Vaccini, le minacce di morte agli infermieri

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Infermieri minacciati (anche di morte) dai no vax. Ormai, con la pandemia di Covid-19 in crescita e la questione green pass, lo scontro tra italiani favorevoli e contrari ai vaccini è salito di livello.

Così oltre ai contagi in generale sono in aumento anche quelli tra i professionisti della salute, e gli infermieri, con oltre 110mila contagiati, sono i più colpiti da inizio pandemia. Ma “in questi ultimi giorni si sono verificati casi di minacce anche di morte verso alcuni presidenti degli Ordini degli infermieri che hanno applicato la legge, allontanando dagli assistiti i no vax e hanno applicato il Codice deontologico che presuppone che il primo dovere di un infermiere sia quello di essere vaccinato per garantire la massima tutela della salute delle persone”, a segnalarlo e la Fnopi (Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche).

“A questo si aggiungono le minacce di denunce verso gli infermieri che stanno esortando – come ogni professionista della Salute deve fare – alle vaccinazioni anti-Covid. Il paradosso poi è che capita anche che a minacciare gli infermieri non siano altri infermieri, verso i quali i presidenti agiscono secondo la legge e la deontologia, ma esponenti di attività diverse, che pur avendo a che fare con gli assistiti, sono no vax e dimostrano intolleranza e assoluta mancanza del principio e del rispetto della tutela della salute”.

Un atteggiamento “intollerabile e pericoloso”, verso cui la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche, “sta valutando pesanti azioni legali per la tutela dei suoi rappresentanti e del decorso della professione”.

“E’ nostro dovere intervenire – afferma Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) – Lo è per tutelare i colleghi presidenti e professionisti e come infermieri per garantire ai cittadini di essere sempre in prima linea per garantire la loro salute. Abbiamo fin dall’inizio invitato tutti i professionisti a rispettare la norma di legge e da parte nostra continueremo a sensibilizzare rispetto all’importanza della vaccinazione“.

“Per un infermiere – ha commentato Mangiacavalli – è un dovere verso i cittadini, verso i colleghi e anche verso la scienza in cui crediamo. La professione infermieristica aderisce ai principi dell’etica professionale che guida scienza e coscienza degli infermieri in scelte che rispondono al principio inderogabile di tutela della salute delle persone e riconosce il valore delle evidenze scientifiche come base del suo agire professionale”.

C’è poi la questione dei non vaccinati tra gli stessi professionisti. “Quantificare con esattezza gli infermieri vaccinati contro la pandemia – aggiunge – è un’operazione complessa, ma si può stimare che oggi lo siano più del 90% di tutti gli iscritti agli albi, che sono oltre 456mila. Questo considerando però – precisa – che ci si avvicina al 100% di vaccinati tra gli infermieri dipendenti Ssn, tranne rare eccezioni ‘attendiste’ o per cause verificate, che sono nell’ordine del centinaio. Ma la percentuale si abbassa, no vax a parte che tra i nostri professionisti sono davvero in percentuali inferiori allo 0,5%, per i liberi professionisti, che inizialmente non sono stati considerati tra le priorità nelle campagne vaccinali: quindi in molti sono ancora in fase di vaccinazione”.

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