Tumore al seno, test genomici rimborsati in tutta Italia

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Finalmente tutte le donne italiane con tumore al seno possono accedere ai test genomici in grado di evitare chemio inutili.

La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto attuativo consente infatti la rimborsabilità, su tutto il territorio nazionale, dei test genomici, perché sblocca il Fondo di 20 milioni di euro istituito lo scorso dicembre con la legge di Bilancio.

“Siamo soddisfatti per la decisione del ministero della Salute di sbloccare il fondo per l’acquisto dei test genomici per il tumore mammario. Finalmente le pazienti, assistite nelle strutture sanitarie del nostro Paese, potranno accedere gratuitamente a esami fondamentali per la personalizzazione delle cure oncologiche”, afferma Francesco Cognetti (presidente Fondazione Insieme contro il Cancro e Direttore Oncologia Medica Regina Elena di Roma), che molto si è battuto per l’accesso anti test.

“Da oggi cambia la lotta al tumore più diffuso e frequente nel nostro Paese – prosegue Cognetti – Come Fondazione Insieme Contro il Cancro siamo stati i primi a batterci affinché tutte le pazienti avessero a disposizione test che hanno dimostrato un ruolo decisivo nel supportare gli oncologi nella scelta della terapia migliore. L’esperienza, maturata in numerosi studi clinici su decine di migliaia di pazienti, evidenzia che i test genomici aiutano a definire la terapia più appropriata e consentono a molte donne di evitare la chemioterapia in aggiunta alla terapia ormonale dopo l’intervento chirurgico”.

l valore clinico dei test genomici “è stato confermato anche da sperimentazioni condotte in Italia. La firma del decreto attuativo permette al nostro Paese di allinearsi alle pratiche adottate da almeno un decennio in altri Paesi europei, come Germania, Regno Unito, Spagna e Grecia, e alle indicazioni contenute nelle più importanti linee guida delle società scientifiche”, continua l’oncologo.

“Vanno inoltre considerati i risparmi, visto che questo esame costa circa 2mila euro e un ciclo di chemioterapia va dai 7 agli 8 mila euro. Senza dimenticare i costi indiretti, legati alla mancata produttività conseguente a trattamenti debilitanti, e l’infertilità indotta dalla chemioterapia nelle donne più giovani”.

“E’ stata una battaglia di civiltà e una vittoria ottenuta da tutti i protagonisti della vicenda: clinici, associazioni di pazienti, politici, in favore di tante donne in Italia che vedono finalmente riconosciuto il loro preciso diritto di guarire di cancro e avere al tempo stesso la migliore qualità di vita possibile – conclude Cognetti – Ringraziamo quindi i rappresentanti delle istituzioni per il provvedimento preso, primo fra tutti Vito De Filippo e tutti i membri della Commissione Affari sociali della Camera nonché il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. Si sono infatti spesi con particolare dedizione per l’attuazione del provvedimento e hanno ascoltato le nostre sollecitazioni”.

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