Vaccino Covid, tra obbligo e cure a carico

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Arriveremo all’obbligatorietà per il vaccino Covid? E sarà possibile far pagare il ricovero a chi non si è vaccinato? L’analisi del costituzionalista Alfonso Celotto. La versione originale di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di ottobre 2021.

IL GREEN PASS è ormai un obbligo di legge per tutte le categorie di lavoratori, pubblici e privati. Obbligo a fronte del quale il legislatore ha previsto specifiche sanzioni per chi non lo rispetta, tra cui la sospensione temporanea dal servizio e dalla retribuzione, fino a che non ci si sia messi in regola effettuando un tampone o, auspicabilmente, vaccinandosi contro Covid-19.

Forse un passo prodromico all’introduzione dell’obbligo vaccinale contro il coronavirus? Presto per dirlo. Anche se sarebbe possibile, come previsto dalla nostra Costituzione. Secondo la quale “si può introdurre l’obbligo attraverso una legge” così come “è avvenuto nel caso del Colera nel 1973”, spiega Alfonso Celotto, professore ordinario di Diritto costituzionale all’Università Roma Tre.

Il nostro ordinamento prevede già “obblighi vaccinali generali, soprattutto per i bambini, e obblighi speciali per alcune categorie, come avvenuto spesso in passato per i militari”, continua. E in ogni caso, “dato che la nostra Costituzione stabilisce che le prestazioni sanitarie obbligatore siano previste per legge, con la garanzia del passaggio parlamentare per la loro approvazione, in linea teorica l’obbligo di vaccinazione è costituzionalmente plausibile, se scelto dal Parlamento”.

Del resto, per Covid-19 l’obbligo vaccinale è stato già disposto per i medici e per il personale sanitario dal decreto legge 44 del 2021. Chiaro è che, se ci fosse l’obbligo, dovrebbe esserci anche una sanzione per i trasgressori della norma. Già, ma quale? Tra le proposte che fanno più discutere c’è quella ventilata tra gli altri dalla virologa Ilaria Capua, secondo la quale chi non accetta il vaccino anti-Covid (offerto gratuitamente dal Ssn, che lo paga al massimo una ventina di euro), qualora venisse ricoverato a seguito dell’infezione dovrebbe essere costretto a pagare il costo dell’ospedalizzazione.

“Giornalmente ogni ricovero in terapia intensiva costa circa 1.500 euro, per degenze medie non inferiori ai 17 giorni”, precisa l’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato. Che condivide l’idea di Capua, tanto da aver dichiarato di stare lavorando proprio in questa direzione. Si tratta di semplici provocazioni o ci sono basi normative che potrebbero sostenere questa ipotesi? Anche perché i detrattori di questo approccio sostengono che chi paga le tasse, in caso di ricovero ha diritto alle cure gratuite da parte del Ssn.

alfonso celotto
ALFONSO CELOTTO Professore ordinario di Diritto costituzionale all’Università Roma Tre. È stato visiting professor della U.B.A. – Universidad de Buenos Aires; dell’Università di Varsavia e dell’Università Mc Gill di Montreal. Ha svolto attività accademica e di ricerca in Italia, Francia, Spagna, Perù, Argentina, Polonia, Canada, Australia. Ha ricoperto numerosi incarichi istituzionali e ha collaborato, per consulenza e per contenziosi dinanzi alla Corte costituzionale e alle magistrature amministrative, con i principali studi italiani.

“La Costituzione garantisce cure gratuite agli indigenti. Dal 1978 l’assistenza sanitaria universalistica del Ssn assicura a tutti e sempre le cure essenziali e quelle urgenti. Ipotizzando un obbligo vaccinale, bisogna pensare anche a una sanzione. Quella di tipo generale potrebbe essere una multa, che però lascia il tempo che trova, perché una volta pagata resta la mancata vaccinazione. L’altro tipo di sanzione generale sarebbe un processo e una incarcerazione. Ma a mio avviso sarebbero misure fuori luogo e sproporzionate. Senza tenere conto del costo per il sistema di avviare migliaia di processi. L’idea di Ilaria Capua e dell’assessore D’Amato potrebbe avere un senso restitutorio. Qualora ci fosse l’obbligo vaccinale, e un soggetto dovesse non rispettarlo, si potrebbe pensare che egli possa avere una sospensione parziale dal Ssn. Nel senso che, fatta salva la gratuità per tutte le cure urgenti, per le conseguenze dell’infezione da Covid potrebbe essergli addebitato il pagamento delle relative cure”, ipotizza Celotto.

In effetti, il protrarsi della discussione politica sull’obbligo di vaccinazione riguarda anche l’identificazione di una sanzione adeguata. “Anche se è bene ricordare che il personale sanitario che sceglie di non vaccinarsi, a fronte dell’obbligo previsto dalla legge, viene sospeso dal servizio e dalla retribuzione”. E dal 15 ottobre, indirettamente, la medesima cosa accadrà per i lavoratori che, sprovvisti di green pass, saranno sospesi temporaneamente dal servizio e dalla retribuzione. La strada del “chi sceglie male, paga” pare comunque tracciata. E a prescindere dal fatto che l’obbligo vaccinale ci sarà o meno, vale la pena ricordare quanto continuano a evidenziare i medici che accolgono e curano chi arriva in terapia intensiva per infezione da Covid-19. Si tratta in larghissima parte di persone non vaccinate le quali, trovandosi nelle strazianti condizioni di rimanere senza respiro e intubate, si pentono di avere detto no ai vaccini. Un pentimento tardivo, che purtroppo talvolta non basta a salvarsi la vita.

 

La versione originale di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di ottobre 2021. Ci si può abbonare al magazine di Fortune Italia a questo link: potrete scegliere tra la versione cartacea, quella digitale oppure entrambe. Qui invece si possono acquistare i singoli numeri della rivista in versione digitale.

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