Pasqua di chiusure. Cauda: Perché sarà l’ultima

Pasqua coronavirus
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Ci prepariamo ad un’altra Pasqua di chiusure: un anno fa era lockdown, adesso è zona rossa. Ma anche se al momento in Italia i numeri della pandemia descrivono una situazione delicata, “arrivano segnali positivi. Questa Pasqua, è vero, sarà un po’ come quella dell’anno scorso, ma ci auguriamo che sia l’ultima“. E’ la lucida analisi di Roberto Cauda, direttore dell’Unità operativa di Malattie infettive del Policlinico Gemelli di Roma.

Nelle scorse settimane il ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini ha nominato Cauda componente del tavolo tecnico che dovrà rivedere i parametri per la valutazione dl rischio epidemiologico, previsto dal Dpcm dello scorso 2 marzo. Ma l’esperto, che in questi mesi ha firmato numerosi studi su Covid-19, ha incassato di recente un altro successo, questa volta letterario. Insieme ai colleghi Giampiero Carosi, Guido Antonelli e Andrea Pession, Cauda infatti firma per la Casa Editrice Ambrosiana – Zanichelli, il capitolo aggiornato sulla Covid-19 per la ventesima edizione italiana dell”Harrison. Manuale di Principi di Medicina interna‘, celeberrima pubblicazione per il settore.

Dunque non potevamo non chiedergli di analizzare per noi questa fase della pandemia in Italia. “La situazione al momento è delicata – ribadisce -c’è stato un aumento dei casi di Covid e questo, insieme alla circolazione delle varianti, preoccupa – ammette Cauda – mentre i vaccinati non hanno ancora raggiunto una massa critica tale da incidere” sulla corsa del Coronavirus. Così l’Italia si prepara ad un aprile in rosso o arancione, come previsto dal nuovo decreto.

“Ma arrivano al contempo segnali positivi: nei gruppi vaccinati in modo massiccio, come gli operatori sanitari – sottolinea l’esperto – la percentuale di positivi è scesa allo 0,7% di tutte le nuove infezioni. Questo ci dice che i vaccini stanno funzionando”.

Cosa ci possiamo aspettare, allora, nelle prossime settimane? “Non sarà una cosa rapida, ma per l’effetto combinato dei provvedimenti di chiusure e dell’aumento dei soggetti vaccinati – risponde Cauda – ragionevolmente, se il cronoprogramma delle vaccinazioni si rispetta, con il 60% di vaccinati a luglio, il 70% ad agosto e l’80% a settembre, è chiaro che questa situazione è destinata a migliorare. Quindi questa Pasqua sarà un po’ come quella dell’anno scorso, ovvero di chiusure, ma ci auguriamo che sia l’ultima”.

Tra l’altro, da uno studio effettuato in Israele, emerge che la somministrazione del vaccino, oltre a ridurre il numero dei casi positivi, riduce anche notevolmente la carica virale dei vaccinati che si infettano, contribuendo così a limitare la diffusione del virus.

Notizie interessanti arrivano poi dalla ricerca farmaceutica, che non si è mai fermata. “Ci sono gli anticorpi monoclonali, che però in alcuni casi sono stati costruiti su un virus che non aveva ancora le varianti. Tanto che negli Stati Uniti uno dei primi anticorpi, il bamlanivimab, non verrà più usato da solo. Inoltre si cerca di riproporre molecole studiate per altre patologie, come gli inibitori delle proteasi: si stanno sperimentando, e in vitro sembrerebbero ostacolare la replicazione del virus Sars-Cov-2. Dunque la ricerca sta andando avanti e si sta concentrando nel tentativo di bloccare” non più l’ingresso, “ma la replicazione del virus nelle cellule”.

“L’augurio è che gli inibitori della proteasi, che hanno cambiato la storia dell’Hiv, si rivelino preziosi anche contro il nuovo coronavirus. Ma anche che, mentre la ricerca sui farmaci non si ferma, i vaccini arrivino prima”, conclude Cauda.

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