Effetto Euro2020, boom di under 14 nelle scuole calcio

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Una passione italiana destinata a crescere, sull’onda del successo della Nazionale di Roberto Mancini a Euro2020.

“Il calcio per i maschi è lo sport più amato e praticato. Nella fascia di età fra 5-14 anni sono 335 mila i bambini e ragazzi che giocano regolarmente a calcio e frequentano società organizzate. Ma il numero potrebbe arrivare nei prossimi mesi a mezzo milione, proprio per l’entusiasmo indotto dal successo ai campionati europei. La stima arriva da Italo Farnetani, docente alla Libera Università Ludes di Malta e ideatore delle ‘Bandiere verdi’, che dal 2008 indicano le spiagge adatte ai bambini scelte dai pediatri.

Farnetani parla di sport e bambini in occasione di un evento ad Alba Adriatica, in provincia di Teramo, dove si sono svolte le gare del primo torneo nazionale ‘Bandiera verde’ e la cerimonia internazionale di consegna ai sindaci e agli ambasciatori delle bandiere verdi 2021. La prima competizione riguardava il calcio, ed era riservata ad atleti di età inferiore a 15 anni (la vittoria è andata alla Sambenedettese).

“Il calcio – ci dice il pediatra – è già una passione italiana, ma dopo una vittoria come quella di ieri possiamo prevedere un notevole incremento della pratica sportiva di questa disciplina fra i giovanissimi. Già oggi – spiega Farnetani illustrando i risultato di una sua indagine tra i pediatri – fra i bambini che hanno dai 5 ai 10 anni uno su quattro gioca a calcio, mentre la percentuale scende a uno su cinque fra gli adolescenti tra 11 e 14 anni. Purtroppo dopo questa età c’è una grande percentuale di abbandoni. In pratica, gli adolescenti per la gran parte smettono di praticare sport, con un danno per la loro salute”.

Ma le cose dovrebbero cambiare, proprio grazie all’effetto Euro2020 e agli Azzurri di Mancini: “Si potrebbe arrivare a mezzo milione di bambini e ragazzi che giocano a calcio, proprio grazie all’entusiasmo e all’effetto spot dei campionati europei. In questi giorni, assistendo al torneo per le bandiere verdi, ho notato come i lunghi mesi di confinamento e la mancanza di allenamento hanno influito negativamente sullo sviluppo fisico e sulla preparazione atletica dei ragazzi”.
“Un motivo in più – conclude il pediatra – per riprendere con regolarità gli allenamenti. Non solo per i vantaggi sul piano fisico, ma anche per il fatto di poter frequentare il gruppo dei coetanei, un elemento indispensabile durante tutta la fase dell’età evolutiva”.
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