Nasce l’Osservatorio indipendente sul Recovery Plan

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Nasce in Italia un Osservatorio indipendente sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Saranno oltre 209 i miliardi che verranno spesi per il Piano, una delle priorità del Governo Draghi. Il Next generation Eu, tra le varie indicazioni, delinea, per l’approvazione e la gestione del Piano, la necessità di coinvolgere forze sociali e società civile. E proprio quest’anno l’Italia è co-chair globale dell’Open Government Partnership, progetto che ha l’obiettivo di mettere a confronto referenti di istituzioni e attivismo civico per promuovere una governance inclusiva e trasparente, fattore che rende ancora più evidente la necessità di apertura.

Per questo ActionAid, Cittadinanzattiva e altre organizzazioni della società civile chiedono, come previsto dall’art.1 comma 1044 della Legge di Bilancio, che entro il 28 febbraio sia emanato il decreto che definisce le modalità di rilevazione dei dati di ciascun progetto, da rendere successivamente disponibili in formato aperto e rielaborabile.

Con l’obiettivo di creare un’ampia campagna di monitoraggio civico e di ottenere uno strumento pubblico e aperto sul tracciamento dei dati finanziari legati al Piano, la società civile si fa promotrice della creazione di un Osservatorio nazionale indipendente a cui hanno sinora aderito alcune delle principali organizzazioni nazionali con radicata presenza nei territori e una forte esperienza nel settore della trasparenza e rendicontazione. L’Osservatorio nasce nell’ambito del programma Follow the Money – ideato all’interno del Festival della partecipazione 2020 – che intende monitorare la qualità e l’inclusività del processo decisionale di costruzione del Piano nazionale ripresa e resilienza.

“L’idea – spiega Anna Lisa Mandorino, vicesegretario generale di Cittadinanzattiva – è nata in occasione dell’ultima edizione del Festival della partecipazione a Bologna, l’ottobre scorso. In particolare, pensiamo a un monitoraggio nella fase in cui i progetti saranno in corso: il nostro obiettivo è infatti quello di arrivare a una sorta di misurazione dell’efficacia dei singoli progetti. Ecco perché – aggiunge – è importante avere disponibili i dati relativi ai progetti stessi. Se però nella prima bozza era prevista una piattaforma pubblica, poi questa è sparita. Noi chiediamo che le istituzioni mettano a disposizione i dati“.

L’Osservatorio ha l’intento di aprirsi anche ad altri attori con competenze tematiche più specifiche, come quelle ambientali o legate alla transizione digitale, e verranno proposte iniziative di coinvolgimento dei territori che saranno impattati dalla realizzazione dei progetti previsti dal Piano.

Insieme, le associazioni promotrici dell’Osservatorio chiedono che le prossime fasi del Piano siano frutto di un processo partecipato e inclusivo, che persegua la trasparenza e il monitoraggio sull’allocazione dei fondi, come già richiesto da numerose organizzazioni con le campagne #DatiBeneComune e #Ripartenzaaporteaperte, quest’ultima promossa da alcune associazioni facenti parte dell’Open Government Forum. Per far questo devono essere chiariti fin da subito i risultati attesi, finali e intermedi del Piano e devono anche essere rafforzate tutte le autorità di gestione, locali e nazionali, affinché ogni soggetto attuatore possa essere in grado di realizzare quanto prefissato e sia in grado di produrre dati di qualità, leggibili, interoperabili e aperti.

Le prime organizzazioni aderenti all’Osservatorio sono: ActionAid, Cittadinanzattiva, Legambiente, Slow Food, Fondazione Innovazione Urbana, Transparency International Italia, Ondata, Lunaria, Campagna Sbilanciamoci!, Monithon, Cittadini reattivi, Parliament Watch, Fondazione Etica, The Good Lobby, Amapola – progetti per la sicurezza delle persone e delle comunità, Info.Nodes, Rinascimento Green.

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