Draghi frena la Lega. “Super green pass per tornare alla nomalità”

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In pratica, quello che chiede è di guardare alla cosa da una prospettiva diversa. Non dal punto di vista delle restrizioni per i no vax, ma delle maggiori libertà di chi invece il vaccino ha scelto di farlo. La parola chiave che Mario Draghi sceglie per spiegare la decisione presa dal Consiglio dei ministri sul cosiddetto super green pass è “normalità”.

“Noi vediamo una situazione all’esterno che è molto grave, in Paesi confinanti. La situazione italiana è in lieve ma costante peggioramento e non siamo ancora nella pienezza dell’inverno e la copertura vaccinale del ciclo comincia ad affievolirsi”. Insomma, è vero che siamo messi meglio di altri, ma non per questo bisogna abbassare la guardia.

“Ve lo ricordate il Natale dell’anno scorso?”, è la domanda che rivolge ai giornalisti in conferenza stampa. “Quello che dicono questi provvedimenti è che vogliamo prevenire per preservare, conservare. Vogliamo essere molto prudenti per evitare i rischi e riuscire a conservare quello che gli italiani sono riusciti a conquistarsi nel corso di quest’anno”.

Non è un caso che più di una volta il presidente del Consiglio (lo fa anche il ministro Mariastella Gelmini) citi “l’interlocuzione proficua con le Regioni”, facendo espressamente riferimento al contributo del leghista Massimiliano Fedriga. Perché a poche ore dal Consiglio dei ministri il Carroccio aveva fatto filtrare più di qualche perplessità sull’ipotesi di estendere il super green pass già in zona bianca. Matteo Salvini, solitamente così prodigo di dichiarazioni, questa volta non ci mette la faccia. Ma i suoi ministri non partecipano alla cabina di regia e, a un certo punto,  comincia a girare voce che siano pronti a disertare anche la riunione dell’esecutivo.

Alla fine si raggiunge un punto di caduta, ossia la decisione di limitare la misura a un periodo circoscritto al Natale, dal 6 dicembre al 15 gennaio. Giancarlo Giorgetti, il leghista più vicino a Draghi, fa sapere che in consiglio dei ministri ci sarà. Finisce con un via libera all’unanimità. Evidentemente Matteo Salvini può accontentarsi di portare a casa un risultato minimo. Di certo, il messaggio che il presidente del Consiglio manda anche a lui è chiaro: Nella maggioranza, dice, “quelle che sembravano essere diversità di posizioni prima del Cdm sono sparite e la decisione è stata unanime. E’ importante per ricucire la contrapposizione tra chi si vaccina e chi no che il governo sia compatto, non ci siano cedimenti, posizioni un po’ diverse, come abbiamo visto purtroppo tante altre volte nella storia italiana”.

Come a dire: sono anche certe ambiguità a compromettere il raggiungimento dei risultati. E l’obiettivo, a questo punto, è proprio ritrovare quel minimo di normalità che si può avere in una situazione che di normale non ha proprio niente. Insomma, la domanda non deve essere di quale colore deve essere la zona perché si possano introdurre le limitazioni ma “cosa dobbiamo fare per non chiudere“. “Gli italiani hanno reagito, abbiamo ricominciato a essere normali, vogliamo conservare questa normalità, non vogliamo rischi a questa normalità. Con questo spirito abbiamo fatto i provvedimenti presi, guardando al desiderio di continuare a essere aperti, andare in giro, divertirsi, acquistare, combattere la povertà, mandare i ragazzi a scuola, contenti”, spiega Draghi.

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