Vaccini, i Barillari e la comunicazione fallimentare

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Mai come in queste ore c’è un colpevole chiaro, la comunicazione fallimentare sui vaccini. I dubbi legittimi di chi ascolta l’ennesima versione diversa dei fatti si saldano con gli argomenti di chi diffida per principio della scienza, mettendo insieme categorie diverse: da Gianni Rivera a Davide Barillari, dai no vax ai complottisti. Congetture, supposizioni, tesi per sentito dire insieme all’oggettiva confusione di informazioni che arriva da chi dovrebbe garantire, invece, chiarezza e coerenza rispetto alle scelte fatte e, soprattutto, a quelle da fare.

Alla domanda di Bruno Vespa durante Porta a Porta, “Ti sei vaccinato?”, Rivera replica con una risposta disarmante: “Non ci penso proprio, perché ho delle notizie negative”. Poi segue un dialogo surreale, con il tentativo di argomentare sui rischi del vaccino. Notizie negative, di non meglio identificata provenienza o riportate di quarta mano, e dati snocciolati senza cognizione. La stessa impostazione si ripete in tante occasioni, in contesti diversi. Quando si discute al bar, nei gruppi di amici, quello che non vuole sentire parlare di vaccini perché non si fida esce fuori sempre. È questa la categoria di persone che, con una comunicazione efficace o almeno non schizofrenica, potrebbe essere convinta con argomenti ragionevoli della necessità di una vaccinazione di massa.

Poi ci sono i casi alla Barillari. L’ex esponente Cinquestelle, che è Consigliere regionale del Lazio e non un passante qualsiasi, prima fa un tweet sul malore di Christian Erksen agli europei legandolo ai vaccini.

 

 

Poi, non solo conferma ma offre anche un altro importante spunto di riflessione. “Se tornassi indietro rifarei il post, non mi devo scusare di nulla“, afferma all’Adnkronos rimarcando “che c’è un tema più grande, che non è il calciatore ma le reazioni avverse. Il punto è questo”.

Lo spunto di riflessione è importante perché, sul piano della comunicazione, una posizione evidentemente infondata e grossolana diventa più forte di qualsiasi presa di posizione, tardiva e confusa, delle Autorità scientifiche. L’Ema, in 11 righe di comunicato, precisa che “la posizione normativa rispetto al vaccino di AstraZeneca è chiara: il rapporto rischio-beneficio è positivo e il vaccino rimane autorizzato in tutte le popolazioni. Nel frattempo, però, hanno parlato tutti: regioni, Cts, virologi, sostenitori e detrattori della scienza. L’effetto è una confusione che diventa grottesca. Basti pensare a chi ha fatto la prima dose di AstraZeneca e ad oggi non sa come, quando e con quale vaccino farà la seconda dose.

Comunque vadano le cose, una comunicazione fallimentare rischia di far vacillare anche chi nella scienza ripone una fiducia illimitata. Così, in questo modo, anche i Rivera e i Barillari riescono a far passare i loro messaggi. Sbagliati o farneticanti che siano, diventano efficaci. E questa è una responsabilità grave. Non solo loro ma soprattutto di chi non è in grado di sostenere argomenti contrari.

 

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