Olimpiadi di Tokyo tra sport e rischi insonnia

Olimpiadi Tokyo
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Le lunghe notti per seguire le Olimpiadi di Tokyo 2021, minacciate da Covid-19, rischiano di moltiplicare i disturbi del sonno fra gli italiani di ogni età, appassionati di sport. Il monito arriva dal pediatra Italo Farnetani, docente alla Libera Università Ludes di Malta, che pensa ai bambini, ma anche agli adulti.

“Mercoledì 21 luglio alle 5:00 del mattino, ora italiana, si svolgerà la prima gara delle Olimpiadi di Tokyo 2021. La differenza di fuso orario costringerà molti italiani a seguire in diretta le gare durante la notte, con inevitabili disturbi del sonno“, avverte Farnetani.

L’esperto non vieta di assistere alle gare sportive, ma dà alcuni consigli per l’igiene del sonno, “privilegiando la volontà delle persone per un’azione di tipo preventivo. E questo perché gare e vittorie favoriranno il desiderio dei piccoli italiani di cimentarsi negli sport olimpici”, scommette il pediatra.

Farnetani suggerisce dunque di non lasciare i bambini soli a guardare le Olimpiadi, ma invita gli adulti, “genitori, nonni e zii, a stare insieme, spiegando e commentando le gare, perciò sfruttandole come momento educativo”. E di recuperare, poi, il sonno perduto.

L’esperto suggerisce di sfruttare l’entusiasmo delle Olimpiadi per promuovere lo sport, un po’ come è accaduto con il calcio post-vittoria a Euro2020. Il pediatra si dice però contrario agli sport e alle gare olimpiche in cui si usano armi da fuoco, proprio per non pubblicizzare una visione positiva di uno strumento che, “come avviene negli Stati Uniti d’America, determina rischi anche mortali”.

Con lo sport si combatte la vita sedentaria e l’obesità, molto diffusa anche tra i più piccoli. Quando iniziare allora? “Il bambino – precisa l’esperto – può iniziare a praticare attività sportiva non agonistica dopo aver compiuto 6 anni di età, ma già a 3 anni si può dedicarsi a nuoto e ginnastica, mentre per tennis e scherma si deve attendere che abbia compiuto 8 anni”.

“Da 6 anni in poi deve praticare sport almeno un’ora al giorno per 5 giorni alla settimana. Lo sport deve essere praticato solo per divertimento e scelto dal bambino con la massima libertà. Se la scelta è basata sulle mode e le preferenze degli amici, spesso si fanno nuovi amici, nascono nuove mode, e così è normale che il bambino crescendo voglia cambiare disciplina. Anche in questo caso i genitori lo devono lasciare libero di decidere, ma possono stare tranquilli, perché lo sport fa sempre bene alla salute, pertanto è opportuno che il bambino scelga quello che vuole in modo che possa divertirsi”.

“È importante che i ragazzi facciano attività fisica, ma è altrettanto importante che scelgano loro la disciplina da praticare. Quello che si può consigliare è che gli sport di squadra sono quelli che permettono una maggiore socializzazione”, aggiunge.

GLI SPORT DEI BAMBINI – In questi giorni sono “quasi tutti acquatizzati, chi al mare chi in piscina, pertanto il nuoto alle Olimpiadi sarà apprezzato ancora di più”, assicura Farnetani, ricordando che per un bambino su quattro il nuoto, durante tutto l’anno, è lo sport più amato.

Il dato è ricavato da un’indagine effettuata fra bambini e adolescenti italiani realizzata dal pediatra per valutare la qualità e la quantità di attività sportiva svolta durante l’anno. Il nuoto, nella fascia di età dai 5 ai 14 anni, è praticato da un milione e mezzo di minor (il 27,86%). “Troppo pochi: speriamo che aumentino grazie alle glorie azzurre”, dice l’esperto.

Fra i bambini di 5-10 anni, per i maschi gli sport più praticati sono calcio (24,61%); nuoto (22,11%) e pallacanestro (18,69%). Nella stessa fascia di età le femmine scelgono nuoto nel 26,10%, ginnastica artistica con il 25,22% e pallavolo, al 12,38%.

Fra gli adolescenti di 11-14 anni il nuoto si assesta saldamente al primo posto: è praticato dal 30,9% dei maschi e dal 36,08 % delle femmine. Per i maschi il secondo sport praticato resta sempre il calcio (21,56%), seguito dalla pallacanestro praticata dal 13,75%. Fra le femmine al secondo posto la ginnastica artistica, al 18,26%, mentre la pallavolo si mantiene sempre al 12,6%.

“È interessante notare che gli unici due sport che sono praticati in percentuali uguali dai maschi e dalle femmine sono il nuoto e lo sci. Il nuoto fa bene a tutti, ma è molto utile per i bambini “gracili”, perché aumenta la potenza muscolare . E’ meno efficace per i bambini obesi, perché in acqua “galleggiano”, pertanto si muovono meno, con un minor dispendio calorico”, conclude Farnetani.

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