Anticorpi monoclonali, cure a casa e variante Delta

anticorpi monoclonali
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Covid-19 ha determinato la necessità di ospedalizzare un numero elevatissimo di pazienti. Ora, mentre la campagna vaccinale è in corso, diventa prioritario un attento monitoraggio dei pazienti per applicare le terapie disponibili per le diverse fasi della malattia.

Negli ultimi giorni Stella Kyriakides, Commissario europeo alla Salute e alla sicurezza alimentare, ha annunciato che l’Unione Europea sta puntando ad autorizzare cinque possibili nuove terapie contro il Covid-19: quattro anticorpi monoclonali e un farmaco immunosoppressore. I vaccini ci sono, ma il virus non scomparirà e bisogna disporre di farmaci sicuri ed efficaci.

Il progetto “Il percorso del paziente con Covid-19 dalle cure domiciliari tradizionali al linkage to care con i centri specialistici”, organizzato dalla Simg (Società italiana medicina generale e delle cure primarie), in collaborazione con Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali), con il contributo incondizionato di GSK, ha proprio lo scopo di valutare le opzioni disponibili per il corretto approccio al paziente con Covid-19.

Si parte dall’inquadramento clinico per arrivare alle più recenti opzioni terapeutiche per il paziente gestito a casa. Il progetto si articola nella stesura di un manuale sulla terapia domiciliare del paziente con malattia di Covid-19, incluso l’avvio alla terapia con farmaci monoclonali. L’iniziativa è stata presentata in un webinar nazionale in cui è stato presentato il documento congiunto; a questo seguiranno, nelle date 6-8-13-15 luglio, dei webinar di formazione per i medici a livello macro-regionale, che apriranno alla libera consultazione del Manuale da parte della classe medica.

“Gli anticorpi monoclonali sono molecole che permettono di sconfiggere il virus – spiega Claudio Cricelli, presidente Simg – Devono essere somministrati il prima possibile, quando la diagnosi è stata appena effettuata e quando i pazienti presentino profili di vulnerabilità: attraverso questi possiamo effettuare una profilassi sulle persone esposte al rischio di infezione grave. Ad oggi ne sono state somministrate poco più di 6mila dosi, con tassi di efficacia molto elevati. Si preannunciano nuove generazioni di questi farmaci, sempre più sofisticati”.

“Il luogo ideale dove somministrare questa terapia è il domicilio del paziente, che non è colpito dalla malattia e deve essere protetto. Nel frattempo dobbiamo concentrarci sull’individuazione precoce del caso e sulla possibilità di somministrarli con facilità, per via parenterale e non endovenosa”, aggiunge.

“L’arma degli anticorpi monoclonali ci permetterà di confrontarci con grande forza con il prosieguo della pandemia – sottolinea Massimo Andreoni, direttore scientifico Simit – Gli anticorpi monoclonali devono essere somministrati precocemente, per questo dovremo avere il supporto determinante dei medici di medicina generale per utilizzare al meglio e il più rapidamente possibile quest’arma fondamentale ed estremamente efficace. L’emergenza delle varianti rende un ulteriore problema all’interno dell’uso dei monoclonali, perché queste potrebbero presentare resistenza agli anticorpi stessi”.

“Non è il caso di Delta, per la quale gli studi conclusi sinora dimostrano efficacia degli anticorpi che stiamo utilizzando. Il grande vantaggio di questa nuova strategia terapeutica è che possiamo modificarli e scegliere quelli più attivi nelle varianti che man mano si andranno a generare. Quindi potremo fare una terapia individualizzata, con un anticorpo monoclonale diretto non solo contro una specifica variante, ma anche su misura del singolo paziente”.

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