche, in particolare americane, per fugare ogni dubbio: Amazon, Google, Microsoft e Apple spingono per entrare nella sanità digitale, si fronteggiano testa a testa per emergere come leader indiscussi e garantirsi i bocconi migliori del mercato. Mercato che, nei soli Stati Uniti, vale oltre 3,5 trilioni di dollari. Le quattro ‘big fish in technology’ vedono le enormi opportunità di business – e di profitto – aperte dalla digitalizzazione dei servizi di cura e si preparano a scuotere nel profondo la struttura dell’industria. Non sarà un caso se Tim Cook ha recentemente dichiarato che “il più grande contributo di Apple al genere umano sarà nel campo della salute”.

L’industria dell’healthcare, oggi la più importante del mondo per dimensioni e potenzialità di crescita, dagli stessi media giudicata matura per una ‘disruption’, per una rivoluzione tecnologica, è caratterizzata da una distribuzione ineguale dei margini di profitto lungo la catena, con pochi grandi attori a fare la parte del leone, da sprechi e inefficienze e dalle nuove aspettative dei consumatori. Anche grazie al progressivo spostamento della medicina fuori dagli ospedali, verso domicilio e territorio.

I segnali che le big tech mandano sono diversi: moltiplicano le assunzioni di luminari, medici e manager di alto profilo, investono venture capital nel lancio di nuove società, registrano centinaia di brevetti, stringono partnership con le principali case farmaceutiche e i produttori di dispositivi biomedicali. Ognuna coltiva ambizioni collegate al proprio core business: Google alla gestione dei dati personali (cartelle cliniche, analisi, dati, ricette), Microsoft alla Information Technology, Apple alla vendita di iPhone e orologi mentre Amazon va dal cloud computing alla farmacia online.

AMAZON

Cominciamo il viaggio nella digital health proprio da Amazon, delle quattro quella con le ambizioni maggiori e il più alto potenziale di ‘disruption’ dell’industria. Stando alle previsioni del network Cnbc la grande novità per il 2019 potrebbe essere l’ingresso di Amazon nell’universo delle assicurazioni, con il lancio di una propria health insurance. Sarebbe il passo in più rispetto alla partnership stretta con Berkshire Hathaway e J.P.Morgan Chase per garantire ai dipendenti delle tre società – oltre un milione – una copertura sanitaria a prezzi ragionevoli. La nuova società, che secondo un’anticipazione del Financial Times si chiamerà Haven e avrà sedi a Boston e New York, sarà un ‘indipendent healthcare provider’ e proporrà un approccio innovativo, all’insegna del ‘buon senso’.

La seconda linea di intervento è la farmacia online: a metà del 2018 Amazon ha acquistato per oltre 1 miliardo di dollari Pillpack, società che spedisce medicine a pazienti con patologie importanti e che assumono più farmaci nella giornata. Diversi osservatori prevedono a breve il lancio di un Amazon Prime Health, per la vendita online e la consegna a domicilio dei medicinali, a prezzi assai più bassi degli attuali, mentre la catena Whole Foods potrebbe aprire dei pharma corner nei negozi. Che la farmaceutica sia nel mirino di Amazon lo conferma l’ingaggio del dottor Taha Kass-Hout, ex direttore dell’informatica della Federal Drug Administration e la partnership con Xealth, piattaforma che permette ai medici di ordinare forniture mediche per conto dei pazienti.

La terza linea è il cloud computing per la sanità e i laboratori clinici garantito da Aws (Amazon web services). È stato messo a punto un software in grado di estrarre dai record e dalle note mediche dei pazienti le informazioni utili a medici curanti e ospedali, dai sintomi della malattia alla diagnosi fino alla cura.

Anche Alexa, l’assistente vocale di Amazon che lavora con l’intelligenza artificiale, entrerà in gioco: stando al Wall Street Journal riuscirà a tracciare le prescrizioni dei farmaci e ad accedere alle informazioni sanitarie del consumatore, garantendo la privacy e la protezione da intrusioni (al momento la funzionalità non è ancora in regola con l’Health insurance portability and accountability act). Ancora, Alexa fisserà appuntamenti medici urgenti, verificherà i benefit delle assicurazioni sanitarie o leggerà la quantità di zucchero nel sangue.

GOOGLE

L’internet company sviluppa businesses legati ai big data – un terzo di tutti i dati mondiali sono relativi all’healthcare – e all’intelligenza artificiale. Attraverso Alphabet e le sue spin off, da Verily a Life Services, da Google Genomics a Deepmind e Calico, nessuno ha investito tanto in ricerca e sviluppo. Con il fondo di capital venture GV ha sostenuto progetti che hanno portato a 186 nuovi brevetti tra il 2013 e il 2017, più di Microsoft e Apple insieme.

Poi studi sulla longevità con Calico, sul genoma, sulla telemedicina in collaborazione con i grandi del pharma e delle apparecchiature biomedicali: da AstraZeneca per le malattie cardiovascolari a Sanofi per il diabete, da Dexcom a GlaxoSmithKline; dai sensori per monitorare il diabete alle lenti smart con Novartis per gli operati di cataratta, a posate per chi soffre di tremore o mobilità limitata alle mani. Con Project Baseline da quattro anni Verily monitora 10mila persone per definire cosa sia la ‘buona salute’, impresa a cui sono molte interessate le assicurazioni. Restando con le assicurazioni, Google lavora sui big data per renderli interoperabili mentre con l’intelligenza artificiale interviene nella chirurgia assistita da robot: realtà virtuale e realtà aumentata vengono usati anche per la formazione dei chirurghi.

MICROSOFT

La public company informatica ha aperto nel 2017 la divisone Healthcare per esplorare le potenzialità dell’AI e del cloud computing e offrire soluzioni innovative. Il primo obiettivo è rendere più semplice per medici e ospedali il lavoro di inserimento dei dati clinici dei pazienti, standardizzare la loro condivisione e trasformare i big data in informazioni facilmente utilizzabili. Microsoft lavora poi a sistemi Windows per la gestione operativa delle grandi strutture sanitarie. Anziché competere con i grandi players del settore ha avviato collaborazioni a tutto campo, per la ricerca e lo sviluppo di nuovi prodotti, anche tramite la piattaforma cloud Azure.

Nella distribuzione dei farmaci Microsoft ha stretto un accordo per 7 anni con il gigante Walgreens Boots Alliance per portare Azure nella catena del retailer: nel 2019 apriranno 12 digital health corner piloti, ‘un negozio nel negozio’ per vendere dispositivi e apparecchi biomedicali, in competizione diretta con Amazon. Microsoft collegherà i negozi Wba e i sistemi sanitari informativi con i dispositivi personali dei pazienti per supportarli in caso di necessità e diventerà il cloud provider della società. Le due aziende svilupperanno soluzioni per la gestione di malattie croniche con apparecchi connessi.

Con Healthcare NExT ha poi lanciato la Health Partner Alliance, con la partecipazione di centinaia di reparti ospedalieri e di istituzioni sanitarie nel mondo: l’obiettivo è aumentare l’uso dell’AI per rendere più efficiente e meno costosa la loro gestione. Quindi, ridurre i ricoveri, migliorare la diagnosi precoce, aiutare i malati cronici a vivere vite normali, monitorati nei loro salotti anziché in struttura, far funzionare meglio i triage nei pronto soccorso.

APPLE

La società guidata da Tim Cook ha scelto come terreno di intervento i dispositivi al servizio dei consumatori. Con l’iPhone e gli Apple Watch offre una piattaforma per l’uso di App legate alla salute. Prima con HealthKit e ora con CareKit e ResearchKit permette la raccolta di dati personali accurati, condivisibili con il medico e con le assicurazioni, avendo la garanzia assoluta della protezione della privacy, su cui ritiene di avere una marcia in più di Android (Google). L’Apple Watch 4, rilasciato nel 2018, è in grado di effettuare Ecg, segnalare irregolarità nel ritmo cardiaco, fibrillazioni atriali e impedimenti all’uso della parola per attacco cardiaco. Lo smart watch può monitorare anche i sintomi di altre malattie croniche, come il Parkinson.

Articolo di Morena Pivetti apparso sul numero di Fortune Italia di maggio 2019.

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