Vaccini crollati ad agosto, 3,5 mln over 50 scoperti

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C’è stato un vero crollo di somministrazioni dei vaccini anti-Covid ad agosto (-66,5%). Un dato prevedibile, considerato il periodo di ferie. Ma, soprattutto, non è stato possibile incidere sullo ‘zoccolo duro’ dei ‘senza vaccini’: sono infatti ancora privi di copertura oltre 3,5 milioni di over 50.

E’ quanto emerge dal monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe per la settimana 18-24 agosto.

Ma iniziamo dalle forniture. Al 25 agosto (aggiornamento ore 6.12) risultano consegnate 82.612.430 dosi. Dopo la stabilizzazione delle consegne settimanali di luglio (range 2,3-2,7 milioni), ad agosto si è registrato un cambio di passo: 3,3 milioni di dosi consegnate nella prima settimana, 2,9 milioni la successiva e 3,9 milioni nell’ultima. Bene, dunque. E secondo le ultime dichiarazioni del Commissario Figliuolo, per questa settimana sono previste altre 5,3 milioni di dosi . “Contato che le scorte nazionali ammontano già ad oltre 6,2 milioni di dosi di vaccini a mRna – spiega Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe – con le nuove forniture in arrivo potremo contare su 10 milioni di dosi entro la fine del mese”. Dunque non è più un problema di forniture.

Al 25 agosto (aggiornamento ore 6.12) il 70,5% della popolazione (n. 41.767.543) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+788.108 rispetto alla settimana precedente) e il 61,9% (n. 36.686.910) ha completato il ciclo vaccinale (+839.012). Il numero di somministrazioni, in calo da 4 settimane consecutive, è crollato nell’ultima settimana (n. 1.474.992), con una media mobile a 7 giorni a quota 222.993 dosi/die (figura 11).

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“Durante il mese di agosto – commenta il presidente Nino Cartabellotta – si è assistito ad un crollo del 66,5% delle somministrazioni: la media mobile a 7 giorni è passata dal picco di oltre 592 mila del 28 luglio a poco più di 198 mila il 20 agosto”.

Oltre all’esitazione vaccinale, varie le motivazioni alla base di questa brusca frenata: mancate prenotazioni durante le vacanze da parte degli utenti, ferie degli operatori sanitari, progressiva riduzione delle seconde dosi da somministrare. “D’altro canto – ribadisce Cartabellotta – abbiamo perso l’opportunità di accelerare la campagna in alcune fasce d’età, soprattutto in quella 12-19 anni cruciale per l’imminente inizio delle scuole”.

Ma a che punto sono le coperture? L’87,1% della popolazione over 50 ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino, con un irrisorio incremento settimanale nazionale (+0,5%) e nette differenze regionali: dal 91,8% della Puglia all’80,4% della Sicilia.

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In dettaglio:
Over 80: degli oltre 4,4 milioni, 4.172.652 (93,1%) hanno completato il ciclo vaccinale e 107.588 (2,4%) hanno ricevuto solo la prima dose.
Fascia 70-79 anni: degli oltre 5,9 milioni, 5.267.981 (88,3%) hanno completato il ciclo vaccinale e 152.894 (2,6%) hanno ricevuto solo la prima dose.
Fascia 60-69 anni: degli oltre 7,3 milioni, 6.196.591 (83,3%) hanno completato il ciclo vaccinale e 269.108 (3,6%) hanno ricevuto solo la prima dose.
Fascia 50-59 anni: degli oltre 9,4 milioni, 7.113.356 (75,1%) hanno completato il ciclo vaccinale e 552.766 (5,8%) hanno ricevuto solo la prima dose.

Complessivamente, sono 4,6 milioni gli over 50 che non hanno ancora completato il ciclo vaccinale, di cui 3,52 milioni (12,9%) non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose. E questo con rilevanti differenze regionali (dal 19,6% della Sicilia al 8,2% della Puglia).

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I dati, insomma, confermano l’esitazione vaccinale degli over 50, mentre salgono tutte le curve degli under 40. Rimangono ancora notevoli differenze di copertura vaccinale tra le diverse classi anagrafiche

Ma cosa ci dicono i numeri sull’efficacia dei vaccini in piena variante Delta? Secondo gli ultimi dati dell’Istituto Superiore di Sanità, l’efficacia del ciclo completo di vaccinazione, rispetto ai non vaccinati, raggiunge l’82,5% sulle diagnosi, il 94,9% sulle ospedalizzazioni, il 97% sui ricoveri in terapia intensiva e il 97,1% sui decessi.

Se guardando i numeri assoluti, potrebbe paradossalmente sembrare che ospedalizzazioni e decessi siano più frequenti negli individui vaccinati, rapportando il dato alla popolazione e standardizzandolo per 100.000 abitanti, appare molto netta la minore incidenza di eventi gravi nei vaccinati con doppia dose. “Infatti – commenta Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe – ospedalizzazioni, ricoveri in terapia intensiva e decessi sono ridotti rispettivamente dell’84,4%, 89,5% e 80% nei soggetti che hanno effettuato il ciclo completo rispetto a chi non ha ricevuto nemmeno una dose di vaccino”.

Dati che non ci stanchiamo di ribadire, sperando che in qualche modo possano fare breccia tra gli over 50 senza vaccini, quelli che sono più a rischio in caso di Covid-19.

Tra dosi attualmente “in frigo” e forniture annunciate entro la fine del mese potremo contare su 10 milioni di dosi di vaccini a mRna, una disponibilità sufficiente a riprendere le somministrazioni al ritmo precedente al crollo di agosto, conclude la Fondazione Gimbe.

Persiste, però, l’esitazione vaccinale degli over 50. E questo nonostante i dati di efficacia dei vaccini stessi.Viste le difficoltà ad attuare una strategia di chiamata attiva, l’obbligo vaccinale rimane l’ultima possibilità – dicono gli esperti Gimbe -Riguardo la fascia 12-19, non è realistico l’obiettivo di coprire con il ciclo completo il 60-65% prima dell’inizio dell’anno scolastico, visto che il 46,9% (n. 2.137.396) non ha ancora ricevuto nemmeno una dose e il 23,9% (n. 1.091.097) solo la prima, con marcate differenze regionali”.

Quanto alla terza dose, “ad oggi mancano robuste evidenze per definire indicazioni, tempi e modalità di somministrazione, ma esistono tre ragionevoli certezze: innanzitutto, in assenza di test affidabili, i potenziali candidati possono essere individuati solo sulla base del rischio individuale nelle persone più a rischio di malattia severa (over 80, ospiti Rsa, immunodepressi, trapiantati e pazienti molto fragili) e negli operatori sanitari, maggiormente esposti al rischio di infezione. L’efficacia del ciclo completo nei confronti di infezione e malattia sintomatica – rileva infine la Fondazione guidata da Nino Cartabellotta – sembra progressivamente ridursi, ma rimane elevata nei confronti di malattia grave e decesso; infine, indipendentemente dal parere del Cts, a somministrazione di una terza dose deve essere approvata dalle autorità regolatorie”. Cosa che in Europa non è ancora accaduta.

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