Via libera in Italia a due anticorpi monoclonali

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Dopo Usa, Germania e Canada via libera anche in Italia a due anticorpi monoclonali contro Covid-19. Dopo le pressioni degli ultimi giorni, la Commissione tecnico scientifica dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) si è infatti pronunciata sui farmaci sviluppati da Regeneron ed Eli Lilly, ponendo come previsto alcune limitazioni al loro utilizzo.

 

Questi anticorpi, ‘disegnati’ per evitare danni pesanti da Sars-Cov-2, potranno essere somministrati però solo a pazienti ad alto rischio di sviluppare forme gravi di Covid. Inoltre dovranno essere assunti precocemente, nelle fase iniziali dell’infezione. “Il dato significativo che possiamo vedere su riviste scientifiche importantissime ci dice che gli anticorpi monoclonali sono un’arma potente se somministrata ai primi sintomi, prima che l’infezione” da coronavirus Sars-Cov-2 “progredisca. Quello che si è pensato dunque è che vanno usati non tanto in ospedale, ma possibilmente a domicilio“, ha spiegato all’Adnkronos Salute il presidente dell’Aifa, Giorgio Palù, che si era speso in questi giorni a favore dell’autorizzazione d’emergenza di questi medicinali ‘gioiello’ (il costo è di migliaia di dollari a trattamento), che hanno l’obiettivo di evitare lunghi (e costosi) ricoveri in ospedale.

 

“Se avessimo un sistema efficiente diffuso, come quello che alcune Regioni hanno, potremmo pensare a un sistema che permetta la somministrazione domiciliare con le Usca e anche al coinvolgimento di ambulatori territoriali che intervengano nelle prime fasi dell’infezione con una diagnosi precoce”. Se il fattore tempo è fondamentale, “serve un raccordo velocissimo fra diagnosi precoce” della positività a Sars-CoV-2 “e informazione. In modo che il Servizio sanitario nazionale intervenga per garantire l’uso dei monoclonali su soggetti con comorbosità e a rischio che l’infezione evolva in malattia grave, secondo l’indicazione”, ha aggiunto Palù.

 

L’agenzia europea Ema non si è ancora espressa, mentre negli Usa la Fda ha autorizzato l’uso emergenziale di questi anticorpi monoclonali. “Ricorderete il ‘cocktail’ utilizzato per l’allora presidente Donald Trump, che in 24 ore uscì dall’ospedale. Ma ora ci sono dati inoppugnabili. Quello che emerge dai lavori pubblicati su riviste importantissime è il fatto che sono un’arma potente se somministrata nelle prime fasi d’infezione, ai primi sintomi, prima che l’infezione progredisca. Ed è questo l’uso che se ne farà in pazienti ad alto rischio, con comorbosità e alto rischio che l’infezione evolva in malattia grave”, ha chiarito il presidente Aifa.

 

Intanto due pazienti Covid – un uomo e una donna – sono stati curati (e già guariti) proprio con anticorpi monoclonali all’Istituto nazionale Lazzaro Spallanzani di Roma. E altri tre sarebbero in terapia o in procinto di avviarla.

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