Malanni addio, Covid frena le vendite dei farmaci da autocura

Farmaci
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Forte flessione in Italia delle vendite per i farmaci di automedicazione, complice la pandemia di Covid-19. Mascherine, distanziamento sociale e igiene delle mani hanno infatti azzerato la diffusione dei malanni di stagione. Risultato? Il mercato dei farmaci senza obbligo di prescrizione ha registrato una forte flessione delle vendite, la peggiore degli ultimi 15 anni.

 

Il dato arriva dalle elaborazioni di Assosalute (Associazione nazionale farmaci di automedicazione, che fa parte di Federchimica) su dati Iqvia: i fatturati, che ammontano a poco più di 2,3 miliardi di euro, si contraggono del -6,6% mentre i consumi, 245 milioni di confezioni, perdono l’8,8% rispetto al 2019. E la ragione sarebbe da ricercare proprio negli effetti della pandemia.

 

Dopo consumi in rialzo nel primo trimestre (+5,5%), con una significativa impennata a marzo (+11,5%) spiegabile con il timore di carenza di farmaci e un più generale fenomeno di accaparramento, i volumi hanno subito nel resto dell’anno una pesante flessione. Si osserva, soprattutto, una decisa contrazione dei consumi a dicembre (-25,2%), dovuta principalmente ai medicinali per la cura delle affezioni dell’apparato respiratorio (prima classe terapeutica del mercato dei farmaci senza obbligo di ricetta): il consumo è crollato quasi del 50% rispetto a dicembre 2019.

 

L’utilizzo delle mascherine, il distanziamento sociale e l’igiene delle mani insieme alle misure di contenimento del contagio con forme differenziali di lockdown e una più generale modifica delle abitudini di vita hanno dunque ridotto significativamente la circolazione dei virus influenzali e parainfluenzali.

 

La conferma arriva dai dati Influnet dell’Istituto Superiore di Sanità: si è registrata un’incidenza dell’influenza e delle sindromi simil-influenzali ampiamente inferiore rispetto all’anno precedente, come confermano anche i dati di inizio d’anno, secondo i quali l’incidenza dell’influenza è pari a 1,5 casi per 1.000 assistiti, al di sotto della c.d. soglia basale (3,16 casi per mille). Niente virus, niente farmaci per curare i malanni di stagione.

 

D’altro canto, il settore risente sul lungo periodo degli effetti della concorrenza dei prodotti notificati e soffre strutturalmente sia della diversa propensione alla spesa out of pocket tra il Nord e il Sud del Paese, sia della mancanza dell’allargamento dell’offerta a nuove aree terapeutiche e a principi attivi, in linea con quanto avviene in altri Paesi europei.

 

“I dati 2020 mostrano come gli italiani facciano un utilizzo corretto e responsabile dei farmaci di automedicazione, in linea con gli obiettivi di educazione al cittadino che da sempre la nostra Associazione si pone”, commenta Maurizio Chirieleison, presidente di Assosalute. “Proprio perché i medicinali col bollino contribuiscono alla salute delle persone e alla loro crescente autonomia in tema di cura, voglio ribadire quanto il nostro comparto, contribuendo al miglioramento dell’offerta terapeutica a disposizione dei cittadini, possa supportare la ridefinizione della governance del sistema Salute. Anche per questo un allineamento del mercato dell’automedicazione italiano a quello europeo – conclude Chirieleison – permetterebbe di liberare risorse pubbliche a vantaggio della sostenibilità del Ssn”.

 

Guardando alle vendite delle due categorie in cui è suddivisa la classe dei farmaci senza obbligo di ricetta, quali i medicinali di automedicazione o Otc (Over The Counter) – che rappresentano oltre il 75% del mercato dei farmaci senza obbligo di prescrizione per un giro d’affari di oltre 1,7 miliardi di euro e volumi venduti per quasi 186 milioni di confezioni – e i Sop (Behind The Counter), si osservano trend similari. Infatti, entrambe le specialità medicinali chiudono il 2020 con una flessione sia dei volumi (-9,2 % per gli Otc e -7,5% per i Sop) sia dei fatturati (-6,8% e -5,8% rispettivamente).

 

Quanto ai canali di vendita, la farmacia continua a detenere una quota di mercato superiore al 90% a volumi e pari a quasi il 92% a valori. Ma la pandemia ha dato impulso alla crescita delle catene reali e virtuali di farmacie/parafarmacie e all’incremento delle vendite on line anche di medicinali senza obbligo di prescrizione. Sebbene, con riferimento al solo mercato dei farmaci senza ricetta, il fenomeno registri numeri non paragonabili a quello di altri mercati della salute, con una quota ancora esigua del fatturato del comparto (circa l’1,8%), l’acquisto via internet di farmaci non prescription nel 2020 mostra una crescita significativa e pari al +136% a volumi e al +145% a valori per un giro d’affari di circa 41,5 milioni di euro.

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