vaccini terza dose
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Ancora 3 ‘nodi’ da sciogliere prima di programmare la terza dose di vaccini in Italia. Alla cautela dell’epidemiologo Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del ministero della Salute, sembrano fare da contraltare le decisioni di Paesi come Israele (che ha già iniziato) e Usa, che ha annunciato dal 20 settembre l’avvio del terzo giro di vaccini anti-Covid.

Ma quali sono gli interrogativi che ancora aleggiano sulla questione ‘terza dose’? Rezza li illustra sul ‘Corriere della sera’: è “essenziale rispondere ad alcuni quesiti di tipo scientifico: 1) quanto dura l’immunità conferita dai vaccini; 2) quale ruolo giocano le varianti nel ridurre l’efficacia e la durata della protezione; 3) se sarà possibile raggiungere la cosiddetta immunità di gregge o di comunità”.

Come abbiamo avuto modo di vedere, numerosi studi si sono susseguiti su questi temi, finora, senza però risposte definitive. Quanto alla questione dell’immunità di gregge, ormai più di un esperto solleva dubbi sulla possibilità di raggiungerla davvero.

Ma intanto cosa sta succedendo nel mondo? Gli Stati Uniti tornano a contare più di mille morti al giorno per Covid-19, la Gran Bretagna è a 170, numeri che non vedeva da marzo, come ricorda ‘La Repubblica’. E Israele registra 8.700 contagi, come non accadeva da gennaio scorso. Se a ricoverarsi sono nella stragrande maggior parte dei casi i non vaccinati, complice la variante Delta aumentano i contagi anche fra chi i vaccini, invece, li ha fatti.

Così molti Paesi hanno deciso: via libera alla terza dose. Gli Stati Uniti partiranno da immunodepressi e anziani per arrivare a tutti i cittadini, 8
mesi dopo la seconda dose. E da settembre anche Germania, Francia e Gran Bretagna programmeranno il nuovo richiamo per fragili, ospiti delle Rsa e personale sanitario.

Ecco, proprio quello del personale sanitario è un nodo importante: medici e infermieri sono stati fra i primi a ricevere i vaccini, e a settembre per molti saranno passati anche 9 mesi dalla prima puntura. Saranno ancora protetti?

E che dire degli insegnanti? Anche loro erano fra le categorie prioritarie: molti sono stati vaccinati a marzo: in che condizioni si troveranno con la ripresa dell’anno scolastico? E gli anziani ospiti delle Rsa?

Quello della terza dose – programmata o no – sarà un momento cruciale: i prossimi mesi saranno quelli della ripresa delle attività, e non tutto si potrà fare all’aperto.

La soluzione ‘finestre spalancate’ riproposta a scuola non solo fa cadere le braccia – francamente, dopo quasi due anni di pandemia, speravamo in qualcosa di meglio – ma si è già dimostrata poco utile un anno fa. Ricordiamo tutti gli allarmi, i casi positivi fra alunni o insegnanti, intere classi in quarantena o in Dad.

E’ vero, allora non c’erano i vaccini. Ma adesso il loro effetto, almeno per gli insegnanti vaccinati ‘della prima ora’, complice la variante Delta potrebbe essersi ridotto.

Così, mentre l’appello dell’Organizzazione mondiale della sanità – prima vacciniamo nei Paesi del Sud del mondo e poi pensiamo alla terza dose – resterà inascoltato, nel mondo è già partita la corsa alla terza dose. Cosa farà l’Italia?

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