Calcio e non solo, la stretta sugli atleti non vaccinati

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Il Bayern Monaco gli taglia lo stipendio. L’Australian Open gli vieta la partecipazione e così potrebbe accadere anche ai Mondiali di calcio in Qatar, tra novembre e dicembre del prossimo anno. Con la quarta ondata che spira forte tra i Paesi europei e non solo e la questione della terza dose, ovviamente torna d’attualità per lo sport il tema degli atleti ancora non immunizzati.

Scettici, avversori del vaccino, no vax convinti, ma anche chi viene dalla doppia dose, con copertura in calo: in Serie A solo negli ultimi giorni ci sono stati due casi alla Roma, tre al Napoli, Marusic della Lazio, in precedenza Gonzalez della Fiorentina, l’allenatore del Verona Igor Tudor. Quasi tutti gli atleti di Serie A sono under 40, quindi al di sotto della fascia che può ricevere la terza dose, che potrebbe avere al momento soltanto Zlatan Ibrahimovic. Non sono previste deroghe, è quindi un’opzione possibile che l’onda di contagiati nel campionato italiano possa crescere nelle prossime settimane, pregiudicando l’andamento del torneo, nonostante la percentuale di vaccinati si aggiri intorno al 92%. Ma per la copertura vaccinale che perde colpi potrebbero servire soluzioni in tempi brevi. Nel frattempo in Bundesliga – dove la soglia di vaccinati è sul 90% – c’è il Bayern Monaco che interverrà sulla busta paga dei quattro no vax della rosa, qualora fossero posti in isolamento, come segnalato dalla Bild. Stipendio più leggero anche per Kimmich, il più famoso del quartetto, da poco uscito da una quarantena, non immunizzato per motivi personali, invitato nelle scorse settimane alla vaccinazione anche dal governo tedesco, dal ministro della Salute Spahn, che ha parlato in queste ore di tedeschi guariti, vaccinati o morti a fine inverno in Germania.

NON SOLO CALCIO: NOVAX FUORI DA AUSTRALIAN OPEN 

La vaccinazione degli atleti e i riflessi sullo svolgimento delle competizioni sono oggetto di discussione da tempo ma l’intensità è salita dopo la decisione degli organizzatori dell’Australian Open, la prima prova del Grand Slam della stagione tennistica, di escludere dalla competizione i non vaccinati. Tra questi anche il primo giocatore del mondo (e no vax convinto) Novak Djokovic, che dovrebbe essere così assente in Australia, anche se il tedesco Zverev ha invocato una deroga per il primo giocatore al mondo. Ma all’Australian Open non si scherza, non si perdono più milioni di dollari per eventuali rinvii o restrizioni a causa della pandemia e così la Nba, che attraverso i suoi dirigenti e il sindacato dei cestisti sta spingendo sugli atleti per il nuovo giro di vaccinazioni. E se gli Stati Uniti hanno deciso di spedire (qualora partecipassero, il presidente Biden ha ipotizzato l’assenza della delegazione americana in Cina) solo vaccinati ai prossimi Giochi invernali di Pechino, l’orizzonte però si allunga ai Mondiali di calcio in Qatar: gli arabi, in crisi di appeal e credibilità per il torneo anche per le migliaia di migranti morti sui cantieri per le condizioni inumane di lavoro, vogliono solo vaccinati, si tratta con la Fifa. In ogni caso ci saranno anche altri tornei con il veto ai no vax,  se la corsa di Covid-19 non viene arrestata quasi del tutto dai vaccini, servirà una soluzione per tutelare organizzazioni, atleti e tifosi. Sennò lo sport subirà un altro colpo finanziario.

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