Covid in Italia, curva dei contagi e ricoveri in salita

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Cattive notizie dal monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe sull’andamento della pandemia da Covid-19 in Italia: si inverte la curva dei contagi (+43% nuovi casi), che torna a salire dopo 7 settimane, 
e aumentano i ricoveri (+7,5%).

Il monitoraggio, nella settimana 20-26 ottobre, rileva infatti un netto aumento dei nuovi casi settimanali: da 17.870 a 25.585, anche se la crescita potrebbe in parte essere legata all’incremento dei tamponi totali. Ma l’aumento del tasso di positività di quelli molecolari e dei ricoveri (+181) indicano una maggior circolazione del virus.

Ma vediamo i nuovi dati. Il monitoraggio rileva una diminuzione dei decessi (249 vs 271), il lieve aumento i casi Covid attualmente positivi (75.046 vs 74.546), delle persone in isolamento domiciliare (72.101 vs 71.768) e dei ricoveri con sintomi (2.604 vs 2.423), mentre calano le terapie intensive (341 vs 355). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
Decessi: 249 (-8,1%)
Terapia intensiva: -14 (-3,9%)
Ricoverati con sintomi: +181 (+7,5%)
Isolamento domiciliare: +333 (+0,5%)
Nuovi casi: 25.585 (+43,2%)
Casi attualmente positivi: +500 (+0,7%)

“A livello nazionale – dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – dopo 7 settimane si registra un’inversione di tendenza dei nuovi casi settimanali, che nell’ultima settimana aumentano del 43,2%, con una media mobile a 7 giorni che passa da 2.553 del 19 ottobre a 3.655 il 26 ottobre”. La crescita dei casi, che potrebbe essere in parte influenzata dall’aumento del 21,1% dei tamponi totali rispetto alla settimana precedente (2.604.550 vs 2.151.081), sicuramente segue a un aumento della circolazione virale per due ragioni: innanzitutto, per l’inversione di tendenza sui ricoveri in area medica, in secondo luogo perché a fronte di un rapporto positivi/tamponi antigenici in lieve calo, per l’enorme aumento del denominatore, si registra un incremento del rapporto positivi/tamponi molecolari (dal 2,4% del 19 ottobre al 3,5% del 26 ottobre).

Nella settimana 20-26 ottobre 2021, tutte le Regioni tranne Sardegna e Valle D’Aosta, registrano un incremento percentuale dei nuovi casi e in 15 Regioni crescono i casi attualmente positivi. Sono 33 le Province con un’incidenza ≥50 casi per 100.000 abitanti: tra queste la Provincia di Trieste registra oltre 150 casi per 100.000 abitanti. Diminuiscono i decessi: 249 negli ultimi 7 giorni (di cui 29 riferiti a periodi precedenti), con una media di 36 al giorno rispetto ai 39 della settimana precedente.

“Sul fronte ospedaliero – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi sanitari della Fondazione Gimbe – si registra un incremento del 7,5% dei posti letto occupati dai pazienti Covid-19 in area medica e una riduzione del 3,9% di quelli in terapia intensiva”. A livello nazionale il tasso di occupazione rimane molto basso (5% in area medica e 4% in area critica) e nessuna Regione supera le soglie del 15% per l’area medica e del 10% per l’area critica. “Si registra un lieve aumento degli ingressi giornalieri in terapia intensiva – spiega Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe – con una media mobile a 7 giorni di 23 ingressi/die rispetto ai 20 della settimana precedente”.

C’è poi la ‘questione varianti’ Covid. La variante AY.4.2 (cosiddetta “Delta plus”) è in lenta crescita nel Regno Unito dove rappresenta circa il 6% dei casi sequenziati, con 15.120 casi isolati al 21 ottobre 2021. Indicata come “variante di interesse” lo scorso 20 ottobre, sarà strettamente monitorata nei prossimi mesi. Rispetto alla variante Delta, al momento non ci sono evidenze che la delta plus possa determinare un quadro clinico più severo e/o ridurre l’efficacia dei vaccini; potrebbe essere più contagiosa del 10-15%, ma i dati sono ancora preliminari.

“Con l’inverno alle porte – conclude Cartabellotta – il repentino aumento dei nuovi casi e dei ricoveri e il progressivo calo dell’efficacia dei vaccini sull’infezione impongono sia di accelerare la somministrazione della terza dose a tutte le categorie individuate dalla Circolare ministeriale, sia di convincere oltre 2,7 milioni di over 50 non ancora vaccinati, ad elevato rischio di ospedalizzazione e decesso”.

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