Covid, Europa teme la quarta ondata e reagisce

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I contagi e i decessi covid aumentano, l’Europa vede profilarsi all’orizzonte la quarta ondata e trema. Secondo le stime dell’OMS, su 3,1 milioni di nuovi casi a livello globale, quasi i due terzi, cioè 1,9 milioni, sono stati segnalati nel Vecchio continente, con un aumento del 7% nell’ultima settimana. I decessi sono cresciuti del 10%, rappresentando oltre la metà dei 48.000 morti segnalati a livello globale. E le prime reazioni degli esecutivi non tardano ad arrivare: Austria, Belgio, Germania e . hanno già introdotto una serie di misure, a cui sicuramente faranno eco, a stretto giro, altri Paesi europei.

L’Austria ha optato per il lockdown duro per i non vaccinati. Si parla di due milioni di cittadini non immunizzati, che da oggi saranno autorizzati a lasciare la propria abitazione solo per ragioni lavorative, acquisti di prima necessità e attività motoria. Il governo ha annunciato controlli serrati e multe per chi non rispetterà gli obblighi: 500 euro per i cittadini, 3.600 euro per gli esercenti. Esclusi dalle limitazioni solo i bambini al di sotto dei 12 anni, le donne incinta e chi non può vaccinarsi.

Provvedimenti anche nei confronti dei vaccinati: per frequentare i locali della movida non basterà più il certificato di avvenuta vaccinazione, ma dovrà essere esibito anche il referto di un test molecolare. Il governo sta attualmente discutendo dell’adozione di ulteriori provvedimenti contro l’esplosione di una quarta ondata Covid, che ha attualmente un’incidenza di 848. Il coprifuoco anche per i vaccinati proposto dal ministro della Salute Wolfgang Mueckstein è stato, almeno per il momento, bocciato dal cancelliere Alexander Schallenberg.

In Belgio invece la stretta del governo colpisce le discoteche, a seguito dell’impennata di casi che ha portato il Paese a un livello “molto preoccupante”, come definito dal Centro Europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) : sono 500 i pazienti attualmente in terapia intensiva. Il comitato tecnico-scientifico belga ha proposto per questo la chiusura dei locali notturni per un periodo che va dalle 3 alle 4 settimane, insieme al ripristino dell’obbligo della mascherina a scuola per gli insegnanti e gli alunni dai 9 anni in su e il ritorno allo smart working fino a Natale.

Più soft le misure adottate, per il momento, da Francia e Germania. Dall’Eliseo arriva la conferma del ritorno all’obbligatorietà dell’uso della mascherina nelle scuole elementari. “Tutti i dipartimenti passano al livello 2 del protocollo sanitario”, con “l’uso della mascherina per l’insieme degli studenti di scuola elementare”, aveva annunciato il 9 novembre scorso il ministero dell’Istruzione, dopo all’intervento televisivo del presidente Macron. Dinanzi alla recrudescenza del virus, il leader francese ha fatto diversi annunci, tra cui quello particolarmente importate per la campagna di richiamo del vaccino (la terza dose) per gli over 50. In Germania invece c’è stato il via libera alla proposta di introdurre l’obbligo vaccinale per alcune specifiche professioni. Quindi sì al vaccino nelle cliniche, negli asili nido, nelle case di cura, negli ospizi per anziani. La misura ha trovato l’accordo dei liberali, dei socialdemocratici e dei verdi – principali partiti tedeschi, al momento impegnati nella formazione di un governo “semaforo” – come ha dichiarato la capogruppo dei Verdi al Bundestag, Katrin Goering-Eckardt.

In Olanda invece, il premier Mark Rutte ha annunciato un lockdown parziale: bar e ristoranti chiusi alle 20, e i negozi di beni non essenziali alle 18. A questo si aggiungono poi ulteriori misure, come l’allargamento del numero di luoghi dove sarà obbligatorio mostrare il green pass e la chiusura degli stadi al pubblico. Questo perché, dice Rutte, “il virus è ovunque”. Solo nell’ultima settimana si contano in media 12.000 contagi. Questo lockdown parziale, sottolinea ancora il premier, servirà allora ad assestare al Covid “un duro colpo”.

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