Scuola e vaccini, le richieste di Giannelli (Anp)

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Scuola al centro del dibattito politico. Il nodo è l’obbligo di vaccinazione anti-Covid per il personale docente e non docente. Obiettivo, iniziare l’anno scolastico 2021-22 in piena sicurezza e senza didattica a distanza (Dad). Ed è così che le parti sociali si stanno confrontando quasi quotidianamente sulla questione.

Ultimi in ordine di tempo, i due incontri ieri tra l’Anp (Associazione nazionale dirigenti pubblici e altre professionalità della scuola) e il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.

Tra le richieste ribadite dal presidente nazionale Anp Antonello Giannelli, la “necessità di ricevere indicazioni chiare da parte del decisore politico sull’obbligo vaccinale del personale scolastico e sul distanziamento”. Come a dire: o sappiamo per certo che il nostro personale docente e non docente sarà vaccinato (e anche gli studenti) o saremo costretti alla Dad.

“La giornata è stata di confronto operativo per arrivare a proposte concrete da presentare dopodomani alla conferenza Stato-Regioni”, ci ha detto ieri Giannelli, ricordando di aver sottolineato al ministro il fatto che la Dad è l’unica alternativa a una scuola protetta dalle vaccinazioni diffuse, giacchè in molti plessi scolastici gli spazi non sono tali da poter consentire un adeguato distanziamento sociale ‘anti-Covid’.

Come del resto dovrebbe esser stato già ben compreso durante lo scorso anno scolastico, che ha visto moltissimi studenti incollati al computer e tablet per poter seguire le lezioni.

Ma cosa manca per arrivare per mettere la scuola al sicuro rispetto a Covid? “L’immunità di gregge di chi la frequenta”, dice il capo dei presidi italiani. Che si dovrebbe ottenere con la totalità del personale docente e non docente immunizzato, “naturalmente, esclusi coloro che non possono farlo per ragioni di salute” e “almeno il 60% degli studenti che possono avere accesso al vaccino, come dice la commissione Tecnico-Scientifica del ministero della Salute” (gli over-12 per ora, ndr).

Forse siamo distanti da questo obiettivo, dal momento che stando ai dati del commissario Figliuolo “nove regioni viaggiano dal 77 al 50% di personale scolastico non vaccinato”. “Beh, non direi. Credo che i dati a livello nazionale non corrispondano alla situazione reale. Si dice che sarebbe il 15% dei docenti a non essere ancora vaccinato. Ma si tratta di un dato sovrastimato, poiché da quando furono chiuse le corsie preferenziali per la vaccinazione dei docenti, molti si sono comunque vaccinati pur aderendo alla campagna vaccinale senza l’etichetta di ‘docente’”, confuta Giannelli.

Che tiene anche a evidenziare come la quota di docenti che manca ancora all’appello vaccinale non sia dovuta a questioni ideologiche, quanto organizzative “a partire dall’iniziale mancanza di dosi di vaccino disponibili”.

Giannelli però non ha dubbi sulla necessità che i professori, alla stregua dei medici e di tutte le professioni che prevedono uno stretto contatto con il pubblico debbano essere vaccinati per poter svolgere il proprio lavoro.

Sarebbe utile allora l’imposizione di un obbligo alla vaccinazione come per i sanitari? “La parola obbligo non mi piace. Ma senz’altro il governo deve far capire a tutti, docenti, studenti e genitori, che l’unica alternativa alla vaccinazione è la Dad. È questo ciò che vogliamo?”, si interroga il preside.

Possibile allora anche la sospensione del personale che non si presenti vaccinato all’apertura dei cancelli delle scuole? “Potrebbe essere una soluzione”, chiosa il presidente Anp, che però sgombra la strada dalla ventilata ipotesi di green pass anche a scuola.

“Sarebbe poco applicabile e determinerebbe discriminazioni. Le scuole, in quanto datori di lavoro, potrebbero acquisire il dato sullo stato vaccinale dei dipendenti dal sistema sanitario, in modo da rispettare la privacy dei propri collaboratori”.

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