Covid vola in Italia, rischio paralisi del Paese per caos tamponi

Covid lockdown
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Una vera e propria impennata dei nuovi casi Covid in Italia – uno tsunami, per dirlo con le parole dell’Oms – che questa settimana registrano il +80,7%. Ma  aumentano anche decessi (+16,1%), ricoveri (+20,4%) e terapie intensive (+13,1%). Inoltre negli ultimi 7 giorni crollano nuovi vaccinati over 12 (-47,5%).
 Non solo: le persone non vaccinate sono 9,44 milioni di cui 2,34 milioni di over 50 e 3,42 milioni della fascia 5-11. E’ c’è da fare i conti con il caos tamponi: il sistema di testing è già in tilt e, con l’emersione di un numero enorme di casi, si rischia un lockdown di fatto.

La ‘fotografia’ che emerge dall’ultimo bollettino della Fondazione Gimbe è davvero allarmante. Con la variante Omicron che vola, dicono gli esperti, occorre spingere al massimo vaccinazioni e richiami per contenere il sovraccarico degli ospedali, perché con la corsa ai tamponi per inseguire i contagi il Paese è a rischio paralisi.

Ma vediamo il monitoraggio: nella settimana 22-28 dicembre c’è stato un aumento di nuovi casi (320.269 vs 177.257) (figura 1) e dei decessi (1.024 vs 882). Lievitano anche i casi attualmente positivi (598.856 vs 384.144), le persone in isolamento domiciliare (587.622 vs 374.751), i ricoveri con sintomi (10.089 vs 8.381) e le terapie intensive (1.145 vs 1.012).

In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
Decessi: 1.024 (+16,1%), di cui 36 riferiti a periodi precedenti
Terapia intensiva: +133 (+13,1%)
Ricoverati con sintomi: +1.708 (+20,4%)
Isolamento domiciliare: +212.871 (+56,8%)
Nuovi casi: 320.269 (+80,7%)
Casi attualmente positivi: +214.712 (+55,9%)

“Da due mesi e mezzo – dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe– si rileva un aumento dei nuovi casi, che nell’ultima settimana ha subìto un’ulteriore impennata, superando quota 320 mila, sia per l’aumentata circolazione virale, sia per l’incremento del numero dei tamponi”. La media mobile a 7 giorni dei nuovi casi è schizzata da 27.199 del 22 dicembre a 45.753 il 28 dicembre (+68,2%) e il rapporto positivi/persone testate ha raggiunto il 37,8%, indicando che in assenza del calo dei tamponi nei giorni festivi il numero dei nuovi casi sarebbe ancora maggiore.

Nella settimana 22-28 dicembre 2021 in tutte le Regioni, ad eccezione della Provincia Autonoma di Bolzano, si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi: dal 9,6% del Friuli-Venezia Giulia al 257,6% dell’Umbria (tabella 1). In 45 Province l’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti: Milano (1.243), Lodi (1.158), Monza e della Brianza (1.023), Varese (907), Perugia (896), Pavia (891), Siena (835), Alessandria (821), Como (817), Terni (812), Imperia (763), Arezzo (739), Firenze (719), Treviso (708), Vicenza (682), Rimini (678), Cuneo (677), Padova (671), Cremona (669), Novara (661), Venezia (658), Biella (653), Verbano-Cusio-Ossola (643), Asti (643), Torino (641), Lecco (608), Verona (602), Bergamo (590), Brescia (586), Aosta (569), Sondrio (550), Trento (546), Massa Carrara (533), Mantova (532), Forlì-Cesena (529), Rovigo (529), Lucca (527), Reggio nell’Emilia (527), La Spezia (525), Ravenna (525), Prato (522), Napoli (521), Trieste (521), Pisa (513) e Rieti (508).

Nelle ultime due settimane il numero dei tamponi totali è passato da 3.750.804 della settimana 8-14 dicembre a 5.175.977 della settimana 22-28 dicembre (+38%), per l’incremento sia dei tamponi rapidi (+1.018.733; +38,7%) che di quelli molecolari (+406.440; +36,3%). L’aumentata attività di testing, tuttavia, è solo una delle determinanti della crescita dei nuovi casi: dalla seconda metà del mese di dicembre, infatti, si rileva da un lato una vera e propria impennata del tasso di positività dei tamponi antigenici rapidi (la media mobile a 7 giorni è salita dallo 0,8% del 14 dicembre al 2,8% del 28 dicembre) dall’altro un netto aumento del tasso di positività dei tamponi molecolari (la media mobile a 7 giorni è passata dal 9,5% del 14 dicembre al 15% del 28 dicembre).

“Questi dati – commenta Cartabellotta – dimostrano una notevole crescita della circolazione virale sia per la progressiva espansione della variante Omicron, molto contagiosa, che per l’aumento dei contatti sociali nel periodo delle festività, il cui impatto su ricoveri e decessi sarà visibile nelle prossime settimane“. Si registra una notevole riduzione della percentuale dei pazienti ricoverati in area medica e in terapia intensiva sul totale degli attualmente positivi che consegue a vari fattori: identificazione di un maggior numero di casi, aumento delle coperture vaccinali e delle terze dosi, aumento del numero delle persone guarite e numero elevato di casi nella fascia 0-11, meno soggetta a forme severe di malattia. Inoltre, nelle prossime settimane, si potrà valutare anche la possibile minor virulenza della variante Omicron. In particolare, negli ultimi 14 giorni per l’area medica la media mobile a 7 giorni è scesa dal 2,42% del 14 dicembre all’1,87% del 28 dicembre e per le terapie intensive dallo 0,30% del 14 dicembre allo 0,22% del 28 dicembre.

“Sul fronte ospedaliero – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi sanitari della Fondazione Gimbe – aumentano ancora i posti letto occupati da pazienti Covid: rispetto alla settimana precedente +20,4% in area medica e +13,1% in terapia intensiva“. A livello nazionale, al 28 dicembre, il tasso di occupazione da parte di pazienti Covid è del 15,9% in area medica e del 12,6% in area critica, con notevoli differenze regionali: la Provincia Autonoma di Trento supera la soglia del 15% in area medica (17,8%) e del 20% in area critica (25,6%); le soglie del 15% per l’area medica e del 10% per l’area critica risultano entrambe superate in Calabria (28,3% area medica e 12,8% area critica), Friuli-Venezia Giulia (22,2% area medica e 14,9% area critica), Lazio (16% area medica e 14,3% area critica), Liguria (28,8% area medica e 18,7% area critica), Lombardia (16,2% area medica e 12,6% area critica), Marche (21,6% area medica e 16,7% area critica), Provincia Autonoma di Bolzano (17,4% area medica e 18% area critica), Piemonte (19,2% area medica e 14,6% area critica), Sicilia (18,7% area medica e 10,2% area critica) e Veneto (17,5% area medica e 16,5% area critica). Inoltre, per l’area medica si collocano sopra la soglia del 15% Umbria (15,7%) e Valle D’Aosta (29,3%), mentre per l’area critica superano la soglia del 10% Abruzzo (13,3%), Emilia-Romagna (12,6%) e Toscana (14%).

“Aumentano ancora gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Marco Mosti, direttore Operativo della Fondazione Gimbe – la cui media mobile a 7 giorni sale a 100 ingressi/die rispetto agli 85 della settimana precedente”.

Ma allora come gestire lo tsunami della quarta ondata? “In questa fase della pandemia – conclude Cartabellotta – caratterizzata dalla crescente circolazione di una variante estremamente contagiosa tra una popolazione per la maggior parte vaccinata, l’obiettivo primario è di contenere il sovraccarico degli ospedali spingendo al massimo su coperture vaccinali e richiami e limitare la circolazione del virus con mascherine e distanziamento. La corsa ai tamponi senza regole, infatti, presenta diversi “effetti collaterali”: innanzitutto, sovraccarica il sistema di testing dei tamponi molecolari, impedendo di testare con tempistiche adeguate chi ne ha realmente bisogno perché sintomatico o contatto di soggetto a rischio. In secondo luogo, il ricorso sregolato ai tamponi rapidi da parte di soggetti asintomatici contribuisce ad alimentare false sicurezze, vista la probabilità del 30-50% di falsi negativi; ancora, l’aumento della domanda favorisce la speculazione e l’espansione del “mercato nero con aumento dei costi e offerta di pericolose soluzioni low cost”.

“Infine, indipendentemente dalla revisione della durata della quarantena, l’emersione di un numero così elevato di casi rischia di paralizzare il Paese con un lockdown di fatto, alimentando peraltro una narrativa distorta dominata dagli altisonanti dati dei contagi e non dal loro reale impatto su ricoveri, terapie intensive e decessi, oltre che su altri esiti di salute non dipendenti da Covid-19″.

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