Un viaggio in bici per sensibilizzare sul Parkinson

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Una bicicletta, 650 km, 8 tappe lungo la ciclo via VenTo (Torino-Venezia). È la seconda edizione della Bike riding for Parkinson Italy pensata per sensibilizzare sul Parkinson e sull’importanza dello sport, con l’obiettivo di combattere la difficoltà di movimento e uscire dall’isolamento. Organizzata dall’Associazione Parkinson&Sport, partirà il 20 giugno.

“Ci piace definirci Parkinsonauti perché, come gli astronauti, esploriamo il mondo senza arrenderci alle difficoltà e affrontiamo la malattia ogni giorno continuando a vivere una vita attiva e ricca di significato”, spiega Stefano Ghidotti, presidente dell’Associazione Parkinson&Sport.

“Il Parkinson è una malattia difficile da accettare, soprattutto quando insorge in giovane età, portando con sé disagi e isolamento. Lo scopo della Bike riding è testimoniare che con il Parkinson si può convivere senza rinunciare alle proprie passioni, e che lo sport è una potente medicina che migliora il decorso della malattia e il benessere psicofisico, e insegna a condividere la vita con gli altri”.

Il Parkinson è una malattia neurologica degenerativa cronica, causata dalla morte dei neuroni che producono la dopamina, il neurotrasmettitore che consente il controllo dei movimenti, provocando limitazione nei movimenti, rigidità muscolare, tremore a riposo, compromissione dell’equilibrio.

“La malattia colpisce circa l’1% della popolazione al di sopra dei 65 anni. In Italia si stimano circa 300.000 pazienti, con età d’esordio intorno ai 60 anni, anche se sono sempre più frequenti i casi diagnosticati nella popolazione giovanile”, spiega Antonio Pisani, responsabile del Movement Disorder Research Center di Fondazione Mondino Irccs.

“Ad oggi non esiste una cura specifica, ma è possibile agire sui sintomi motori con farmaci che mirano a sostituire la carenza di dopamina a livello cerebrale. È ormai accertato che l’attività fisica sia un supporto indispensabile alla terapie farmacologica, in quanto promuove il rilascio di dopamina endogena e facilita i processi di plasticità sinaptica cerebrale adattativi, fondamentali per il buon compenso motorio”, continua Pisani.

Per promuovere, in particolare tra i più giovani, l’importanza dello sport quale vera e propria terapia del Parkinson, nel 2020, durante il lockdown, è nata l’idea del primo viaggio in bici da Pavia a Roma lungo la via Francigena. La seconda edizione del Bike riding for Parkinson Italy 2021, che ha raddoppiato il numero degli atleti coinvolti, è aperta a chiunque abbia voglia di unirsi ai Parkinsonauti che, nel 2022, saranno protagonisti delle Olimpiadi del Parkinson di Eindhoven.

L’attività fisica, praticata sin dai primi stadi di malattia, è in grado di modificare il decorso del Parkinson” chiarisce Daniele Volpe, direttore del Fresco Parkinson Institute, Villa Margherita-Santo Stefano. “Per questo è importante educare il paziente a uno stile di vita basato su un’attività aerobica regolare ed intensa, che, innescando dei meccanismi di neuroprotezione, neuroplasticità e neurogenesi, ha dimostrato di rallentare l’evoluzione della malattia e addirittura di stimolare dei processi di riparazione. La bicicletta, in particolare, stimola un ciclo del passo che bypassa i circuiti alterati dalla malattia”.

“Tuttavia, quando la patologia si complica, il solo esercizio aerobico non è più sufficiente, e si rende necessario un modello di cura riabilitativa multidisciplinare integrato”, conclude Volpe.

“Siamo davvero entusiasti di contribuire, per il secondo anno consecutivo, al successo di questa importante iniziativa di sport, salute e condivisione, che mette al centro le persone e le loro storie di coraggio per raggiungere sempre nuovi traguardi”, commenta Raffaello Innocenti, amministratore delegato di Chiesi Italia.

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