Coronavirus: da Gilead nuova arma, sperimentazioni al via

Gilead
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Si chiama ‘remdesivir‘ la nuova arma contro il Covid-19. Si tratta una molecola sperimentale che in Italia verrà utilizzata in diversi centri ospedalieri, nell’ambito di due ‘studi clinici di fase tre’, ovvero gli studi di efficacia e sicurezza di un farmaco che solitamente ne precedono l’immissione in commercio. L’annuncio arriva dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e dalla casa farmaceutica produttrice Gilead.

Si tratta di “uno dei pochi farmaci per cui sussiste un’evidenza sperimentale di possibile efficacia, almeno in modelli di laboratorio, nei confronti dei coronavirus, per sperimentazioni fatte sul virus della Mers”, sottolinea Massimo Galli, past president della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e direttore della Divisione clinica di malattie infettive del AO Sacco di Milano.

I due studi promossi da Gilead Sciences saranno inizialmente condotti presso l’Ospedale Sacco di Milano, il Policlinico di Pavia, l’Azienda Ospedaliera di Padova, l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Parma e l’Istituto nazionale di malattie infettive Lazzaro Spallanzani. Inoltre, si stanno identificando, in collaborazione con Aifa, altri centri in Regioni con alta incidenza dell’infezione da coronavirus per l’inclusione negli studi.

Il nuovo farmaco anti Covid-19, attualmente, non è ancora approvato dalle autorità regolatorie per uso terapeutico e viene già fornito per uso compassionevole – al di fuori degli studi clinici – per il trattamento in emergenza di singoli pazienti affetti dal nuovo coronavirus in gravi condizioni e senza valide alternative terapeutiche.

“Nella situazione di totale carenza di farmaci, l’impiego di remdesivir compassionevole ha dato una possibile speranza per l’identificazione di una terapia che potesse avere un’efficacia anche nei pazienti con infezione da nuovo Coronavirus – afferma Galli – È evidente che nei pazienti da ‘Sars 2 coronavirus’ non è facile poter determinare il grado di efficacia di questo farmaco in contesto di uso compassionevole e, quindi, sarà estremamente importante disporre dei dati di protocolli di sperimentazione clinica che si stanno avviando in queste ore”.

In modo particolare, “questi due protocolli potranno vedere, in due bracci con diversa durata di terapia, l’efficacia di remdesivir in pazienti con polmonite da coronavirus associata a compromissione della funzionalità respiratoria e pazienti con polmonite da coronavirus ma non ancora associata a un’alterazione della saturazione di ossigeno rilevante. Questa possibilità – prosegue – ci consentirà di poter determinare con ragionevole sicurezza la validità dell’approccio terapeutico anche nei pazienti con minor compromissione in relazione a quello che si può definire lo ‘standard of care’, cioè, le altre opzioni terapeutiche che stiamo utilizzando”. Quello di Gilead “è il primo protocollo di ricerca controllato che viene posto in atto per la determinazione dell’efficacia di un farmaco di questa specifica condizione clinica”.

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