Vaccini, 75% dosi in 10 Paesi. L’Oms e il Patto di Roma

vaccini Tedros
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L’egoismo vaccinale non paga: per fermare la pandemia di Covid-19 occorre fare di più e assicurare ai Paesi del Sud del mondo l’accesso ai vaccini contro Sars-Cov-2. A sottolineare le diseguaglianze, ancora una volta, è l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

Nel suo intervento al G20 della Salute, in corso a Roma, il dg Tedros Adhanom Ghebreyesus ha ricordato che, a fronte di 5 miliardi di vaccini somministrati nel mondo, il 75% delle dosi è stato inoculato in appena 10 Paesi. L’Africa ha la copertura più bassa: 2%. E questo è inaccettabile”.

Mentre l’Italia ha superato il 70% di over 12 vaccinati, colpisce che l’obiettivo dell’Oms sia quello di arrivare “ad almeno il 10% della popolazione di ogni Paese immunizzata entro la fine di questo mese, al 40% entro fine anno e al 70% entro la metà del 2022. Possiamo ancora riuscirci, ma solo con l’impegno e il supporto dei Paesi del G20“, ha detto il dg Oms.

Insomma, i ’20 Grandi’ devono rimboccarsi le maniche e aiutare i Paesi del Sud del mondo, se non vogliono rischiare di trovarsi a fronteggiare l’emergere di nuove e più insidiose varianti. Proprio questo è l’obiettivo del Patto di Roma: contribuire a contrastare Covid-19, ma anche affinare le armi e unire le forze per combattere finalmente in modo efficace – e sul nascere – eventuali nuove pandemie.

“Stiamo preparando il Patto di Roma per fare in modo che la salute sia
garantita a tutti, perché nessuno resti indietro. Ci sono le condizioni per costruire quella intesa che garantirà i vaccini anche nei Paesi più fragili“, ha detto il ‘padrone di casa’, il ministro della Salute Roberto Speranza.

Perché il vaccino deve essere “un diritto di tutti, non un privilegio di pochi”, ha ribadito Speranza. Parole di buonsenso, che certo stridono con gli slogan no vax nelle piazze e sui social.

Al centro dei lavori in corso a Roma, temi come il diritto alla Salute e alle cure, indipendentemente dalle condizioni economiche. Ma anche la consapevolezza che dalla pandemia si può uscire solo insieme, e che quella da Covid-19 non sarà certo l’ultima a minacciare le nostre esistenze.

“Vi lascio con tre richieste concrete – ha detto il dottor Tedros – Innanzitutto, sostenere il raggiungimento degli obiettivi di vaccinazione globali dell’Oms, sostituendo i programmi a breve termine con Covax, adempiendo ai propri impegni di condivisione delle dosi di vaccini entro la fine di questo mese al più tardi, e facilitando la condivisione di tecnologia, know-how e proprietà intellettuale per sostenere la produzione regionale di vaccini”.

“In secondo luogo, sostenere lo sviluppo e l’adozione di un accordo internazionale giuridicamente vincolante sulla preparazione e risposta alla pandemia, come impegno per le generazioni future”.

“E terzo, rafforzare l’Oms sostenendo iniziative che consolidano, non indeboliscono, il suo mandato e impegnandosi a invertire l’attuale squilibrio tra contributi previsti e quelli volontari”.

Tre richieste ‘pesanti’, quelle dell’Oms. Ma, come ha concluso Tedros Adhanom Ghebreyesus, è arrivato il momento di agire. “Concordo con il ministro Speranza: carpe diem!”. Perché il virus pandemico non è certo sconfitto, e se il mondo non risponderà unito, rischia di restare con noi ancora a lungo.

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