Dalla peste a Covid, 8 secoli di Misericordie

Misericordie
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Dalla peste a Covid-19. Otto secoli di storia, 700 sedi in tutta Italia (e numerose altre nel mondo), 670.000 iscritti, oltre 100.000 volontari attivi: questi sono i numeri delle Misericordie Italiane, impegnate ogni giorno nell’aiuto del prossimo.

Oggi la Confederazione nazionale delle Misericordie d’Italia è stata ospitata all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede. L’ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede Pietro Sebastiani, nell’ambito delle iniziative di presentazione delle eccellenze italiane agli altri ambasciatori accreditati presso la Santa Sede, ha organizzato questo incontro per far conoscere la storia di un movimento che ha resistito al passare dei secoli, rafforzandosi e diversificando le proprie attività.

All’incontro è intervenuto, fra gli altri, anche il ministro Roberto Speranza, che ha ringraziato le Misericordie per l’impegno e lo spirito di servizio. Per Speranza i valori della Misericordia sono essenziali per portare avanti un nuovo umanesimo, che viene da lontano e ha radici anche nella nostra Costituzione.

“Siamo veramente soddisfatti di aver presentato il nostro grande movimento in un luogo così importante – ha ricordato il presidente delle Misericordie Domenico Giani – per questo ringrazio l’Ambasciatore Sebastiani e tutti coloro che sono intervenuti. Quello che stiamo vivendo è un momento particolare, possiamo dire che per le Misericordie la storia si ripete: dopo tanti secoli il nostro movimento ha affrontato nuovamente una pandemia. Con grande piacere ho presentato un mondo di donne e di uomini che si sono messi ancora di più a servizio della persona in un momento così difficile”.

“In Toscana Abbiamo fatto 5 milioni e 700 mila vaccini con 90 hub aperti- ha affermato Eugenio Giani, oresidente della Regione Toscana – non li avremmo potuti tenere aperti senza i volontari delle nostre Misericordie, che in modo efficiente hanno collaborato all’organizzazione del sistema vaccinale. In Toscana abbiamo 400 sedi di Misericordia che non sono un luogo dove c’è l’ambulanza, ma dove vi sono studi medici, Protezione civile, si organizzano residenze sanitarie e molto altro”.

“Ottocento anni fa, nel 1244, nasceva a Firenze la prima Misericordia – ha ricordato il sindaco Dario Nardella – e veniva gettato il seme della solidarietà che avrebbe reso la città un laboratorio di cittadinanza attiva e di impegno civico. Da allora, il movimento delle Misericordie d’Italia è diventato parte integrante del tessuto sociale del nostro Paese, una vera ricchezza per le comunità, protagonista nella solidarietà e nell’aiuto alle fasce di popolazione più vulnerabili”.

“In un momento delicato come quello attuale, a fronte di difficoltà e incertezze sempre maggiori, sulla capacità di supportare movimenti come le Pubbliche assistenze e le Misericordie nella loro azione giornaliera si gioca un’importante partita. Se vogliamo che le comunità si sviluppino mantenendo alto il livello di diritti, sviluppando una capacità di ascolto rispetto alle istanze sociali espresse dai territori, serve un’ottica di sistema capace di far lavorare insieme i soggetti territoriali: istituzionali, religiosi, sociali, culturali e produttivi. C’è bisogno di un grande welfare da costruire insieme – ha concluso il sindaco – all’interno del quale il volontariato, la sussidiarietà, la solidarietà e, a monte di essi, la misericordia o meglio ancora le Misericordie, siano riconosciute come componenti essenziali”.

“Ciò che è conservato nell’archivio della Misericordia di Firenze – ha aggiunto Giovangualberto Basetti Sani, provveditore della Misericordia di Firenze – è da considerarsi un patrimonio di inestimabile valore perché, mentre è raro trovare opere letterarie relative alla peste, molto più rari sono i documenti che descrivono l’attività quotidiana di soccorso che viene svolta in queste circostanze e che sono contenuti nell’archivio della Misericordia di Firenze. Addirittura il primo manuale contro la peste, contenente i consigli considerati più utili per difendersi dal terribile “morbo”, è datato 1523. E durante questi periodi pandemici la Misericordia di Firenze incaricava un provveditore particolare che si occupasse di gestire e provvedere a tutte le necessità del momento, esattamente come è avvenuto oggi con la pandemia da Covid 19”.

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