Alimenti, irregolarità in uno stabilimento balneare su tre

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Uno stabilimento balneare su tre è irregolare. A dirlo sono i risultati dei controlli effettuati dai Nas in questi primi mesi dell’estate 2021.

Alzi la mano chi non ha provato quanto sia piacevole pranzare in riva al mare dopo aver fatto un bel bagno nelle acque cristalline della nostra Penisola. Ma bisogna accertarsi che il lido presso cui ci si trova rispetti le regole base previste dalle autorità sanitarie per la conservazione e preparazione degli alimenti. Altrimenti si rischia di mangiare cibi mal conservati o cucinati in ambienti poco igienici e, conseguentemente, si può incorrere in intossicazioni alimentari.

A tutela della salute alimentare degli avventori vigilano costantemente i Nas (Nuclei anti-sofisticazione) dei Carabinieri, che come ogni anno effettuano controlli a campione sulle strutture ricettive marinare e lacustri.

A oggi su 886 verifiche effettuate dalle forze dell’ordine sono state rilevate 258 irregolarità (un terzo degli esercizi controllati) che, nei casi più gravi, hanno determinato la sospensione o la chiusura di 21 attività.

I numeri dei casi di scarsa o assente igiene nel processo di conservazione e trasformazione degli alimenti destinati ai clienti sono molti di più e fotografano una situazione molto significativa. Le violazioni contestate dai Nas ammontano a 351, alle quali corrispondono sanzioni complessive per circa 202 mila euro e a cui si è affiancato anche il sequestro di 1,7 tonnellate di generi alimentari, principalmente a base di pesce.

I casi di inosservanza delle norme relative all’igiene alimentare sono stati rilevati in tutta Italia, da Nord a Sud.

Tra i principali casi segnalati dal Comando dei Carabinieri per la Tutela della Salute, quello di uno stabilimento balneare con attività di ristorazione di Policoro in provincia di Matera, che ha visto la chiusura del bar-ristorante e quello di un altro stabilimento della stessa cittadina lucana che ha visto la chiusura del proprio deposito di alimenti abusivo.

Invece nelle Marche, a Francavilla al Mare, la titolare di uno stabilimento balneare è stata segnalata per la detenzione e la somministrazione di alimenti scaduti e congelati abusivamente.

Non si sottrae a questo triste elenco nemmeno una delle più blasonate località turistiche della Sardegna. I Nas di Sassari hanno denunciato i titolari di due chioschi di Porto Cervo per il cattivo stato di conservazione e di ben 85 chilogrammi di pesce e carne.

Stessa sorte per il legale rappresentante di un lido di Vibo Valentia, denunciato per la detenzione di 120 chili di pesce e frutti di mare in cattivo stato di conservazione.

Numerosi anche i casi di mancata osservanza delle norme previste per il contenimento della diffusione del Covid-19. Tra le più frequenti, l’assenza di cartellonistica informativa per gli avventori e la mancanza delle periodiche pulizie e sanificazioni.

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