Quarta ondata Covid, potenziare sistema 118

Mario Balzanelli
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Occorre fare presto, per farci trovare preparati al momento peggiore di questa nuova ondata di Covid-19. “Siamo in piena quarta ondata pandemica e riformare, ossia potenziare in modo rilevante il Sistema di emergenza territoriale 118, deve essere la priorità irrinunciabile della programmazione sanitaria nazionale. E invece nel Pnrr il Sistema 118 non viene neanche menzionato”. E’ il duro attacco di Mario Balzanelli, presidente nazionale Sis 118, tra i relatori al convegno in Senato tenutosi nella mattinata sulla riforma legislativa nazionale del Sistema 118 organizzato, con la senatrice Maria Domenica Castellone, dal Movimento 5 Stelle.

“Indispensabile e urgente invece – prosegue Balzanelli – varare un modello organizzativo efficace, omogeneo a livello delle regioni, economicamente più vantaggioso rispetto ad altri modelli, al fine di assicurare alla cittadinanza nazionale standard prestazionali uniformi e di elevata qualità in caso di emergenza-urgenza nonché di maxiemergenza sanitaria, quale l’attuale pandemia”.

Balzanelli, che conferma pieno sostegno al ddl Castellone, precisa i contributi essenziali alla riforma secondo la visione esperienziale ultraventennale della Sis118: “Inquadramento del Sistema 118 come dipartimento di emergenza territoriale provinciale, in quanto macrostruttura ad elevata complessità gestionale della sanità del territorio. Centrali Operative 118 provinciali dotate del sistema di geolocalizzazione satellitare e della tecnologia che le renda connesse con i vari scenari critici del soccorso mediante impiego di telemedicina, teleassistenza, telediagnosi, telemonitoraggio a supporto, in tempo reale, delle postazioni mobili”.

E ancora, “implementazione dei mezzi di soccorso, il cui numero, e la cui disposizione strategica sul territorio, a livello delle varie regioni, deve essere calcolato sulla base dei tempi di percorrenza in area urbana ed extraurbana.
Potenziamento dei Punti di primo intervento territoriali, per massimizzare, come già dimostrato, l’azione di filtro sulle acuzie minori e ridurre, in modo significativo, la pressione degli accessi impropri in ospedale che determinano l’insostenibile sovraffollamento dei pronto soccorso”.

Ma anche “equipaggi di soccorso avanzato con presenza di 1 medico e di 1 infermiere ogni 60.000 abitanti. Possibilità, su base facoltativa, del passaggio alla dipendenza dei medici convenzionati e di accesso alla scuola di specializzazione. Indennità aggiuntive di rischio ambientale e biologico per tutti gli operatori, medici, infermieri ed autisti-soccorritori. Istituzione del profilo professionale dell’autista-soccorritore. Inquadramento dell’autista-soccorritore secondo quanto stabilito dalla riforma del terzo settore.
Mantenimento dell’accesso diretto al 118, come sancito dalla legislazione europea, come deliberato dalla maggior parte dei Paesi membri dell’Unione, che pur attivando il 112 hanno conservato i numeri di emergenza nazionali, nonché come sollecitato dagli esperti di medicina di emergenza di tutta l’Europa con le ultime linee guida internazionali sulla rianimazione e sul soccorso al paziente critico, varate nel 2020 da European Resuscitation Council”.

“La questione 112 – precisa Balzanelli – può essere modulata anche mediante ricorso alla tecnologia, attivando, ad esempio, la preselezione diretta, ossia l’opzione di immediato ricorso all’inizio della telefonata che rende possibile al chiamante di parlare direttamente con la Centrale Operativa 118 digitando un numero dedicato, in modo da azzerare il rischio di perdite di tempo anche significative, correlate al “doppio passaggio” della telefonata tra Centrali 112 e Centrali 118, particolarmente qualora vi sia imminente pericolo di perdere la vita”.

“Il meccanismo della preselezione diretta – conclude Balzanelli – è sostanzialmente a costo zero e consente all’utente di parlare immediatamente con il 118, pur digitando inizialmente il 112”.

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