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In ufficio solo se vaccinati. La scelta di Google, Facebook e Netflix

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Prima Google, poi Facebook. Ora Netflix, in attesa di Apple. Alcuni giganti del tech fanno fronte comune: il ritorno in ufficio dei dipendenti passa attraverso l’immunizzazione. La variante Delta, che rappresenta l’80% dei contagiati negli Stati Uniti, detta i tempi e costringe a cambiare rapidamente visione e strategie aziendali. Chi è ostile, dubbioso sulla vaccinazione, magari no vax, magari credente alle storie degli aghi di ferro iniettati sottopelle, è destinato a proseguire con lo smart working, a lavorare da casa. E’ la politica di Google almeno per gli Stati Uniti, almeno fino al 18 ottobre.

Ma il vaccino obbligatorio per il ritorno in ufficio potrebbe essere imposto a breve anche altrove. “Chiunque venga a lavorare nei nostri campus dovrà essere vaccinato”, ha spiegato l’amministratore delegato di Google, Sundar Pichai in un post sul blog. “Stiamo implementando questa politica negli Stati Uniti e la estenderemo ad altre regioni nei prossimi mesi. Spero che questi passaggi diano a tutti una maggiore tranquillità quando gli uffici riaprono”. Sulla scia di Google, ecco Facebook, con le disposizioni per i dipendenti a tempo pieno negli Stati Uniti: vaccino obbligatorio, oppure si continua in smart working, che è poi l’imprimatur di Facebook di giugno ai dipendenti: chi era in grado di svolgere il suo lavoro anche da remoto, avrebbe potuto prolungare l’attività professionale da casa anche oltre la pandemia.

Una sostanziale novità, determinata dalla comparsa delle varianti, rispetto alla decisione assunta da Mark Zuckerberg a maggio 2020, che apriva per i dipendenti la strada del lavoro in smart working in modalità permanente. La politica aziendale sul vaccino obbligatorio per il ritorno in ufficio, decisa da Google e seguita da Facebook è stata mutuata anche da Netflix. Attori e la troupe delle produzioni potranno accedere al set soltanto dopo essersi sottoposti obbligatoriamente all’immunizzazione. Certo, la strada tracciata da Google e Facebook chiama a decisioni rapide anche altri colossi del settore. Per esempio, Apple, che non si è ancora schierata per la vaccinazione obbligatoria. Per ora, la celebre Mela, almeno negli Stati Uniti ha chiesto esplicitamente a clienti e dipendenti di indossare le mascherine. Twitter invece da deciso di chiudere i negozi riaperti di recente a New York e a San Francisco. E se altri colossi come Microsoft e Uber attendevano il rientro in ufficio dei dipendenti dopo lo smart working reso necessario dalla pandemia, ora tutto può cambiare in poche ore. Decide il Covid-19, come ormai avviene da un anno e mezzo.

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